POLITICA
Intervista a Repubblica
Renzi: "I poteri forti mi vogliono sostituire? Ci provino. L'articolo 18 è solo un tema ideologico"
Il presidente del Consiglio risponde alle critiche degli ultimi giorni e rilancia: "Va cambiato tutto lo Statuto dei lavoratori". "Io un massone? A casa nostra non siamo massoni, ma boy scout"
I poteri forti voglio sostituire il presidente del Consiglio? “Se pensano di avere i numeri e il candidato giusto ci provino”. Il Pd però “non ha preso il 41% alle Europee per abdicare”. Il premier Matteo Renzi, in un’intervista a Repubblica, risponde alle critiche ricevute negli ultimi giorni e sul tema del lavoro rilancia: “Va cambiato tutto lo Statuto dei lavoratori, è stato pensato 44 anni fa”.
"A casa nostra siamo boy scout, non massoni"
Le critiche all’esecutivo sulle riforme non sono andate giù al leader del Pd. “Negli ultimi giorni si sono schierati contro il governo direttori di giornali, imprenditori, banchieri, prelati – dice - Ai più è apparso come un attacco studiato. Io sono così beatamente ingenuo che preferisco credere alle coincidenze”. Alle accuse di essere un massone, replica: “A casa nostra siamo boy scout, non massoni”.
"L'art. 18 non difende quasi nessuno, è solo un tema ideologico"
Sulla riforma del lavoro, alla vigilia della riunione della direzione del Pd, il premier è categorico. “L’articolo 18 non difende tutti. Anzi, in fin dei conti non difende quasi nessuno. Nel 2013 i lavoratori reintegrati sono stati meno di 3mila: considerando che i lavoratori in Italia sono oltre 22 milioni stiamo parlando dello 0,0001%. È solo un tema strettamente ideologico. Il reintegro spaventa gli imprenditori e mette in mano ai giudici la vita delle aziende. Va tenuto solo per i casi di discriminazione. Per gli altri indennizzo e presa in carico da parte dello Stato”.
No al congelamento dell'art. 18 nei primi anni di contratto
La minoranza del Partito Democratico propone di congelare per i primi 3 o 4 anni il diritto al reintegro. “Che senso avrebbe? Sarebbe un errore – afferma - Significherebbe essere un Paese in cui il futuro dell’economia e dell’industria dipende dalle valutazioni dei giudici. L’art. 18 o c’è per tutti o non c’è per nessuno”. Poi aggiunge: “In un partito normale si discute, si vota anche dividendosi, poi si rende una decisione e la si rispetta. Non voglio prove di forza muscolari, anche se abbiamo la certezza di avere la maggioranza”.
"Il mero rigore farà male anche alla Germania, i tedeschi lo sanno"
Le riforme, sostiene il presidente del Consiglio, permetteranno di “andare in Europa senza più nulla da dimostrare” e per chiedere di interrompere “questa politica di austerità miope e sterile”. “I tedeschi - prosegue - sono i primi a sapere che in prospettiva questa politica europea di mero rigore farà male anche a loro. Alla Germania non serve una Francia in mano a Le Pen o un’Italia in recessione”.
"A casa nostra siamo boy scout, non massoni"
Le critiche all’esecutivo sulle riforme non sono andate giù al leader del Pd. “Negli ultimi giorni si sono schierati contro il governo direttori di giornali, imprenditori, banchieri, prelati – dice - Ai più è apparso come un attacco studiato. Io sono così beatamente ingenuo che preferisco credere alle coincidenze”. Alle accuse di essere un massone, replica: “A casa nostra siamo boy scout, non massoni”.
"L'art. 18 non difende quasi nessuno, è solo un tema ideologico"
Sulla riforma del lavoro, alla vigilia della riunione della direzione del Pd, il premier è categorico. “L’articolo 18 non difende tutti. Anzi, in fin dei conti non difende quasi nessuno. Nel 2013 i lavoratori reintegrati sono stati meno di 3mila: considerando che i lavoratori in Italia sono oltre 22 milioni stiamo parlando dello 0,0001%. È solo un tema strettamente ideologico. Il reintegro spaventa gli imprenditori e mette in mano ai giudici la vita delle aziende. Va tenuto solo per i casi di discriminazione. Per gli altri indennizzo e presa in carico da parte dello Stato”.
No al congelamento dell'art. 18 nei primi anni di contratto
La minoranza del Partito Democratico propone di congelare per i primi 3 o 4 anni il diritto al reintegro. “Che senso avrebbe? Sarebbe un errore – afferma - Significherebbe essere un Paese in cui il futuro dell’economia e dell’industria dipende dalle valutazioni dei giudici. L’art. 18 o c’è per tutti o non c’è per nessuno”. Poi aggiunge: “In un partito normale si discute, si vota anche dividendosi, poi si rende una decisione e la si rispetta. Non voglio prove di forza muscolari, anche se abbiamo la certezza di avere la maggioranza”.
"Il mero rigore farà male anche alla Germania, i tedeschi lo sanno"
Le riforme, sostiene il presidente del Consiglio, permetteranno di “andare in Europa senza più nulla da dimostrare” e per chiedere di interrompere “questa politica di austerità miope e sterile”. “I tedeschi - prosegue - sono i primi a sapere che in prospettiva questa politica europea di mero rigore farà male anche a loro. Alla Germania non serve una Francia in mano a Le Pen o un’Italia in recessione”.