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SCIENZA

Astronomia

Spazio, il mistero dei lampi radio veloci: fenomeno naturale o messaggi di ET?

Astronomi in cerca di risposte per spiegare i "fast radio bursts", impulsi radio provenienti dallo spazio rilevati per la prima volta nel 2001. Un'analisi citata anche da New Scientist ha evidenziato una regolarità al loro interno che può far pensare a una sorgente artificiale. Andrea Possenti dell'osservatorio Inaf di Cagliari: nuovi dati smentiscono quelle conclusioni

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di Andrea BettiniRoma
Sono uno dei misteri ancora irrisolti nel campo dell’astronomia: impulsi radio di alcuni millisecondi, provenienti probabilmente dalle profondità del cosmo, la cui sorgente è ancora ignota. Gli esperti li chiamano “fast radio bursts”, cioè lampi radio veloci. Per spiegarli al momento esistono solo ipotesi e qualcuno si è spinto anche a parlare di una possibile fonte artificiale. Messaggi da ET? Se lo è chiesto pochi giorni fa anche un articolo pubblicato da New Scientist, ma nuovi dati farebbero propendere per una spiegazione diversa.
 
Il numero magico 187,5
Il primo fast radio burst (FRB) è stato registrato nel 2001. Quelli noti e pubblicati, cioè riconosciuti dalla comunità scientifica, finora sono stati una decina. Un’analisi dei dati disponibili condotta da Michael Hippke dell’istituto di Data Analysis di Neukirchen-Vluyn (Germania) e John Learned dell’Università delle Hawaii ha rilevato una regolarità piuttosto strana per un fenomeno naturale. Riguarda la dispersione dell’impulso, cioè il ritardo fra il tempo di arrivo a frequenze più elevate e quello a frequenze più basse, un dato che è indice della distanza dalla sorgente. Sembrerebbe rispettare uno schema: in tutti i casi studiati è un multiplo di 187,5.
 
Nuovi dati in arrivo
Si tratta di un numero magico, di un messaggio in codice lanciato da qualche extraterrestre per farci notare la sua presenza? Prima di arrivare a conclusioni così estreme gli esperti hanno iniziato a lavorare sulle spiegazioni più semplici, cioè quelle naturali, e soprattutto a raccogliere altri dati. Tra gli scienziati che studiano i FRB ci sono anche i radioastronomi dell’osservatorio astronomico Inaf di Cagliari, che fanno parte del gruppo internazionale che li ha scoperti. “Il nostro gruppo ha individuato una mezza dozzina di nuovi lampi radio veloci – dice il direttore Andrea Possenti – Non posso entrare nei dettagli perché l’articolo scientifico è in via di pubblicazione, ma le osservazioni più recenti non mostrano la regolarità citata da New Scientist. Quando i casi noti sono pochi è più facile trovare nessi tra loro, anche per puro caso. Nel campione più ampio che ora abbiamo a disposizione il numero magico 187,5 non collega tutti i burst”.

Molte ipotesi in campo
Se l’ipotesi di un segnale artificiale sembra dunque perdere peso, che cosa sono i lampi radio veloci? “La loro natura non è ancora stata chiarita – continua Andrea Possenti – Supponiamo che siano associati a sorgenti situate a miliardi di anni di distanza da noi, ma nessuna di esse è mai stata identificata. Se davvero vengono da così lontano, l’energia da loro posseduta per arrivare in modo visibile fino a noi deve essere ragguardevole. Sono state avanzate molte possibili spiegazioni. Ad esempio, potrebbero essere associati a super esplosioni di stelle di categoria Magnetar, che da ciò che sappiamo sono quelle con il campo magnetico più potente nell’universo. Potrebbero anche essere un lampo di energia emesso quando alcuni tipi di stelle collassano diventando un buco nero”.
 
A caccia di risposte
L’unico modo per risolvere il mistero è continuare a cercare risposte. “Osserviamo questi eventi nella speranza di catturarne uno a cui sia associato qualcosa ad altre lunghezze d’onda – spiega Andrea Possenti - Se insieme a un fast radio burst un giorno si riuscisse ad esempio a vedere un puntino luminoso che si accende e si spegne, lo si potrebbe studiare con altri strumenti e sarebbe più semplice capire che cosa lo produce”.