Original qstring:  | /dl/archivio-rainews/articoli/Ilva-mandato-arresto-Fabio-Riva-6c03f334-734f-4853-8c35-b87b96731f2a.html | rainews/live/ | true
ITALIA

La richiesta dei pm di Milano

Ilva, nuovo mandato d'arresto per Fabio Riva

Emessa una nuova ordinanza di custodia cautelare nei confronti di uno dei figli dell'ex patron dello stabilimento di Taranto, ma si trova a Londra. Contestata truffa ai danni dello Stato e associazione a delinquere. Settimana decisiva per l'azienda siderurgica, tra piano industriale e piano ambientale

Condividi
Ilva di Taranto
Milano
Nuova ordinanza di custodia cautelare a carico di Fabio Riva, uno dei figli di Emilio Riva, ex patron dell'Ilva, nell'ambito dell'inchiesta milanese coordinata dal procuratore aggiunto Francesco Greco e dai pm Mauro Clerici e Stefano Civardi.  

Secondo l'ipotesi accusatoria formulata dai pm a Fabio Riva viene contestata una truffa ai danni dello Stato per circa un centinaio di milioni di euro e associazione a delinquere finalizzata alla truffa aggravata ai fini di ricevere erogazioni pubbliche alla quale avrebbero contribuito altre due persone arrestate, un commercialista residente in Svizzera e un dirigente della Riva Fire. I pm hanno iscritto nel registro degli indagati per questo nuovo capitolo giudiziario sull'acciaieria anche l'Ilva, accusata di violazione della legge 231 del 2001 sulla responsabilita' amministrativa degli enti per reati commessi dai dipendenti. I finanzieri hanno effettuato sequestri per decine di milioni di euro. La richiesta d'arresto è stata firmata dal gip di Milano, Fabrizio D'Arcangelo mentre Fabio Riva si trova a Londra dal gennaio dell'anno scorso dopo che era stata dichiarata la sua latitanza perché non rintracciato sulla base di un mandato di arresto europeo. 

La discussione alla Camera
Il nuovo mandato d’arresto arriva proprio nel giorno in cui alla Camera entra nel vivo il dibattito l'esame del decreto legge 136 su Ilva Taranto e Terra dei Fuochi. Ieri la discussione in aula ha riguardato soprattutto l'emergenza ambientale dei comuni campani, oggi invece si entrerà nel merito delle questioni del siderurgico di Taranto per il quale il decreto legge delinea due percorsi. Il primo riguarda il potere del commissario dell'Ilva, Enrico Bondi, di aumentare il capitale sociale dell'Ilva partendo dai Riva, che sono la proprietà dell'azienda, ma anche estendendolo, in caso di rifiuto degli stessi Riva, a investitori terzi oppure utilizzando le risorse che agli industriali dell'acciaio hanno sequestrato i giudici di Milano per reati valutari e fiscali. Il secondo percorso, invece, riguarda le misure di prevenzione ambientale e di tutela della salute delle popolazioni esposte alle fonti inquinanti nelle due aree territoriali.

Piano ambientale e piano industriale
Una settimana decisiva quindi per l'Ilva, divisa tra il piano ambientale e quello industriale. Stando al decreto di cui si sta discutendo la conversione in legge, il piano ambientale messo a punto dagli esperti nominati dal ministro all’Ambiente, Andrea Orlando, arriverà entro la fine di febbraio mentre quello industriale nelle due settimane successive. Sulla scrivania del ministro arriverà il piano di smaltimento dei rifiuti, pericolosi e non dello stabilimento. Un adempimento che doveva essere inizialmente contenuto all’interno da un'Aia specifica dopo quella varata a ottobre 2012 per gli impianti dell'area a caldo e che adesso sarà soggetto a decreto ministeriale.

Il piano industriale del commissario Enrico Bondi dovrà ridisegnare invece fisionomia e assetto dello stabilimento siderurgico in quanto, oltre all'ambientalizzazione degli impianti, e' anche previsto il ricorso a nuove modalità di produzione come il gas al posto del carbone coke e il pre-ridotto di ferro al posto dell'agglomerato di minerali di ferro. Il mondo bancario, a cui il piano e' stato illustrato nei giorni scorsi, ha mostrato attenzione tanto che da Federico Ghizzoni, ad di Unicredit, ha definito l'Ilva una società con una solidità patrimoniale e non un'azienda in crisi da salvare.

Le altre inchieste
Sul fronte giudiziario, infine, da vedere gli eventuali sviluppi dell'ispezione notturna fatta due domeniche fa nel siderurgico dai custodi giudiziari e dai carabinieri del Noe, mentre ieri sono state rese note le motivazioni con cui, a fine dicembre, la Corte di Cassazione ha annullato il sequestro da 8,1 miliardi di euro sui beni del gruppo Riva disposto dal gip di Taranto. Non e' stato spiegato e motivato dal gip, dice la Suprema Corte, perché i beni delle altre società del gruppo Riva, "società giuridicamente autonome anche se controllate rispetto a quelle coinvolte nell'indagine, siano stati considerati profitto dei reati associativi e ambientali".