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POLITICA

Verso il governo Draghi

Zingaretti: "Salvini ha dato ragione al Pd. Ora si apre una fase nuova"

"L'idea di superare i problemi, distruggendo l'Europa, era fallimentare" dice il segretario dem a Mezz'Ora in più. "A Draghi chiederemo di creare lavoro, in particolare per donne e giovani, riforma fiscale per la progressività, senza la furbizia dei condoni"

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"La linea del Pd è con Draghi, con le nostre idee e i nostri valori che la storia conferma hanno avuto fondamento. Mario Draghi è la personalità europea che più ha garantito un'idea di Europa per una buona spesa pubblica, contro l'austerità". A dirlo, a Mezz'ora in più su Rai3, il segretario Pd, Nicola Zingaretti. 

"Quello di Draghi è un profilo che si è messo al servizio di una possibile rinascita italiana. Gli chiederemo di produrre fatti concreti. Siamo per creare lavoro, è una priorità assoluta. Poi una riforma fiscale all'insegna della progressività, della giustizia, della sburocratizzazione, senza la furbizia dei condoni. Guardo a questo esperimento con grande fiducia, anche se sono molto contento di aver lavorato perché Conte andasse avanti fino alla fine".

"Non solo non ho paura" del governo Draghi "ma guardo a questo esperimento con molta fiducia". E però "sono molto convinto e orgoglioso di aver lavorato fino alla fine perché l'esperienza del governo Conte andasse avanti. Quel patrimonio ora risulta utilissimo per concludere la legislatura e dare a Draghi una base di solidarietà programmatica che penso sia un elemento di forza". Una base che sul programma Zingaretti declina così: "Creare lavoro", in particolare per donne e giovani, "riforma fiscale per la progressività senza la furbizia dei condoni".

L'analisi del segretario dem
L'intervista di Mezz'ora in più si trasforma in occasione per il segretario dem per fare un'analisi, a giochi fermi, di quanto è accaduto nelle fasi concitate dei giorni appena passati e di quanto dovrà accadere nell'immediato futuro.

Sul nuovo esecutivo
"Se sarà un governo tecnico o politico? Non voglio sfuggire alla domanda, ma ci rimettiamo alle proposte e alla sintesi di Draghi, questo è l'oggetto del confronto con le forze politiche. Non per fuggire alla sua riposta, ma ci dobbiamo rimettere alle valutazioni di Draghi. Per noi è importante che si parta da posizioni europeiste e Draghi è una garanzia in questo senso. Poi ci serve un modello di ricostruzione del nostro Paese: lavoro, green economy, sburocratizzazione e tutto quello che sappiamo".

Su Conte
"Conte è già un protagonista, anche della possibilità di formare adesso un governo Draghi. Federatore? Ne discuteremo insieme, è una personalità che ha dato grande contributo, spero continuerà a darlo. Poi dipenderà anche da lui. Però va detto che sta dando un contributo al decollo di questa esperienza governo". 

Su Salvini
"E' una novità, ho detto che Salvini ha dato ragione al Pd, tutti possono riconoscere che l'idea di superare i problemi distruggendo l'Europa era un'idea fallimentare. Ora si apre una fase nuova". La Lega entrata facilmente nel Governo impatta sul PD? "Stiamo vivendo un nuovo periodo dopo la pandemia, i pilastri del sovranismo sono caduti in tutto il mondo, è stato sconfitto Donald Trump, punto di riferimento del sovranismo mondiale. Si è dimostrato che il mondo davanti alla pandemia deve collaborare. Ho percepito la crisi di un modello politico, siamo alla vigilia di un riposizionamento politico. Noi siamo il punto di riferimento di questa ricostruzione a cui crediamo".

Su Speranza
"Roberto Speranza è un eccellente ministro della Sanità, anche perché le Regioni non possono fare tutto da sole".

Sulla pandemia
"Si è dimostrato che il mondo per superare la pandemia è cooperare". 

Sul Pd
"Nel 2018 eravamo la forza politica al tramonto e più marginale nel bipolarismo Lega-M5Ss, oggi siamo un punto di riferimento nella costruzione di questa operazione di governo a cui collaboriamo". "All'interno del PD c'è clima di grande unità, non ci sono malcontenti per Salvini". Il passato ha dimostrato che vanno evitate fratture, "ma questo non deve significare immobilismo", precisa Zingaretti, quindi "noi reagiremo", innanzitutto dando sostegno a Mario Draghi.

