Russia, mandato d'arresto internazionale per Volkov, collaboratore di Navalny
Volkov è ricercato per "incitamento dei minori a partecipare ad azioni non autorizzate". C'è lui dietro l'organizzazione delle proteste che hanno portato in piazza centinaia di migliaia di persone in decine di città per chiedere la liberazione di Navalny. La moglie è atterrata a Francoforte
La Russia ha emesso un mandato di arresto internazionale per Leonid Volkov, uno dei più stretti collaboratori di Alexey Navalny, l'oppositore di Putin in carcere dal 17 gennaio e condannato a tre anni e mezzo di prigione. Volkov è ricercato per "incitamento dei minori a partecipare ad azioni non autorizzate". "Un'accusa falsa, che non esiste, una campagna pubblicitaria del Comitato Investigativo", ha commentato il dissidente che, secondo la testata online Meduza, si trova all'estero. Se arrestato, Volkov rischia fino a tre anni di carcere. Ieri è stato definito "un agente straniero" dalla portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova.
La protesta di San Valentino: cellulari illuminati e foto per i social
Volkov è anche tra gli organizzatori che hanno portato in piazza per chiedere la liberazione di Navalny centinaia di migliaia di persone in tutta la Russia. Manifestazioni che sono sfociate in migliaia di arresti. Dopo aver annunciato la sospensione delle proteste, almeno fino alla prossima primavera, estate, ha invitato i russi a uscire domenica sera nel cortile della propria palazzina e accendere le luci dei cellulari in segno di solidarietà a Navalny, poi scattare una foto e pubblicarla sui social. Quindici minuti, che "cambieranno tutto", senza nessun rischio per le persone, ha rassicurato Volkov. Ma il Cremlino mette le mani avanti ed è il portavoce di Vladimir Putin, Dmitri Peskov, ad ammonire che le forze dell'ordine non resteranno a guardare ma "riterranno responsabili i colpevoli in caso di violazione della legge".
La missione Ue
Che lo staff di Navalny non si lasci intimidire è apparso chiaro dalla videoconferenza convocata dalla Polonia e alla quale avrebbero preso parte, insieme a rappresentanti Ue, anche diplomatici di Gran Bretagna, Usa, Canada, Ucraina ma soprattutto Volkov. Che ha detto di aver discusso di possibili sanzioni contro gli oligarchi russi vicini a Putin, attirandosi l'ira della portavoce del ministero degli Esteri, Maria Zakharova. "Tradimento", è l'accusa pesante della portavoce contro lo staff di Navalny, che ha sparato a zero anche contro "i cosiddetti partner occidentali" rei di un "attacco assolutamente illegittimo, illegale e aggressivo contro di noi". Più sfumata la posizione di Peskov, secondo il quale le richieste di sanzionare gli oligarchi russi vicini a Putin che il Fondo Anticorruzione di Navalny indirizza a Ue e Usa, in questo momento "de jure" non sono "un atto illegale".
Quello che è evidente è il gelo tra Russia e Ue soprattutto dopo lo sgarbo dell'espulsione di diplomatici europei durante la visita dell'Alto Rappresentante per gli affari esteri Josep Borrell a Mosca e il nulla di fatto sulla richiesta di liberazione dell'oppositore Alexey Navalny. Insomma, il rischio di nuove sanzioni, più che una minaccia, diventa un'ipotesi concreta sul tavolo dei ministri degli Esteri europei che si riuniranno il 22 febbraio. "Starà agli Stati membri decidere i passi da fare, ma sì, questo potrebbe includere le sanzioni. Farò proposte concrete", ha scandito Borrell alla plenaria dell'Europarlamento, difendendo le ragioni della sua missione in Russia. L'Alto rappresentante ha parlato di "china autoritaria pericolosa " da parte del governo russo, denunciando che "si restringe lo spazio per la società civile e per le libertà di espressione". Nel caso di Navalny, ha rincarato Borrell, le autorità russe hanno dimostrato quanto siano "spietate".
Una legge per impedire l'eventuale candidatura di Yulia, moglie di Navalny
La Russia potrebbe varare una legge per impedire alla moglie di Navalny, di candidarsi in Parlamento in autunno. Lo ha ventilato lo stesso presidente della 'camera bassa', la Duma, Vyacheslav Volodin. Intanto Yulia Navalnaya, partita dall'aeroporto di Mosca è atterrata a Francoforte. Lo riferisce lo Spiegel.
