I tunnel che raddoppiano nell'arco alpino

Mentre si discute sulla seconda canna del Traforo del Monte Bianco, il Fréjus, Il Tenda e il Gottardo lavorano per la seconda galleria

La fine dei lavori è prevista a inizio 2024. Il Traforo del Fréjus dovrebbe essere il primo nell'arco alpino ad attivare una nuova doppia canna di circolazione

Il secondo dovrebbe essere il tunnel del Tenda, a giugno 2024, seguito dal Gottardo che prevede di chiudere il cantiere nel 2026 e di attivarla tre anni dopo. 

Nel 2022 una seconda canna è stata inaugurata anche   al Traforo del Gran San Bernardo, ma è solo di sicurezza e servizio, non destinata al transito.

Chi rimarrà con un'unica galleria sarà dunque il Traforo del Monte Bianco. Il governo italiano sta cercando di convincere quello francese a seguire il trend alpino. Il 25 settembre il ministro Antonio Tajani sarà a Parigi.

“Anche in Austria, molte gallerie alpine sono in fase di raddoppio. Addirittura in Svizzera ci sono alcune gallerie che stanno triplicando le canne, proprio per poter separare i flussi di traffico, per non avere nella stessa galleria le macchine che viaggiano nei due sensi”, spiega il professor Daniele Peila accogliendoci nel laboratorio di Geomeccanica e geotecnologie del Politecnico di Torino. Qui si studiano le rocce che accolgono i tunnel e le macchine per scavarli.

Come avviene nella maggior parte delle gallerie moderne, i circa 13 chilometri del nuovo tunnel del Fréjus, parallelo a quello storico, sono stati scavati in soli tre anni e mezzo grazie a una “talpa” che perfora e, al tempo stesso, costruisce il rivestimento. Un tempo si usava l'esplosivo con tempi più che raddoppiati.

Credits: immagine tunnel del Gottardo,  Ufficio federale delle strade USTRA; talpa per lo scavo del Fréjus: Herrenknecht