Anziani e disabili

Tariffe Rsa, accordo da rifare

Nessuno dei gestori piemontesi ha firmato l'intesa con la Regione per un aumento del 3,5% della quota sanitaria a carico pubblico. S'inasprisce il confronto al Grattacielo

Prima l'annuncio: è stato trovato un accordo con le strutture residenziali per anziani e disabili per aumentare del 3,5% la quota sanitaria a carico della Regione. Poi la reazione: i gestori non hanno firmato e chiedono modifiche. E' in subbuglio il mondo delle RSA. Da tempo chiedevano una riforma. E un aggiornamento delle tariffe. Come è stato fatto però non è piaciuto. Né alle associazioni datoriali né ai dirigenti di struttura riuniti da 30 anni nell'associazione ARIA. 

A rischio la sostenibilità economica

La presidente di ARIA Piemonte, Paola Garbella, spiega: "Avevamo già ottenuto adeguamento tariffe proprio a ridosso del periodo pandemico. poi però le cose sono peggiorate sia per quanto riguarda la gravità dell'utenza sia per quanto riguarda l'aumento dei costi". Il modello non è più sostenibile, dicono. Dunque non basta l'aumento proposto a carico del pubblico, da 16 milioni di euro per l'anno in corso. C'è da pagare di più il personale, in virtù dell'atteso rinnovo dei vari contratti collettivi. Ed è una voce che incide per oltre il 65 per cento sui costi. 

I gestori non hanno firmato l'accordo

La prima a opporsi è stata UNEBA che da sola conta un centinaio di realtà no profit solo in Piemonte. Poi è arrivata la lettera di tutti gli altri, uniti nel chiedere una revisione. Tra le clausole più contestate quella che bloccherebbe il tariffario dei posti non in convenzione, ossia totalmente a carico delle famiglie. 

Dal Grattacielo fanno sapere che è in corso il confronto per arrivare quanto prima alla chiusura dell'intesa.

Intervista a Paola Garbella, presidente di ARIA Piemonte

Servizio di Francesca Nacini; montaggio di Paolo Monchieri