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ITALIA

Il disastro di Corato

Scontro tra treni, al Policlinico lo strazio dei familiari. Per molti solo riconoscimento indiretto

Momenti di tensione si sono avuti all'ingresso. Alcuni parenti volevano entrare nell'istituto ma il personale ha chiesto loro di fare entrare solo due congiunti. "Dobbiamo vedere i nostri cari che sono morti - hanno urlato i parenti spingendo per entrare - dobbiamo stare tutti vicini". La psicologa: "Parenti disperati negano la realtà"

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Non saranno facili le procedure di riconoscimento legale per alcune delle 23 salme a Bari, all'Istituto di Medicina legale del Policlinico.  "Brutta storia - mormora uno dei medici al lavoro, uscito un momento per fumare una sigaretta, appartato in un angolo fra i pochi alberi, con una temperatura e' ormai torrida.

"Per molti sara' possibile solo un riconoscimento indiretto, a causa delle condizioni di alcuni dei deceduti. L'impatto e' stato terrificante".


Momenti di tensione
Tra i parenti c'e' molta compostezza pur con i volti rigati di lacrime. Momenti di tensione si sono avuti all'ingresso dell'istituto di Medicina legale del Policlinico di Bari tra alcuni parenti delle vittime e il personale del nosocomio che sta dirigendo il flusso delle persone che stamattina sono state chiamate per i riconoscimenti delle salme.    Alcuni parenti volevano entrare nell'istituto ma il personale ha chiesto loro di fare entrare solo due congiunti. "Dobbiamo vedere i nostri cari che sono morti - hanno urlato i parenti spingendo per entrare - dobbiamo stare tutti vicini".

A quel punto il personale ha provato a chiudere le porte ma appena una delle ante e' stata socchiusa, molte persone hanno urlato "vergogna", e in lacrime hanno detto "non e' possibile essere trattati cosi', abbiamo i nostro morti la' dentro". Poco dopo la situazione e' tornata alla normalita' e le porte sono rimaste aperte.


Gabriele non si trova
Intanto Gabriele, 24 anni a ottobre, di Andria,  non si trova ancora.  Alcuni parenti raccontano che tornava da Bari, dopo una medicazione per una piccola ferita a una mano. "Era quasi arrivato a casa" mormorano sgomenti. Non e' tra i feriti, non e' tra gli identificati. Secondo quanto filtra dall'interno dell'obitorio, i congiunti sono tenuti lontani dall'area delle salme e l'avvicinamento viene disciplinato in modo che uno o due congiunti al massimo procedano al riconoscimento.

La psicologa: "Parenti disperati negano realta'  
"Molti parenti hanno reazioni di disperazione, rabbia, ma sopratutto di negazione della realta'". Lo riferisce la psicologa Maria Storelli, del servizio assistenza ai parenti delle vittime dell'incidente ferroviario che questa mattina al Policlinico di Bari stanno riconoscendo i propri cari tra le 22 salme che si trovano attualmente all' Istituto di Medicina legale. "Molti - spiega - hanno la speranza priva di fondamento che i loro cari siano ancora vivi, e questo comporta la non accettazione della realta'". "Siamo comunque pronti a intervenire per ogni eventualita' - prosegue - ogni caso sara' trattato secondo le sue peculiarita'". "Siamo in costante contatto con la Croce rossa - conclude - che ci coordina e insieme decidiamo il da farsi".