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MONDO

Il giorno del referendum

La Scozia al voto, urne aperte per decidere il futuro del Regno Unito

Si vota fino alle dieci di sera (le undici in Italia) per l'indipendenza di Edimburgo da Londra. Secondo gli ultimi sondaggi, gli sfavorevoli a creare uno Stato indipendente sono in vantaggio

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Dalle sette di questa mattina e fino alle dieci di sera (le 23 in Italia) la Scozia decide il suo destino: dalle urne potrebbe cambiare la geografia del Regno Unito e finire un'alleanza che dura da oltre tre secoli.

Lo storico quesito
La domanda del referendum è semplice: "La Scozia dovrebbe essere uno Stato indipendente?" Un quesito che ha diviso gli scozzesi per settimane e che continua a dividere. Secondo gli ultimi sondaggi - realizzati all'uscita dei seggi - i favorevoli al "no" e quindi alla permanenza della Scozia nel Regno Unito sono il 53%. 

Affluenza record
Per il referendum si prevede un'affluenza senza precedenti dopo che il 97% degli aventi diritto al voto si è registrato nelle liste elettorali.  Otre quattro milioni e 200 mila persone quindi, determinate ad esprimersi sullo storico quesito. Peseranno molto gli indecisi, che gli ultimi calcoli danno tra il 6% e il 14%: l'ago della bilancia per una decisione dalla quale non si torna indietro.

Gli ultimi appelli
Il leader dell'Snp e premier scozzese, l'indipendentista Alex Salmond, ha scritto ieri ai concittadini una lettera aperta: "Facciamolo", li ha esortati, "let's do it". Poi ha trascorso l'ultimo giorno prima del voto spostandosi in elicottero da un capo all'altro della Scozia, per parlare con tutti faccia a faccia, a conclusione di quella che definisce una "campagna politica straordinaria". Il giorno del voto, alle urne Salmond ha detto: "Non ci potrebbe essere posto più sicuro che le mani degli scozzesi, che così possono prendere nelle loro mani il loro futuro''. Per il fronte unionista, l'ex primo ministro laburista Gordon Brown ha rivolto un forte appello patriottico: "La Scozia non appartiene ai nazionalisti, ai politici, ad Alex Salmond, ma appartiene a noi". Tornando a mettere in guardia sui rischi della secessione: "Il rischio per il futuro della moneta e il rischio di un default. Dovete votare pensando ai bisogni dei vostri figli", ha scandito, ricordando che la decisione sarà "irreversibile". 

L'effetto sulle altre regioni indipendentiste
C
on il referendum scozzese, in tutta Europa i movimenti indipendentisti sono tornati al centro dell'attenzione. Non solo quello in Catalogna (che potrebbe decidere se staccarsi dalla Spagna il 9 novembre). Ma anche quello dei Paesi baschi, che ha fatto della lotta per l'indipendenza uno scontro armato. C'è poi chi, in Belgio, spinge per l'indipendenza delle Fiandre e chiede che il Belgio venga diviso in tre Stati: Fiandre, Vallonia e la città-Stato di Bruxelles. Più a sud, il Fnlc in Corsica lotta dagli anni settanta per l'indipendenza dalla Francia. Da non dimenticare poi i movimenti indipendentisti in Veneto: il 12 giugno scorso il Consiglio regionale ha approvato la legge per l'indizione di un referendum consultivo sull'indipendenza della regione, su proposta di Stefano Valdegamberi (Futuro Popolare) e dalla Lega Nord.