Sul congresso del Pd
Il Congresso ci sarà tra due anni, ma appena finita questa vicenda porrò il quesito di come andare avanti". "Lo posso fare - riprende - perché il Pd si è unito più di quanto non lo sia mai stato. Quella frattura ci impediva di fare politica, e tutti abbiamo fatto uno sforzo per un punto di equilibrio"."In due anni è cambiato tutto ma, l'avevo detto prima della pandemia, serve una discussione politica vera sull'identità e il profilo. Il vero successo è che lo possiamo fare, perché in questi due anni abbiamo ricostruito una speranza in Italia che si chiama Pd e che ora deve rilanciare per il futuro la propria prospettiva politica"."Ora discuteremo insieme come farlo, spero solo - avverte Zingaretti - che nessuno vorrà rimettere indietro le lancette dell'orologio, perché questa sì sarebbe battaglia politica".

Sulla nuova maggioranza
"Non è detto che l'aumento dei numeri e dell'eterogeneità del governo corrisponda ad una sua maggiore stabilità". "Quello che può essere rischioso è nella credibilità della maggioranza. Il problema non è per il Pd, ma per la credibilità dell'operazione politica, che dia in tre mesi un segnale di svolta anche votando in Parlamento". Su questo punto, ha però assicurato Zingaretti, "ci fidiamo del professor Draghi, è lui che innanzitutto deve fare questa valutazione". E poi rivendica: "La nostra forza è essere arrivati a questo appuntamento non da soli, ma insieme a un campo anche parlamentare di forze, di 321 deputati e 157 senatori, tutto a disposizione dell'esperimento del professor Draghi".

Sulle prossime amministrative
"Tra qualche settimana, o mese, non si sa, voteranno milioni di italiani, le più grandi città italiane. Ogni città deciderà per sè, in piena autonomia nei territori, ma noi portiamo in eredità un patrimonio di una forza finalmente unita e unitaria, di alleanze civiche, territorali e mi permetto di dire competitive ovunque". Nicola Zingaretti guarda così al rapporto del Pd con M5s e Leu e, annota che "ci avviciniamo a una tornata elettorale che, se continueremo con questo spirito, unitario addirittura al di là del fatto se ovunque andremo uniti, porterà a una grande vittoria alle amministrative". 

Ieri il primo giro di consultazioni
Ieri, con gli incontri con Lega e Movimento 5 Stelle, segnato da una forte disponibilità del Carroccio, si è chiuso il primo giro di consultazioni del presidente incaricato Mario Draghi. Dopo la pausa della domenica, Draghi incontrerà le parti sociali lunedì mattina e vedrà di nuovo i partiti dal pomeriggio di lunedì al pomeriggio di martedì per un secondo giro.

Questo il calendario di lunedì 8 febbraio:
15-15.15 - Gruppo Misto alla Camera - Minoranze linguistiche (componente gruppo misto)
15.30-15.45 - Maie - Movimento associativo italiani all'estero - Psi (componente gruppo misto Camera)
16-16.15 - Azione, +Europa-Radicali italiani di Camera e Senato
16.30-16.45 - Noi con l'Italia - Usei- Cam,biamo!- Alleanza di Centro (Componente gruppo Misto camera); Idea e Cambiamo (Componente gruppo misto Senato)
17-17.15 - Centro democratico - Italini in Europa (componente gruppo Misto Camera)
17.30-18 - Gruppo per le autonomie del Senato.

Il calendario di martedì 9 febbraio:
11 Europeisti-Maie-Cd Senato,
11.45 gruppo Leu,
12.30 Iv e Psi,
13.15 Fdi,
15 il Pd,
15.45 Fi e Udc,
16.30 Lega,
17.15 il M5s.

Infine, probabilmente martedì sera, il premier incaricato potrebbe salire al Quirinale per sciogliere la riserva sul mandato.

Le consultazioni
Sabato mattina il garante Beppe Grillo ha richiamato all'unità, a evitare divisioni e a tenere la barra dritta sui temi cari ai 5s. Tra le richieste di Grillo, anche il Ministero per i Giovani.

La nota del M5s: "Verificheremo le condizioni" "Abbiamo incontrato il presidente incaricato, Mario Draghi, di fatto ci siamo conosciuti. Apparteniamo evidentemente a mondi diversi. Abbiamo portato i nostri temi e ci siamo confrontati su questi. Abbiamo dato al nostra disponibilità al confronto e continueremo a farlo, ci sarà un altro incontro e valuteremo se ci sono le condizioni per avviare questa nuova sfida".

Salvini (Lega): "Noi non abbiamo posto condizioni",  dice il segretario della Lega, Matteo Salvini, al termine delle consultazioni con il presidente incaricato, Mario Draghi. "Noi siamo a disposizione, la Lega è la prima forza politica del Paese, dove governa lo fa con ottimi risultati. A differenza di altri non riteniamo che si possa andare avanti a colpi di no.

QUI Le consultazioni di ieri