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ECONOMIA

Questa sera incontro Juncker-Tsipras a Bruxelles

Grecia, Hollande: "Vicini a intesa". Merkel: "Si lavora con forte pressione"

I negoziati proseguono con 'ritmi febbrili' dice la cancelliera tedesca. Per il presidente Bce Draghi l'accordo dovrà essere 'forte'. Ma ci sarebbero ancora delle divergenze tra i creditori: La commissaria Ue al Bilancio Kristalina Georgieva ha spiegato che la Commissione "sta costruendo il ponte per avvicinare le posizioni tra gli Stati Eurozona e Commissione, Bce e Fmi"

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Il presidente francese Hollande e la cancelliera tedesca Merkel (Ansa)
Atene (Grecia)
La decisione della Bce di incrementare il fondo di emergenza Ela per le banche greche di 500 milioni è stato indubbiamente un segnale. Un primo, timido, segnale che la crisi greca sta arrivando a un punto di svolta. E nel primo pomeriggio quella sensazione positiva è stata confermata. Sia dalle parole della Merkel, sia da quelle di Hollande. La cancelliera tedesca in conferenza stampa a Berlino ha detto che i negoziati stanno andando avanti, che "si lavora con forte pressione" per raggiungere un accordo sulla questione. E i ritmi - ha aggiunto - sono 'febbrili'. Molto più chiaro è stato il presidente francese che, intervenenedo all'Ocse ha detto che siamo a un passo da un accordo. Ha parlato di "pochi giorni", addirittura di "ore". Hollande è determinato, la Grecia deve continuare la sua permanenza nell'Eurozona: "Dev'essere fatto tutto il possibile - ha detto -  nel rispetto del popolo greco ma anche nel rispetto delle regole che l'Europa si è data, per trovare una soluzione negoziata in modo sostenibile". Già questa mattina il ministro dell'Economia Padoan aveva detto che l'intesa per la Grecia era vicina.

Draghi: "C'è determinazione perché alla fine l'accordo si raggiunga, ma deve essere accordo forte"
Molto determinato è apparso anche Mario Draghi: "Non posso dare dettagli in tempo reale" su come proceda il negoziato sulla Grecia - ha detto il presidente della Bce - ma c'è "forte determinazione perché alla fine l'accordo si raggiunga" ma deve essere un "accordo forte". Draghi ha risposto "decisamente si'" a chi gli chiedeva se gli obiettivi di avanzo primario posti ad Atene andrebbero rivisti alla luce delle piu' deboli prospettive di crescita" e ha sottolineato come non ci siano al momento le condizioni per aumentare il tetto di titoli di Stato che la Grecia è autorizzata a emettere. "Dovrebbe esserci una prospettiva credibile di una conclusione positiva della revisione in corso, il che implicherebbe un versamento dagli stati membri", ha detto il presidente della Bce, "questa sarebbe una condizione perche' il Consiglio Direttivo prenda in considerazione, perché non c'è mai un'automaticità, un innalzamento del tetto. E non ci siamo ancora". 

'Ritmi febbrili', quindi - riprendendo le parole della Merkel - sono quelli che stanno caratterizzando i negoziati e che sono preparatori all''incontro di questa sera a Bruxelles tra il presidente della Commissione Ue, Jean-Claude Juncker, e il premier greco Tsipras. L'incontro non sarà definitivo per raggiungere un compromesso sul debito greco, ma sarà comunque un primo passo. Tra due giorni, ricordiamo, la Grecia dovrà rimborsare 312 milioni di euro al Fondo monetario internazionale. "Non ci aspettiamo una soluzione finale," ha detto Margaritis Schinas, portavoce di Juncker, annunciando formalmente l'incontro. Il 5 giugno scade una delle rate del prestito concesso da Fondo Monetario e Ue che Atene ha già dichiarato di "non poter pagare". 

Divergenze tra i creditori
La commissaria Ue per il bilancio Kristalina Georgieva ha spiegato che la Commissione "sta costruendo il ponte per avvicinare le posizioni tra gli Stati Eurozona e le tre istituzioni" (cioé Commissione, Bce e Fmi). E' la prima volta che un esponente dell'esecutivo comunitario indica chiaramente che ci sono delle divergenze fra i creditori. "L'accordo finale spetta all'Eurogruppo che sarà convocato sulla base di un accordo tra le istituzioni",  ha precisato poi la portavoce di Juncker. E all'incontro parteciperà anche il presidente dell'Eurogruppo Jeroen Dijsselbloem.  Juncker inquadra così la situazione: "Ci sono ancora dei problemi da risolvere sul caso Grecia e ciò mi obbliga ad avere diverse riunioni oggi tra cui un incontro con il premier greco". 

Il bilancio 2016 di Atene
La questione più spinosa in questa fase è il bilancio pubblico quest'anno e nel 2016: per i creditori il surplus deve essere assicurato e deve essere solido, credibile. A causa della paralisi economica e politica degli ultimi mesi, il bilancio greco quest'anno sarebbe a bocce ferme in deficit. Tsipras propone un surplus molto più basso nel 2015 e nel 2016 di quanto vorrebbe l'ex Troika. Specialmente per il Fondo monetario internazionale si tratta di una questione dirimente: il surplus dimostra che uno Stato ha i soldi per ripagare i debiti e il Fmi non concede prestiti se non c'è la certezza che nei successivi 12 mesi il debito sia sostenibile. Cioe' che c'è qualcuno che lo ripaga. Il Brussels Group (l'ex Troika che lavora sul piano tecnico) e gli sherpa dei ministri finanziari stanno analizzando il documento greco per misurarne gli effetti economici immediati e nel medio periodo. E per misurare anche quanto sono realistiche le misure previste (tre aliquote Iva, spesa pensionistica nel nuovo regime che prevederebbe lo stop al ritiro anticipato dal lavoro e la conferma dell'attuale livello degli assegni, privatizzazioni, la riforma della sicurezza sociale con la riunificazione delle varie "casse").