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MONDO

Una due-giorni segnata da enormi misure di sicurezza

Trump vola in Terra Santa con l'ambizione di un accordo di pace tra Israele e Palestina

Inizia oggi la visita del presidente Usa in Israele.  Sarà il conflitto israelo-palestinese il tema centrale della 'due giorni'. Alla vigilia del suo e dietro sua espressa richiesta, il governo israeliano  ha già varato misure a favore  dei palestinesi. Trump sarà il primo presidente americano in carica a visitare il Muro del Pianto.  Il tweet di Ivanka: "Storica visita in Arabia Saudita, continuiamo in Israele"

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Il presidente americano Donald Trump ha lasciato l'Arabia saudita alla volta di Israele. Il presidente Usa è arrivato all'aeroporto Ben Gurion intorno alle 11.30 ora italiana, ed è stato accolto dal premier israeliano Benjamin Netanyahu, dal presidente Reuven Rivlin e da una folta delegazione di ministri e alti funzionari del governo.

"Fantastica e storica visita in Arabia Saudita. Sono emozionata di continuare il nostro viaggio in Israele" ha twittato Ivanka Trump, al seguito del padre in questa prima missione all'estero da quando è stato eletto presidente.

Al centro della visita il conflitto israelo-palestinese
Sarà il conflitto israelo-palestinese il tema centrale della 'due giorni' in Terra Santa di Donald Trump. Il presidente Usa incontrerà il premier Benjamin Netanyahu e, a Betlemme, il leader dell'Autorità nazionale palestinese, il presidente Abu Mazen. L'ambizione è riattivare il negoziato di pace e arrivare dove nessuno dei suoi predecessori è giunto, "l'accordo piu' difficile da raggiungere", come ha detto egli stesso, la pace tra israeliani e palestinesi. Oltre agli incontri istituzionali, il presidente americano visiterà il memoriale dell'Olocausto, Yad Vashem, il Santo Sepolcro, che è il luogo più sacro del cristianesimo, e poi sempre nella Città Vecchia di Gerusalemme, a pochi centinaia di metri di distanza, sarà il primo presidente americano in carica a visitare il Muro del Pianto.

In arrivo da Riad dove ha fatto appello ai Paesi arabi a fermare il terrorismo, il presidente Trump ha lasciato a casa una serie di problemi, prima tra tutti l'inchiesta sulle possibili collusioni tra la sua campagna elettorale e la Russia. In Terra Santa cercherà il rilancio della sua immagine, ma dovrà chiarire i segnali confusi mandati negli ultimi mesi e che hanno prima illuso il governo di Netanyahu, il più a destra della storia di Israele, e poi hanno rassicurato i palestinesi: abituato a cambi repentini di posizione, Trump ha infatti promesso nei mesi scorsi di riconoscere Gerusalemme come la capitale di Israele e di trasferirvi l'ambasciata americana che attualmente è a Tel Aviv, ma poi ha anche mostrato aperture ad alcune delle preoccupazioni palestinesi, esortando Israele a fermare la colonizzazione dei territori occupati.

Una due-giorni circondata da enormi misure di sicurezza
da Con un programma che ha subito l'ennesimo cambio all'ultimo minuto e che potrebbe subire ancora cambiamenti, la visita è circondata da enormi misure di sicurezza messe in piedi dallo Shin Bet, il servizio di sicurezza interna israeliano, e dai servizi segreti americani per garantire l'incolumita' del presidente, della moglie Melania, della figlia Ivanka e del genero, oltre che delle centinaia di funzionari che li accompagnano. L'arrivo all'aeroporto Ben Gourion è previsto intorno alle 12:15, le 11:15 in Italia, dove sarà accolto con tutti gli onori e dal premier Netanyahu. Il faccia-a-faccia tra i due dovrebbe cominciare intorno alle 18, dopo che Trump sarà stato ricevuto dal presidente Reuven Rivlin e dopo il tour nella Città Vecchia. Quindi, Netanyahu ospiterà Trump e la moglie Melania nella sua residenza ufficiale per una cena privata. Nel pomeriggio Melania e la moglie di Netanyahu, Sarah, visiteranno l'ospedale Hadassah Ein Kerem, incontrando medici e infermiere, ma anche i bambini ricoverati. La giornata di domani si aprirà con l'incontro alle 10 con il presidente palestinese, Abu Mazen, a Betlemme. Alle 13, la visita allo Yad Vashem e subito dopo il discorso più importante, al Museo israeliano; poi, alle 16:00 la partenza alla volta dell'Italia, dove l'arrivo dell'Air Force One è previsto alle 18:30.

