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MONDO

Questa sera vertice straordinario a Bruxelles

Naufragio. Bozza Ue: piano per distruggere barconi In Libia. Renzi: sui gommoni non solo innocenti

Sul tavolo un decalogo predisposto dalla Commissione europea. Tra i punti previsto anche un raddoppio delle risorse del programma nel Mediterraneo Triton. Il governo di Tripoli: "Non accetteremo mai le incursioni dell'Ue". A Malta la celebrazione funebre interreligiosa delle vittime del naufragio del 19 aprile scorso nel Canale di Sicilia

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Il vertice Ue straordinario convocato per questa sera a Bruxelles in reazione all'ultima, ennesima tragedia dei migranti annegati nel Mediterraneo, avrà sul tavolo le 10 proposte che la Commissione europea aveva già presentato lunedì scorso al Lussemburgo al Consiglio congiunto dei ministri degli Esteri e dell'Interno; ma in questo "decalogo" è soprattutto sui primi due punti che si concentrano le attese.

Il decalogo della Commissione Europea
Si tratta di azioni urgenti, che non possono aspettare la presentazione della nuova "Agenda per la politica dell'immigrazione" che la Commissione presenterà a metà maggio.

Rafforzamento del programma Triton
Il primo punto è il rafforzamento (in termini finanziari, di personale e mezzi) delle operazioni congiunte nel Mediterraneo Triton e Poseidon, condotte dall'Agenzia Frontex per la sorveglianza delle frontiere esterne, con un'estensione del loro raggio d'azione che dovrebbe significare, in realtà un potenziamento delle loro capacità di ricerca e salvataggio in mare.

"Distruggere i barconi in Libia"
Il secondo mira a uno "sforzo sistematico per individuare, confiscare e distruggere i natanti prima che siano usati dai trafficanti" in Libia, attraverso un'azione mista militare e civile della Pesd (Politica europea di sicureza e difesa comune) probabilmente con mandato Onu, sul modello della missione militare Atalanta che l'Ue ha compiuto con successo in funzione antipirateria al largo del Corno d'Africa.

Il governo di Tripoli: "Non accetteremo mai incursioni dell'Ue"
Immediata la reazione del governo di Tripoli (l'esecutivo riconsociuto a livello internazionale è quello di Tobruk, ndr) : "Non accetteremo mai - dice il ministro per gli Affari esteri Muhammed El-Ghirani - che l'Europa bombardi presunte basi di trafficanti di esseri umani. Tripoli si opporrà'". "Nessuno dall'Europa - aggiunge - ha mai consultato Tripoli su tali azioni, mentre la stessa Europa ha dichiarato varie volte di non voler riconoscere lo stesso governo di Tripoli. "Come saprete se verrà colpito un innocente o uno scafista?", chiede poi il ministro.

Il vertice
È dall'approvazione e concretizzazione rapida di questi due punti (gli altri sono meno importanti, o richiederanno comunque più tempo) che si misurerà il successo del vertice e la determinazione dei leader dei Ventotto a fare davvero, questa volta, quello che hanno dichiarato, sull'onda dell'emozione delle opinioni pubbliche, ogni volta che i morti annegati vanno oltre il centinaio e non possono più essere ignorati. Non dovrebbe essere difficile replicare al più alto livello politico il consenso di massima che i dieci punti, e in particolare i primi due, hanno già ricevuto al livello dei ministri degli Esteri e dell'Interno lunedì a Lussemburgo.

Le operazioni anti-trafficanti
Il consenso, tuttavia appare più convinto e generalizzato soprattutto per quanto riguarda le operazioni anti trafficanti, fortemente volute dall'Italia. Secondo la bozza di conclusioni del vertice, l'Alto Rappresentante per la Politica estera e di sicurezza comune europea, Federica Mogherini, sarà "invitata a cominciare immediatamente i preparativi per una possibile operazione di sicurezza e difesa comune a questo scopo, in accordo con il diritto internazionale".

Escluso un intervento militare in Libia
Anche se fonti del Consiglio europeo hanno insistito sul fatto che l'operazione esclude un intervento militare di terra in Libia ("no boot on the ground"), è difficile non pensare che per le operazioni "chirurgiche" prospettate non sia necessario usare mezzi aereonavali, elicotteri, forse droni, e forse attacchi a sorpresa di incursori e sommozzatori. Non è ancora chiaro neanche se sarà necessario un mandato del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite (la Russia sembra reticente) oppure una "copertura" più larga da parte dell'Assemblea generale. In una intervista a Qn, il vice segretario Onu, Jan Eliasson, ha detto che, se lo chiedessero i governi e se continuasse a morire gente affogando in mare, "l'uso della forza è possibile".

Search and rescue
Più difficile da assicurare è il consenso dei 28 attorno all'ipotesi di un'estensione alle attività di "search and rescue" dell'attuale missione di controllo delle frontiere svolta dalle operazioni Triton e Poseidon dell'agenzia Frontex. L'idea è quella di raddoppiare i mezzi e le risorse attuali, ed è già in corso, sotto la guida della Commissione, la procedura delle offerte di nuovi "asset" da parte degli Stati membri. Ma nessun paese (salvo Italia, Grecia e Malta) è disposto a spingere per una nuova operazione europea dell'ampiezza di Mare Nostrum, esplicitamente finalizzata al "search and rescue" e finanziata questa volta dall'Ue, come hanno chiesto, fra gli altri, l'Onu e Amnesty International.

Renzi: non tutti sui barconi sono innocenti
Intanto in un editoriale sul New York Times il presidente del Consiglio Matteo Renzi ha detto: "Non tutti quelli che si trovano sui barconi dei trafficanti di uomini sono famiglie innocenti", avverte ancora il premier: "Noi dobbiamo continuare nello sforzo in Nord Africa per spazzare via questa minaccia e continuare a lavorare sul piano politico e diplomatico per favorire la ricostruzione in Libia". 

A Malta la commemorazione delle vittime del naufragio
Questa mattina a Malta si è tenuta la celebrazione funebre interreligiosa  di alcune vittime del naufragio nel Canale di Sicilia del 19 aprile scorso. Per il nostro Paese c'era il ministro dell'Interno, Angelino Alfano.