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ITALIA

Le ipotesi

Riforma pensioni: si studiano "l'opzione uomo", "l'opzione donna" e il prestito pensionistico

Il ministro del Lavoro Poletti, di concerto col ministro dell'Economia Padoan, al lavoro sulla possibilità di superamento del blocco del turn over introdotto dalla legge Fornero

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Roma
Il ministro del Lavoro Poletti annuncia a Modena: "Stiamo lavorando sulle riforma delle pensioni. Sappiamo che c'è un aspetto da risolvere legato a uno scalino alto che blocca il turn over introdotto dalla Legge Fornero e in questo momento stiamo valutando opzioni e punti di equilibrio assieme al ministro dell'Economia Padoan".

I tecnici dell'Esecutivo anticipano che il Governo sta lavorando per i lavoratori che perdono l'occupazione a pochi anni dalla pensione. Si sta studiando "l'opzione uomo", cioè la possibilità di accedere alla pensione con 3 anni di anticipo rispetto all'età di vecchiaia (66 anni e 7 mesi dal 2016) prevedendo un taglio dell'assegno non legato al ricalcolo contributivo, ma all'equità attuariale, cioè al tempo più lungo di percezione dell'assegno. Sono allo studio anche il prestito pensionistico e una sorta di assegno di solidarietà per le situazioni di maggiore disagio e l'uscita anticipata delle donne dal lavoro dal 2016 a 62-63 anni con 35 di contributi: si tratta di una nuova opzione donna – spiegano tecnici dell'Esecutivo - che prevedrebbe, invece del ricalcolo contributivo, una riduzione dell'assegno legata alla speranza di vita e pari a circa il 10% per tre anni di anticipo rispetto all'età di vecchiaia.

 Il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, a margine di un convegno su giovani e lavoro, organizzato a Bologna dalla Conferenza episcopale dell'Emilia Romagna ha sottolineato che "Stiamo lavorando come ha detto il presidente del consiglio, adesso analizziamo tutte le opzioni possibili. Ho visto che escono fantasiose anticipazioni ma non nulla hanno a che fare con il lavoro che stiamo portando avanti. Adesso dobbiamo fare tutte le previsioni, simulazioni e valutazioni, poi insieme collegiamente il consiglio dei ministri deciderà". Quindi ha precisato che tutte le ipotesi uscite "sono fantasiose". "Quando uscirà la legge di Stabilità, dove vengono scritte le norme, se ci saranno scritte, perchè a quel punto vorrà dire che - ha osservato il Ministro - avremo fatto tutte le valutazioni e preso una decisione, lo saprete. Non c'è nessuna anticipazione sulla materia",

Risponde al ministro Poletti la segretaria generale della Cgil Susanna Camusso che dall'Expo di Milano ha sostenuto che lavorare sul 'gradino blocca turnover' "può voler dire tutto e niente: può voler dire che si innesca un serio procedimento di flessibilità, allora siam pronti a discutere. Può voler dire che si innesca un serio procedimento di flessibilità, allora siam pronti a discutere perché è una norma che riguarda il rapporto tra età, qualità e tempo del lavoro - dice Camusso – Oppure può voler dire un provvedimento solo per alcuni". Comunque, specifica la leader della Cgil, "se il ministro Padoan pensa che l'unico criterio per le pensioni" anticipate da assegnare a disoccupati ed esodati "sia l'aspettativa di vita, allora facciamola  per mestieri e scopriremmo che l'aspettativa di vita è profondamente diversa tra chi per lavoro stacca cedole e chi sta all'altoforno".

Il segretario generale della Uil, Carmelo Barbagallo, ha detto in una intervista televisiva che "la flessibilità in uscita bisogna farla, Padoan si dia una regolata, oggi il nostro sistema è sostenibile. Altre penalizzazioni non servono, vediamo di fare una discussione seria" perché la "flessibilità in uscita serve al Paese, alle imprese e ai lavoratori e serve dare una risposta agli esodati". L'ipotesi di un eventuale taglio degli assegni del 15% "non è accettabile" visto che, ha proseguito Barbagallo, "con cinque anni prima si va con circa il 7-8% in meno e non c'è bisogno di ulteriori penalizzazioni".

Per la segretaria generale della Cisl, Annamaria Furlan, la flessibilità in uscita "permetterebbe ai lavoratori di accedere alla pensione con un'età compatibile ed aprirebbe posti a tanti giovani disoccupati. Il governo dica una parola chiara e comune a tutto l'esecutivo - conclude la sindacalista - Non se ne può più di sensazioni, opinioni, fughe in avanti dei singoli ministri".