Netanyahu: con Trump discuterò di pace e sicurezza
"Con il presidente Usa Donald Trump discuteremo di come rafforzare la sicurezza e di come andare verso la pace" ha affermato Netanyahu, citato dal Jerusalem Post, alla vigilia della visita di Trump. Il premier  ha aggiunto che "i cittadini israeliani accoglieranno a braccia aperte" Trump, che arriverà in Israele dopo aver firmato con l'Arabia Saudita accordi per la fornitura di armi che il segretario di Stato Usa Rex Tillerson ha definito contro "la maligna influenza" dell'Iran, nemico di Israele.

"E' per noi un onore che il presidente Trump abbia scelto di verire a Gerusalemme, la capitale di Israele e, naturalmente, dello Stato di Israele" ha aggiunto Netanyahu, che- riferisce su Twitter il corrispondente diplomatico di Haaretz, Barak Ravid - ha ordinato a tutti i ministri del governo, nessuno escluso, di essere presenti alla cerimonia di benvenuto in aeroporto. La frase del primo ministro israeliano ricalca e ribadisce la posizione espressa più volte da Washington, pronta a trasferire la propria rappresentanza diplomatica a Gerusalemme.

Netanyahu su tutte le furie: i ministri non volevano accogliere Trump in aeroporto
l premier israeliano era andato su tutte le furie ieri mattina nel corso della riunione del Consiglio dei ministri quando ha saputo che la gran parte dei ministri non aveva alcuna intenzione di andare all'aeroporto Ben Gurion per accogliere Trump. La svogliatezza dei capi dei dicasteri era stata causata dai continui cambiamenti del piani della Casa Bianca, che ha fato sapere di non gradire una lunga sosta del presidente americano sotto il sole cocente condita da strette di mani con ciascun membro del governo. Di conseguenza i ministri erano stati esclusi dall'evento, per poi essere di nuovo convocati con l'avvertenza che dovranno giungere al Ben Gurion con due ore e mezzo di anticipo rispetto all'arrivo di Trump, sottoporsi ai controlli di sicurezza e limitarsi ad assistere alla cerimonia senza poter stringere la mano all'ospite illustre. A quel punto c'era stata una silenziosa rivolta dei ministri, che ieri ha spinto Netanyahu a intervenire con decisione.

Su richiesta Trump Israele vara misure a favore palestinesi
Alla vigilia dell'arrivo del presidente americano, il governo israeliano ha adottato domenica sera una serie di misure destinate a migliorare la vita dei palestinesi e favorire la loro economia; e lo ha fatto su richiesta del presidente americano, ha indicato una fonte israeliana.

Permessi ai palestinesi per costruire nella cosiddetta "zona C"?
In particolare il governo israeliano ha deciso di prolungare gradualmente l'orario di apertura del passaggio di frontiera di Allenby Bridge, anche chiamato ponte di re Hussein, un importante valico di transito per i palestinesi tra la Cisgiordania e la Giordania (con l'obiettivo, ha spiegato nella notte una fonte che ha chiesto l'anonimato, di arrivare a tenerlo aperto 24 ore su 24 per sette giorni alla settimana). Israele controlla tutti gli accessi della Cisgiordania, territorio occupato da ormai 50 anni. Il governo ha anche approvato l'espansione di un punto di passaggio tra la Cisgiordania e Israele, vicino a Tulkarem, utilizzato dai palestinesi che ogni giorno vanno a lavorare in territorio israeliano. Il governo israeliano ha anche dato disposizioni sull'uso della terra, senza però spiegare meglio la natura delle misure. Secondo la stampa israeliana, queste misure riguardano un tema estremamente 'sensibile' per il governo: i permessi ai palestinesi per costruire in una zona cosiddetta C, cioè la zona in cui Israele ha un controllo militare e civile completo e che rappresenta circa il 60% della Cisgiordania. Ad oggi ottenere questo tipo di permessi è praticamente impossibile per i palestinesi. Due ministri, Naftali Benett e Ayelet Shaked -tra i più strenui difensori delle colonie, che si trovano nella zona C- si sarebbero opposti con forza. Il timore è che la concessione dei permessi di costruzione ai palestinesi metta a rischio il futuro delle colonie se si arriva a una soluzione del conflitto. Trump ha anche chiesto misure di fiducia e disponibilità reciproca da parte dei palestinesi.