Original qstring:  | /dl/archivio-rainews/articoli/Ex-Ilva-di-Taranto-stop-altoforno-AF02-giudice-firma-ordine-di-spegnimento-c1adc817-b00a-4b71-a182-7c5952b68b91.html | rainews/live/ | true
ECONOMIA

La crisi Arcelor Mittal

Ex Ilva di Taranto, stop all'altoforno 2: il giudice firma l'ordine di spegnimento

Da domani non potrà più essere utilizzato per la produzione dell'acciaio: scadono oggi i tre mesi concessi dal Tribunale del Riesame per ottemperare alle prescrizioni di automazione del campo di colata

Condividi
Da domani non potrà più essere usato l'altoforno 2 del siderurgico di Taranto: il giudice Maccagnano ha firmato ieri sera l'ordine di esecuzione di spegnimento facendo seguito alla decisione di tre giorni fa di rigettare la proroga della facoltà d'uso chiesta dai commissari di Ilva in Amministrazione Straordinaria.

Scadono oggi infatti i tre mesi concessi dal Tribunale del Riesame per ottemperare alle prescrizioni di automazione del campo di colata.

Domani quindi riprenderà lo spegnimento interrotto in settembre.

Palombella (UILM): "Ci aspettavamo di più dal governo"
"Ci aspettavamo un'altra decisione del Giudice   di Taranto dopo l'ok che era arrivati dalla Procura. Ma, al di là dell'atto giudiziario, la questione dirimente e gravissima è stata la strumentalizzazione di Arcelor Mittal, che ha richiesto la cassa integrazione per un numero sproporzionato di lavoratori per la fermata dell'altoforno 2", commenta Rocco Palombella, segretario generale UILM. "Dall'incontro di ieri il Governo è risultato incapace e impreparato sia rispetto alla richiesta di cigs dell'azienda sia rispetto al piano industriale, presentando solo ipotesi e non portando nessuna novità rispetto a quanto uscito sui quotidiani nei giorni scorsi".

"Oggi siamo in un limbo"
"Oggi siamo in un limbo - ha dichiarato il leader Uilm - in una situazione di pesante incertezza perché non conosciamo quali sono le scelte del Governo e il destino di 20 mila lavoratori, di una realtà fondamentale del settore siderurgico, dell'industria e dell'economia italiana". "ArcelorMittal - ha proseguito - ha gettato la maschera dal 5 novembre con il recesso dal contratto e l'inizio dello spegnimento degli impianti. Ormai la multinazionale non è più un soggetto affidabile e con il quale continuare, ha deciso di andarsene e ha messo a repentaglio la continuità produttiva. Sono tornati indietro solo dopo le inchieste giudiziarie delle Procure di Milano e Taranto". "Non firmeremo nessun accordo che preveda cigs per migliaia di lavoratori, perché rappresenterebbe l'anticamera del licenziamento", ha concluso Palombella.