Yulia Navalnaya, la bella 44enne che sta diventando sempre più popolare dopo l'arresto del marito, in realtà non ha mai commentato le voci ma è evidente che il Cremlino tema che, con il marito in carcere, possa diventare proprio lei la leader delle proteste e galvanizzare l'opposizione al presidente Vladimir Putin. Di qui la proposta di Vyacheslav Volodin, che si è detto favorevole a una legge che impedisca ai russi di concorrere per incarichi pubblici qualora il Cremlino ritenga che lavorino per Paesi stranieri: "Sappiamo quanto sia grande il desiderio di un certo numero di Paesi di interferire nelle nostre elezioni per promuovere i candidati a loro fedeli. Ma questo non può essere consentito". Volodin ha accusato Navalny di "tradimento" e di essere un agente della Cia.
La protesta di San Valentino: cellulari illuminati e foto per i social
Volkov è anche tra gli organizzatori che hanno portato in piazza per chiedere la liberazione di Navalny centinaia di migliaia di persone in tutta la Russia. Manifestazioni che sono sfociate in migliaia di arresti. Dopo aver annunciato la sospensione delle proteste, almeno fino alla prossima primavera, estate, ha invitato i russi a uscire domenica sera nel cortile della propria palazzina e accendere le luci dei cellulari in segno di solidarietà a Navalny, poi scattare una foto e pubblicarla sui social. Quindici minuti, che "cambieranno tutto", senza nessun rischio per le persone, ha rassicurato Volkov. Ma il Cremlino mette le mani avanti ed è il portavoce di Vladimir Putin, Dmitri Peskov, ad ammonire che le forze dell'ordine non resteranno a guardare ma "riterranno responsabili i colpevoli in caso di violazione della legge".
La missione Ue
Che lo staff di Navalny non si lasci intimidire è apparso chiaro dalla videoconferenza convocata dalla Polonia e alla quale avrebbero preso parte, insieme a rappresentanti Ue, anche diplomatici di Gran Bretagna, Usa, Canada, Ucraina ma soprattutto Volkov. Che ha detto di aver discusso di possibili sanzioni contro gli oligarchi russi vicini a Putin, attirandosi l'ira della portavoce del ministero degli Esteri, Maria Zakharova. "Tradimento", è l'accusa pesante della portavoce contro lo staff di Navalny, che ha sparato a zero anche contro "i cosiddetti partner occidentali" rei di un "attacco assolutamente illegittimo, illegale e aggressivo contro di noi". Più sfumata la posizione di Peskov, secondo il quale le richieste di sanzionare gli oligarchi russi vicini a Putin che il Fondo Anticorruzione di Navalny indirizza a Ue e Usa, in questo momento "de jure" non sono "un atto illegale".
Quello che è evidente è il gelo tra Russia e Ue soprattutto dopo lo sgarbo dell'espulsione di diplomatici europei durante la visita dell'Alto Rappresentante per gli affari esteri Josep Borrell a Mosca e il nulla di fatto sulla richiesta di liberazione dell'oppositore Alexey Navalny. Insomma, il rischio di nuove sanzioni, più che una minaccia, diventa un'ipotesi concreta sul tavolo dei ministri degli Esteri europei che si riuniranno il 22 febbraio. "Starà agli Stati membri decidere i passi da fare, ma sì, questo potrebbe includere le sanzioni. Farò proposte concrete", ha scandito Borrell alla plenaria dell'Europarlamento, difendendo le ragioni della sua missione in Russia. L'Alto rappresentante ha parlato di "china autoritaria pericolosa " da parte del governo russo, denunciando che "si restringe lo spazio per la società civile e per le libertà di espressione". Nel caso di Navalny, ha rincarato Borrell, le autorità russe hanno dimostrato quanto siano "spietate".
Una legge per impedire l'eventuale candidatura di Yulia, moglie di Navalny
La Russia potrebbe varare una legge per impedire alla moglie di Navalny, di candidarsi in Parlamento in autunno. Lo ha ventilato lo stesso presidente della 'camera bassa', la Duma, Vyacheslav Volodin. Intanto Yulia Navalnaya, partita dall'aeroporto di Mosca è atterrata a Francoforte. Lo riferisce lo Spiegel.
Yulia Navalnaya, la bella 44enne che sta diventando sempre più popolare dopo l'arresto del marito, in realtà non ha mai commentato le voci ma è evidente che il Cremlino tema che, con il marito in carcere, possa diventare proprio lei la leader delle proteste e galvanizzare l'opposizione al presidente Vladimir Putin. Di qui la proposta di Vyacheslav Volodin, che si è detto favorevole a una legge che impedisca ai russi di concorrere per incarichi pubblici qualora il Cremlino ritenga che lavorino per Paesi stranieri: "Sappiamo quanto sia grande il desiderio di un certo numero di Paesi di interferire nelle nostre elezioni per promuovere i candidati a loro fedeli. Ma questo non può essere consentito". Volodin ha accusato Navalny di "tradimento" e di essere un agente della Cia.