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Guerra Russia-Ucraina

Letta: "Serve un tetto al prezzo del gas, altrimenti si rischia la terza recessione"

Letta: "Serve un tetto al prezzo del gas, altrimenti si rischia la terza recessione" Ansa
Sulle dichiarazioni del presidente Usa che ha parlato di "genocidio" il leader del Pd dice "non avrei usato quei termini". E a proposito di un accordo con l'Egitto per la fornitura del gas: "Mi lascia moltissimi dubbi"

La guerra in Ucraina, le conseguenze economiche e geopolitiche, le tensioni nel governo, le polemiche su fisco e spese militari e le elezioni che verranno. È un intervento a tutto campo quello del segretario del Pd Enrico Letta, ospite di Forrest su Rai Radio Uno. Un'intervista in cui il leader dei Democratici mette a fuoco le questioni più complesse e dirimenti per il presente e il futuro del Paese. Letta parla del conflitto in corso: "Non dobbiamo trasformare la guerra in uno scontro di civiltà, tra 'noi', Occidente, e il resto del mondo, perché il rischio io lo vedo fortissimo", dice. "In particolare noi europei - ha proseguito - abbiamo un ruolo fondamentale per evitare che si vada in quella direzione, il che vuol dire aprire a un dialogo fortissimo con Paesi che giocano un ruolo fondamentale nel mondo, penso a Brasile, Messico, India, Turchia, Indonesia, penso anche alla Cina".

Una linea di confronto, aperta alla mediazione ma anche al riconoscimento di limiti che non possono e non devono essere oltrepassati: "Dobbiamo stare attenti a non trasformare questa vicenda con toni da crociata, dobbiamo invece rilanciare il tema che siamo in un mondo di interdipendenze, e che in quelle interdipendenze c'è bisogno di regole di diritto che consentano di convivere. La Russia, purtroppo queste regole di diritto le ha stracciate ed è giusto che paghi per le sue scelte. In questo dobbiamo essere molto netti", osserva netto. Poi una riflessione sulle dichiarazioni del presidente Usa Joe Biden che ha parlato di “genocidio” (e dopo di lui anche l'ex presidente Trump), a proposito di quanto sta accadendo nelle città ucraine e dell'invito, invece, a usare parole più moderate arrivato dal presidente francese Macron: “Anche io non avrei usato quei termini” detto il segretario del Pd, “le inchieste dovranno dirlo”, ma “non bisogna mettersi a fare le pulci a linguaggi e comportamenti di chi si trova sotto un bombardamento”.

Detto ciò Letta non ha lesinato critiche al comportamento del presidente ucraino che ha negato la visita a Kiev del capo si Stato tedesco Steinmeier, pur sottolineando il contesto in cui vengono prese certe decisioni: "Ieri sono stato critico nei confronti di Zelensky per la scelta che ha fatto di sconsigliare la visita del presidente tedesco, ma non siamo dentro un derby. Noi siamo con gli aggrediti e gli oppressi e per me questo vuol dire essere di sinistra, però credo sia giusto che ci possa essere la precisazione su alcune cose ma anche la comprensione, noi non abbiamo grappoli di bombe o assaltatori che devastano le nostre città ed è per questo che la comprensione per alcune sbavature credo debba esserci".

Diversamente, poca comprensione è riservata dal leader Dem a chi in Europa sembra rendere più complicate le scelte in materia di gas ed energia. "Non capisco le opposizioni in Olanda e in Germania" sul tetto al prezzo del gas. "Perché soltanto così noi siamo in grado di evitare l'ingresso in una terza recessione, che se non si fa un intervento sui costi dell'energia così netto sarà scatenata dai prezzi dell'energia" ha evidenziato Letta. "La situazione sta diventando esplosiva, molte imprese stanno chiudendo, le famiglie si trovano ad avere dei raddoppi delle bollette insostenibili e questo non accade solo in Italia. Bisogna fare il massimo per avere il blocco" del prezzo del gas a livello europeo, ma "se non si farà a livello europeo, senza aspettare mesi bisogna farlo a livello nazionale, non ho nessun dubbio: dobbiamo dare un segnale al sistema delle imprese e alle famiglie che la politica, le istituzioni vogliono evitare una terza recessione" in dieci anni, ha sottolineato. “Il fattore tempo è cruciale, non possiamo perdere neppure un giorno” ha poi ribadito aprendo l'incontro con il Presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, e i vertici dell'Associazione. 

Detto ciò Letta a proposito di un accordo con l'Egitto per la fornitura di gas (uno dei paesi africani con cui le aziende italiane sono in trattativa) non esita ad esprimere “moltissimi dubbi”. A pesare in tal caso, infatti è la vicenda Regeni che “va oltre la singola vicenda personale drammatica” perché "è un simbolo della necessità di difendere i diritti umani e di fare giustizia. Netta la nostra  richiesta al governo di essere molto più forte ed esigente nei confronti degli egiziani. Quindi sì i dubbi sono molto alti".

Sul fronte della politica interna Il segretario Dem richiama alla responsabilità in un momento in cui "la situazione è molto complicata e bisogna mettercela tutta per uscirne". E dopo aver parlato di “propaganda” definisce “teatrini” le mosse del centrodestra: "Ieri è stato veramente il paradosso: Salvini è andato da Draghi e gli ha detto 'noi non vogliamo che il governo aumenti le tasse', Draghi gli ha risposto 'Ma noi non abbiamo intenzione di aumentare le tasse, lo abbiamo detto da sempre che questo non era il tema' e Salvini è uscito dicendo 'abbiamo ottenuto che il governo non aumenterà la tasse'. Io ne ho viste tante in politica, ho una lunga militanza, ma pensare che la gente creda a questi teatrini..." dice a proposito dell'incontro di ieri tra il premier e la delegazione del centrodestra di governo sulla delega fiscale ."Io - ha concluso Letta - confido nell'intelligenza degli italiani, sono teatrini che lasciano il tempo che trovano. Oggi dobbiamo metterci tutti insieme a capire come immediatamente si può intervenire per abbassare il costo dell'energia per mettere più soldi nei salari dei lavoratori e delle famiglie. Quanto al lavoro - chiosa - la riduzione del cuneo fiscale rimane punto di riferimento di tutte le misure da mettere in campo".

Così anche per la polemica sull'aumento delle spese militari, "è una polemica molto elettoralistica. Le cifre sono chiare: non siamo dentro una escalation o dentro un riarmo militare. L'aumento è stato usato politicamente, ma nei fatti non c'è. L'Italia è il 22esimo paese per spesa militare nella Nato. Il tema di fondo - osserva Letta - è un altro: la vicenda dell'invasione russa dell'ucraina pone un problema che stanno affrontando tutti i paesi europei. Svezia e Finalandia chiedono di entrare nella Nato. La scelta da fare è quella di una difesa europea".

Infine, lo scenario che si profila avvicinandosi al termine della legislatura: "Dobbiamo dare all'Italia un parlamento che abbia una maggioranza alle elezioni dell'anno prossimo - dice il segretario del Pd-  Di leggere elettorale parlerà il parlamento, quella che abbiamo è oggettivamente brutta. Se ci fosse il tempo di cambiarla sarei contento". Con una annotazione: "Noi la prossima volta andremo al governo se avremo vinto le elezioni. Questo l'ho sempre detto, noi non siamo il partito del potere e delle poltrone. Se i cittadini non ci daranno la fiducia, governeranno Salvini e Meloni". Ma l'obiettivo, "è quello di dare all'Italia un Parlamento che abbia una maggioranza europeista, democratica e progressista, in cui non siano Salvini e Meloni maggioranza".