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MONDO

Il presidente ucraino Turchynov: "Nessun negoziato con i ribelli"

Crisi ucraina, i filorussi confermano: referendum l'11 maggio

A poco è servito il richiamo al dialogo con Kiev da parte del presidente russo Putin. Ue: con referendum peggiorano la situazione. Kiev ha ribadito il suo 'no' a trattare con i separatisti armati: solo con attivisti pacifici e autorità locali

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Occupate sedi polizia e servizi a Sloviansk (Ansa)
Kiev (Ucraina)
A poco sono servite le dichiarazioni di ieri di Putiin che chiedeva un rinvio del voto per il referendum separatista sull'autonomia della regione di Donetsk per favorire il dialgo con Kiev. I filorussi dell'Ucraina orientale hanno deciso: il voto si terrà come previsto domenica 11 maggio. Forte si è levata la voce dell'Unione europea secondo cui i referendum previsti sono illegali e porterebbero a un ulteriore peggioramento della situazione, pertanto non dovrebbero essere tenuti. 


Kiev: niente dialogo con separatisti armati
Da Kiev non ci sono aperture: non si tratta con i separatisti armati, con coloro che si sono macchiati le mani di sangue. Se ci sarà dialogo, ci sarà solo con le autorità locali e gli attivisti pacifici delle regione di Donetsk e Luhansk. A dirlo è il presidente ucraino ad interim Oleksandr Turchynov secondo cui il dialogo sarà possibile "solo se si concentrerà sui modi per mantenere l'unità dell'Ucraina". Quanto all'amnistia promessa dalle autorità ucraine, si applicherà solo a quelli che "deporranno le armi volontariamente e sgombereranno gli edifici, così come a coloro che non sono coinvolti in crimini e omicidi gravi". Come Turchynov, ieri anche il premier Arseni Iatseniuk aveva respinto l'ipotesi di negoziati con i secessionisti filorussi del sud-est del paese, dicendosi disponibile al dialogo solo con i rappresentanti politico-economici locali.

Il ministro Lavrov: "Sì a un nuovo vertice ma con presenza dei separatisti"
Era stato ieri il ministro degli esteri russo Lavrov ad aprire alla proposta del ministro tedesco Frank-Walter Steinmeier - incontrato a Vienna a margine del Consiglio d'Europa - per una seconda conferenza di Ginevra. Un vertice che "senza la partecipazione dell'opposizione al regime di Kiev - ha detto Lavrov - probabilmente non aggiungerà nulla. Sarà come girarci intorno". 

Putin: basta operazioni militari da parte di Kiev
Putin  ha chiesto di porre fine immediatamente nel sud-est ucraino a tutte le operazioni militari da parte dell'esercito di Kiev, operazioni che non fanno altro che aggravare la scissione del Paese. "La Russia - ha detto il leader del Cremlino -  è interessata alla risoluzione al più presto della crisi in Ucraina tenendo conto dell'interesse di tutti i cittadini", ha dichiarato il presidente russo, rivolgendosi al collega svizzero, capo dell'Osce Didier Burkhalter, prima di avviare colloqui a porte chiuse sull'Ucraina, a Mosca. Il Cremlino ha anche comunicato di avere ritirato le truppe dalle frontiere con l'Ucraina ma la Nato non vede segni di ritiro delle truppe russe dal confine ucraino. 

A Slavyansk si combatte con armi pesanti ed elicotteri
Il ministero dell'Interno ucraino ha reso intato noto che l'operazione a Slavyansk, una delle roccaforti della rivolta contro Kiev nella regione di Donetsk, va avanti e sono state usate armi pesanti ed elicotteri. Per parte sua, un portavoce della milizie ha riferito che i ribelli hanno incontrato una dura resistenza delle forze di sicurezza in scontri per il controllo della torre della
televisione nella citta': "I combattimenti sono cominciati all'alba e sono ancora in corso. Siamo sotto il fuoco di ogni tipo di armi. Uno dei nostri posti di blocco a Andriyivka (un villaggio alla periferia di Slavyansk, ndr) e' appena stato attaccato e molto probabilmente alcune persone sono rimaste ferite, ma ci sono stati problemi con la loro evacuazione".