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EUROPA

Rule of Law Report

Rapporto su stato di diritto, Commissione Europea boccia Ungheria. Budapest: "Verdetto già scritto"

Nel mirino la mancata indipendenza dei media, il nepotismo, la corruzione.  La ministra ungherese: "Il rapporto fa parte di una campagna in cui Stato di diritto non significa principio ma strumento di estorsione"

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La Commissione europea boccia su tutta la linea la politica del governo ungherese.   Lo fa nella sua pagella sullo stato di diritto nei paesi dell'Unione.

"L'attuazione della strategia anticorruzione" in Ungheria "è in corso, ma la sua portata resta limitata. Persistono carenze per quanto riguarda il finanziamento dei partiti politici, ed il lobbismo. Rimangono irrisolti i rischi di clientelismo, favoritismi e nepotismo nella pubblica amministrazione ad alto livello, nonché i rischi derivanti dal legame tra imprese e attori politici".   Bruxelles sottolinea inoltre come "la raccomandazione di rafforzare l'indipendenza della magistratura, formulata nel contesto del semestre europeo" non sia stata ancora affrontata.

"Permangono preoccupazioni per la mancanza di controlli sistematici e per l'insufficiente supervisione delle dichiarazioni patrimoniali ed interessi", prosegue la relazione della Commissione europea.  Inoltre, sebbene "il tasso di incriminazione per i casi di corruzione sia elevato e dal 2020 siano stati aperti alcuni nuovi casi di corruzione ad alto livello, il track record per le indagini sulle accuse riguardanti funzionari di alto livello e il loro circolo ristretto rimane limitato".

Pluralismo dei media a rischio
"Il pluralismo dei media resta a rischio. Persistono preoccupazioni per quanto riguarda l'indipendenza e l'efficacia dell'Autorità per i media, anche alla luce delle decisioni del Consiglio dei media che hanno portato a togliere alla radio indipendente Klubrádió le trasmissioni on air. Sebbene non siano stati istituiti schemi di supporto dei media per contrastare l'impatto della pandemia di Covid-19 sui mezzi di informazione, quantità significative di pubblicità statale hanno continuato a consentire al governo di esercitare un'influenza politica indiretta sui media". 

"L'accesso alle informazioni pubbliche è stato rafforzato attraverso misure di emergenza introdotte durante la pandemia, rendendo più difficile l'accesso tempestivo a tali informazioni per i media indipendenti. Media e giornalisti indipendenti continuano ad affrontare ostacoli e intimidazioni", conclude il rapporto.

Budapest: "Verdetto già scritto"
 "Non fatevi illusioni: il verdetto sull'Ungheria è stato emesso ancor prima che una lettera fosse scritta su un foglio. Invece di giustificazione, obiettività e vero lavoro professionale, fa eco alle critiche di quelle Ong che rimangono prevenute negativamente nei confronti dell'Ungheria. Le nostre intuizioni si sono rivelate di nuovo giuste. Il rapporto fa parte di una campagna in cui Stato di diritto non significa principio ma strumento di estorsione". Così la ministra della giustizia ungherese, Judit Varga, ha commentato su Twitter il Rapporto sullo stato di diritto pubblicato oggi dalla Commissione Ue, in cui emergono diverse critiche all'Ungheria