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MONDO

Erdogan e la stretta sui media

Turchia, quotidiano di opposizione esce con editoriali in bianco contro la censura

In particolare Sozcu ricorda di aver subito in questo periodo 57 processi e 67 denunce, con decine di editorialisti finiti sotto accusa.

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"Se Sozcu resta in silenzio, la Turchia resta in silenzio". Il titolo sulla prima pagina di oggi appare a caratteri cubitali, ma a colpire di più sono i dieci editoriali che lo accompagnano: tutti in bianco. Compaiono, come di consueto, le foto e i nomi dei giornalisti, ma non c'è scritta neppure una riga.

Questa l'originale forma di protesta scelta dal quotidiano turco Sozcu contro "la crescente pressione nell'ultimo anno nei confronti dei giornali di opposizione" in Turchia. In particolare Sozcu ricorda di aver subito in questo periodo 57 processi e 67 denunce, con decine di editorialisti finiti sotto accusa.

"Il presidente Erdogan ci fa causa per articoli in cui il suo nome non compare neppure. Articoli che citano il nome di suo figlio o sua figlia sono diventati oggetto di querele. Il loro scopo è di intimidire, pacificare e controllare Sozcu e i suoi commentatori, eliminando la libertà di opinione e di espressione", denuncia l'editoriale in prima pagina.

Nei giorni scorsi la celebre 'gola profonda' Fuat Avni, attiva tramite un account Twitter, aveva indicato l'intenzione del presidente Recep Tayyip Erdogan di imporre una nuova stretta sui media in vista del voto anticipato del primo novembre.

Nel rapporto diffuso a febbraio da Reporter senza frontiere sulla libertà di stampa nel mondo, la Turchia è solo 148esima su 180 paesi. E anche l'International Press Institute (Ipi) ha lanciato l'allarme sulle numerose violazioni della libertà di stampa nel paese sotto il governo islamico del presidente Recep Tayyip Erdogan, avvertendo sui rischi per "la democrazia".