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ITALIA

Firenze

Morto dopo l'arresto, la denuncia della famiglia di Magherini: "Calci quando era già immobilizzato"

Si legge nella denuncia: "Riccardo risulta essere stato immobilizzato con un uso della forza non previsto e contemplato nelle tecniche di immobilizzazione delle forze dell'ordine con calci anche nel momento in cui era già steso prono a terra"

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Riccardo Magherini
Nel giorno degli applausi a tre dei quattro agenti condannati in via definitiva per la morte dell'allora 18enne Federico Aldrovandi, la madre Patrizia Moretti parla di orrore. Un secondo orrore, dopo l'uccisione del figlio nel 2009, lo stesso che sta vivendo oggi la famiglia di Riccardo Magherini, 39 anni, morto il 3 marzo scorso a Firenze mentre veniva arrestato dai Carabinieri. Per questo hanno depositato in Procura una denuncia in cui chiedono che i militari vengano accusati di omicidio preterintenzionale e i sanitari di omicidio colposo.

La denuncia: calci anche quando era già a terra
"Riccardo risulta essere stato immobilizzato con un uso della forza non previsto e contemplato nelle tecniche di immobilizzazione delle forze dell'ordine" con "calci quantomeno ai fianchi/addome anche nel momento in cui era già steso prono a terra". Lo scrivono nella denuncia Guido e Andrea Magherini, padre e fratello di Riccardo.

"Riccardo immobilizzato sull'asfalto"
"Nel lungo arco temporale iniziato 'qualche minuto prima' che arrivasse la prima ambulanza - ricostruiscono i familiari nella denuncia - fino a quando è arrivata la seconda ambulanza con l'avvio delle manovre di
soccorso (almeno 15 minuti), Riccardo era gia' divenuto totalmente silenzioso e immobile ma i quattro militari intervenuti hanno invece deciso di continuare a tenere Riccardo immobilizzato nella medesima posizione, continuando altresì ad esercitare pressione sul dorso". In attesa dell'ambulanza con il medico, i primi sanitari intervenuti "non hanno provveduto nemmeno a rimuovere Riccardo da quella posizione (peraltro con
l'addome scoperto appoggiato sull'asfalto freddo) nè a liberarlo dalle manette, al fine di consentirgli quantomeno una migliore respirazione".