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POLITICA

Germania

G7, Renzi: "In linea con Obama su crescita e investimenti". E sull'immigrazione: "Basta demagogia"

Al vertice tedesco discussione su crescita economica, accordi commerciali, sostenibilità ambientali e cooperazione e sviluppo. Il premier: "Dopo le riforme cambiamo approccio su modello di sviluppo"

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In linea con gli Stati Uniti su crescita e sviluppo. Sintetizza così il premier Matteo Renzi le discussioni durante il vertice G7 a Monaco, in Germania, nel castello di Elmau, sulle alpi bavaresi. Posizioni quindi condivise con il presidente Obama su crescita economica, accordi commerciali, sostenibilità ambientali, cooperazione e sviluppo. Anche perché, sottolinea il presidente del Consiglio, l'Italia può presentare al tavolo dei grandi del mondo alcune delle riforme strutturali fatte e che stanno portando frutti, soprattutto in materia di occupazione e proporre la sua ricetta per un modello di sviluppo. Ingredienti, come spesso ribadito da Renzi anche nei vertici europei, "crescita e investimenti". 

Proprio l'Europa però è la zona che preoccupa di più sul piano ecomico, con la delicatissima situazione greca. Da scongiurare per Renzi un'eventuale uscita dall'euro di Atene, ma dal canto suo il governo greco deve capire "che le riforme vanno fatte" soprattutto in tema di pensioni e tassazione. 

Per quanto riguarda invece gli accordi commerciali il premier si è detto ottimista sulla "conclusione positiva sul TTIP (Transatlantic Trade and Investment Partnership)", pur con la condizione di "coinvolgere garantire trasparenza per i consumatori". 

Una battuta infine sulle discussione interne in tema di immigrazione. "Basta demagogia e scaricabarile. Il problema non si risolve con un comunicato stampa o uno slogan" è la stoccata di Renzi ad alcuni presidenti di Regioni, ricordando che l'Italia ha scelto una strategia che ha portato agli accordi di Dublino e alle attuali regole, che lasciano l'Italia da sola e che in passato qualcuno ha voluto. Alcuni di quei Governatori che si lamentano sono stati membri di un governo che ha fatto tutte le scelte di politica estera, compresa quella in Libia. La nostra strategia è convincere i partner europei a fare il contrario di quanto fatto in passato. Noi non siamo in campagna elettorale permanente e vogliamo risolvere il problema che non abbiamo creato noi".
Poi: "Le proposte che ha fatto l'Ue sulla suddivisione dei migranti al momento sono largamente insufficienti, è un primo passo ma ancora non ci siamo".