Dopo il derby

Allegri dopo Torino-Juve: "Noi bravi a rimanere dietro la linea della palla"

I bianconeri provano a rilanciarsi. La rabbia di Vlahovic mostra il carattere della squadra. Ma preoccupa la condizione fisica. L'ultimo a farsi male, Bremer. Max chiede ripartenze in spazi aperti: attesa per il rientro di Chiesa.

Torino-Juventus, le parole di Allegri. La vittoria del gruppo. La risposta, sul campo, a una settimana di polemiche e sospetti. Su una presunta frattura tra Allegri e i giocatori. E su un'ancor più presunta faida nello spogliatoio. Il derby e l'ambiente caldo dell'Olimpico Grande Torino era l'occasione giusta per ripartire. E così è stato. “Paura? No. L'avevamo preparata bene. Poi quando qualcosa deve succedere, succede”. Fatalista, Allegri. Ma la rabbia con cui Vlahovic ha insaccato, di rapina, il gol della vittoria, dice tutto sulle risorse caratteriali di questa Juve. “Vlahovic l'ho sostituito, sì, a perché rischiava di essere castrato", allusione a una pallonata là dove fa più male. "Ma, gol a parte, ha fatto una grandissima partita dal punto di vista tecnico. E' proprio su questo che stiamo ragionando”.

Filosofia al Max

E allora, cosa manca? Prima di tutto, la condizione fisica. L'ennesimo infortunio, stavolta di Bremer, è un nuovo campanello d'allarme. Per l'ex granata guaio al flessore e, in attesa di una prognosi più precisa, si rischiano 2-3 settimane di stop. E poi, la continuità: sotto l'ombrello, beninteso, della filosofia di Allegri. “Quando gli altri erano in possesso, siamo stati bravi a rientrare tutti dietro al linea della palla. Così si crea superiorità”. Incorreggibile, Max. E nelle ripartenze, serve come il pane Federico Chiesa. Che, contro l'Empoli, venerdì sera alle 20,45, potrebbe tornare a sedersi in panchina.