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MONDO

Arrestato in Egitto

Procura di Mansura smentisce torture: 'Zaky non ha alcuna ferita'

Patrick George Zaky dice di essere solo uno studente che vuole ripartire per l'Italia per completare il master all'Ateneo di Bologna

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Murale rimosso vicino ambasciata d'Egitto a Roma in Via Salaria. Zaki abbracciato da Regeni
di Tiziana Di Giovannandrea
Il Procuratore Generale dell'Egitto, Hamada el-Sawy, ha negato che la Polizia abbia torturato Patrick George Zaky, l'attivista per i diritti umani egiziano e studente al master Gemma all'Università di Bologna, arrestato dalle Autorità egiziane all'arrivo all'aeroporto de Il Cairo nella notte tra giovedì 6 e venerdì 7 febbraio con l'accusa di terrorismo.

La Procura Generale di Mansura ha constatato che Patrick George Zaky non ha alcuna ferita visibile e l'accusa ha smentito la presenza di ferite su tutto il corpo: "La Procura pubblica inoltre non ha osservato alcuna ferita visibile che potesse essere utile alle indagini, l'accusato ha risposto negando l'esistenza di qualsiasi ferita al suo corpo". Questo è quello che affermano gli inquirenti egiziani in un comunicato di due pagine nel quale ribadiscono l'impegno ad applicare la legge e a far rispettare la Costituzione. La Procura, inoltre, esorta le parti locali e internazionali e i media a rispettare i comunicati ufficiali diffusi sull'inchiesta. Secondo la nota degli inquirenti, lo studente non ha detto di essere stato aggredito al momento dell'arresto o durante la detenzione.

Il giovane però ha raccontato ai legali di essere stato torturato con scosse elettriche, picchiato e bendato durante gli interrogatori sul suo impegno come attivista. Lo ha riferito l'Egyptian Initiative for Personal Rights, associazione con cui Zaky, prima di partire per l'Italia, lavorava come ricercatore sui diritti di genere e che gli sta fornendo l'assistenza legale. La sua avvocata Huda Nasrallah ha raccontato, dopo l'udienza in cui sabato è stata respinta la richiesta di scarcerazione, che Zaky ha ripetuto davanti ai giudici di essere stato sottoposto a tortura. Lo studente dell'Ateneo di Bologna resta in carcere mentre proseguono le indagini per il sospetto che abbia diffuso false notizie e incitato proteste non autorizzate. In Egitto la legge ha recentemente ampliato la definizione di terrorismo, dando a Polizia e Procura vasti poteri di arresto e detenzione delle persone. 

Come prove contro l'attivista, l'Agenzia di Sicurezza Nazionale ha fornito 10 pagine stampate dal suo account Facebook, su cui si legge il suo nome. Si tratterebbe di "materiale incendiario contro le istituzioni e i rappresentanti dello Stato" aggiungendo che Zaky ha respinto le accuse contro di lui e che la Procura ha stabilito restasse in custodia nel corso delle indagini.

Al temine dell'udienza-lampo di riesame, presso il Tribunale di prima istanza di Mansura, in cui è stata negata la scarcerazione del giovane, Patrick è stato ricondotto in una cella di sicurezza della vicina Talkha. Sabato 22 febbraio il Tribunale deciderà se rinnovare la detenzione cautelare di altri 15 giorni.  

Convocata fiaccolata a Roma
Giovedì 20 febbraio alle 18.30 si terrà a Roma una fiaccolata in Piazza del Pantheon per esprimere solidarietà e chiedere la liberazione di Patrick Zaky. Ad organizzare la manifestazione sono stati i presidenti di Centrosinistra dei Municipi I, II, III e VIII di Roma, rispettivamente Sabrina Alfonsi, Francesca del Bello, Giovanni Caudo e Amedeo Ciacchiari. All'iniziativa ha aderito Nicola Zingaretti, segretario Pd, che dice: "Mobilitiamoci per la sua liberazione". Molti altri esponenti politici stanno dando la loro adesione all'iniziativa.

I quattro fondatori bolognesi delle sardine, Mattia Santori, Giulia Trappoloni, Andrea Gareffa e Roberto Morotti intanto stanno organizzando il sit-it previsto per domani 17 febbraio a Bologna per Patrick Zaky. 

Anche Amnesty Italia continua ad organizzare, in varie parti d'Italia, manifestazioni per chiedere la scarcerazione di Patrick George Zaky.