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MONDO

Casa Bianca: cercherà di far tornare i russi sui propri passi

La difficile missione di Tillerson: a Mosca per trattare sulla Siria

Il segretario di Stato Usa incontrerà il suo omologo Lavrov, forse vedrà anche Putin. Il viaggio in Russia di Rex Tillerson arriva dopo il G7 di Lucca, sul cui tavolo ci sono stati il terrorismo e le misure per contrastarlo; dopo il raid aereo con bombe chimiche a Idlib; dopo le pesanti accuse rivolte alla Russia; e dopo la risposta americana con il bombardamento della base siriana di Shayrat

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Rex Tillerson con il presidente Vladimir Putin in una foto del 2012

Occhi puntati su Rex Tillerson. Il segretario di Stato Usa è volato a Mosca per incontrare il suo omologo Serghei Lavrov e, forse, anche Vladimir Putin. E' partito al termine del G7 dei ministri degli Esteri a Lucca, sul cui tavolo ci sono stati il terrorismo e le misure per contrastarlo, quindi sicurezza e politica globale. Un summit volto a delineare una posizione comune per mettere pressione sulla Siria e sui suoi alleati, in particolare la Russia. Arrivato dopo il raid aereo con armi chimiche a Idlib e la risposta americana con i tomahawk contro la base militare di Shayrat.

Obiettivo della missione del segretario di Stato Usa sarebbe quello di 'inchiodare' Mosca alle sue responsabilità, cercando di chiarire un suo possibile coinvolgimento in quell'attacco chimico. Nei giorni che hanno preceduto il summit di Lucca, Tillerson  ha sottolineato l'incapacità della Russia, che si era impegnata a distruggere gli arsenali di armi chimiche della Siria, a portare a termine questo compito rendendo così possibile l'attacco a Idilb. Pur sottolineando che non vi sono prove del fatto che la Russia abbia partecipato all'attacco chimico della scorsa settimana, Tillerson ha detto che "sia che sia stata complice, semplicemente incompetente o sia stata imbrogliata" dal governo siriano, il fatto è che Mosca "non ha rispettato l'impegno che si era presa con la comunità internazionale" sulle armi chimiche.

La Russia infatti, ha ricordato il segretario di Stato americano, aveva accettato di essere "il garante della distruzione degli arsenali di armi chimiche della Siria e il risultato della sua incapacità di mantenere questo impegno ha portato alla morte di altri bambini ed innocenti".

Quello a Mosca è il viaggio più delicato da quando Tillerson, la cui nomina era stata vista con molto sospetto perché accentuava le inclinazioni filo-russe dell'amministrazione Trump, è alla guida della diplomazia americana. Difficile che riesca a convincere il Cremlino ad allentare il suo sostegno a Damasco, cercherà probabilmente di indurre il Mosca a impegnarsi di più per porre fine al conflitto. In realtà, dopo l'attacco missilistico americano, dall'amministrazione si sono levate voci diverse e non sempre concordi sull'evoluzione della politica estera americana. Se Nikki Haley, ambasciatrice Usa presso le Nazioni Unite, parla chiaramente di "cambio di regime" e lascia aperta la strada anche a nuovi attacchi militari americani, Tillerson ha detto che "la priorità in Siria non è cambiata: il presidente Trump è stato chiaro. Prima di tutto dobbiamo sconfiggere l'Isis".

Secondo indiscrezioni di stampa, il segretario di Stato ha il mandato di sondare il Cremlino su un possibile schema d'intesa che preveda anche l'uscita del presidente siriano. Mosca ha già detto che il suo appoggio al regime non è incondizionato, ma è sottinteso che l'obiettivo principale rimane avere garanzie sulla tutela dei risultati già raggiunti - tra cui le due basi militari a Latakia e Tartus - e l'influenza riconquistata nella regione. 

Oxfam: “Il G7 si è dimenticato della povertà"
Oxfam e GCAP denunciano intanto l’assenza, nella Ministeriale Esteri di Lucca, del tema dello sviluppo e della lotta alla povertà, trascurando che l'importanza, nell’agenda del G7, di un impegno globale verso la realizzazione degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile.