Lotta alla pandemia

Covid, Omicron fa sempre più paura. Si ipotizza una stretta di Natale

I contagi aumentano e gli esperti invitano a non abbassare la guardia. Tante le misure da valutare nella cabina di regia prevista il 23 dicembre

Covid, Omicron fa sempre più paura. Si ipotizza una stretta di Natale
Da oggi altre 3 regioni in zona gialla: Veneto, Marche, Liguria e la provincia autonoma di Trento. Erano già in giallo il Friuli Venezia Giulia, Provincia autonoma di Bolzano e la Calabria.

Contagi in aumento, la variante omicron si moltiplica molto più velocemente rispetto alla Delta, ricoveri e terapie intensive in crescita come purtroppo i decessi. "Siamo preoccupati - spiega il ministro della Salute Roberto Speranza - solo un irresponsabile non lo sarebbe. L'acqua del virus si alza e noi dobbiamo alzare il livello di attenzione". Il governo dunque pensa a una stretta: dal ripristino dell'obbligo della mascherina all'aperto fino all'accorciamento della durata del Green pass, passando per l'estensione dell'obbligo vaccinale ad altre categorie di lavoratori a contatto con il pubblico e ai tamponi per assistere ad eventi particolarmente affollati, anche se vaccinati.

Il 23 dicembre la cabina di regia Diverse le misure che la cabina di regia convocata dal premier Mario Draghi dovrà valutare. A deciderne la portata saranno gli ultimi dati relativi alla diffusione proprio della variante Omicron. Gli esperti concordano nel dire che è molto più contagiosa, e a dimostrarlo con i fatti c'è l'impennata di casi che si registra in vari Paesi, dal Regno Unito agli Usa all'Europa. Nessuno si sbilancia invece sulla sua gravità.

Il ministro Speranza: "massima precauzione, prudenza ed evitare il più possibile assembramenti durante le vacanze di Natale". "Oggi l'Italia è il Paese dell'Ue che ha l'obbligo vaccinale più esteso per varie categorie", ha osservato, "dopo di che verificheremo i dati epidemiologici e anche la portata della variante Omicron. Le misure che sceglieremo saranno sempre ponderate rispetto alla situazione". "Sicuramente c'è una situazione non semplice a livello europeo e anche a livello italiano", ha sottolineato il ministro, "i numeri sono in crescita, anche se ancora di gran lunga migliori di altri Paesi europei.

Terza dose "I primi dati che ci arrivano ci dicono che la terza dose ci consente di riavere un livello di protezione molto significativo. Invito tutti quelli che ne hanno diritto di farlo nel più breve tempo possibile perché è lo scudo migliore che ci può preparare a quando la fra qualche settimana la variante Omicron sarà molto più presente nel nostro Paese" ha sottolineato il ministro della Salute. "Fare la terza dose e usare la mascherina, queste armi che abbiamo, sono uno scudo significativo alla variante omicron". "L'Ema ha autorizzato la terza dose solo dai 18 anni in su e noi ci stiamo attendendo alle indicazioni dell'Ema. Io favorirò un confronto con Aifa e Ema rispetto alla terza dose agli under-18". "Valuteremo la congruità delle misure facendo una riflessione con i nostri scienziati". "Alcune scelte - ribadisce Speranza - le abbiamo fatte, è stato prorogato lo stato di emergenza, alzato il livello di attenzione rispetto agli arrivi dall'estero e da altri paesi europei

Vespignani: "Il 23 dicembre è già tardi. L’Italia forse ha un paio di settimane di vantaggio, ma deve sfruttarle applicando subito le misure contro Omicron". E’ la posizione di Alessandro Vespignani, direttore del Network Science Institute alla Northeastern University di Boston, uno dei maggiori esperti mondiali dei modelli di analisi delle malattie infettive. “La crescita dei casi è impressionante, non l’avevamo mai vista a questa velocità, con tempi di raddoppio di due giorni e mezzo, tre. Il richiamo della terza dose di vaccino, come l’infezione unita a un ciclo di vaccinazione completa, danno una protezione abbastanza alta da Omicron. Questo è un dato che in Paesi come il nostro potrebbe aiutare a tenere la situazione sotto controllo, e spinge a velocizzare i richiami. Il numero dei casi gravi, se uno è protetto dal vaccino, è molto minore. Però il fenomeno si innesta su un letto di infezioni di Delta che riuscivamo a malapena a contenere, e per il sistema ospedaliero può diventare un grosso problema".

Giovannini: "Non sono previste altre misure per i trasporti" Dalle prime indiscrezione non sono previste altre misure per i trasporti. "Il Green pass utilizzato nelle ultime settimane per viaggiare sui mezzi locali è già una misura piuttosto robusta - spiega il ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili - Vediamo che i controlli anche sui treni regionali, mostrano una parte molto contenuta nell'ordine del 2% di controlli positivi, cioè di persone sprovviste di green pass".

Rasi, "alcune regioni potrebbero essere vicine alla zona arancione" Secondo Guido Rasi, consulente per la campagna vaccinale del commissario per l'emergenza Francesco Paolo Figliuolo, alcune regioni d'Italia potrebbero presto essere vicine alla zona arancione perché "il contagio sale e le terapie intensive potrebbero riempirsi rapidamente". A tal proposito una circolare del ministero della Salute alle Regioni sollecita un "rafforzamento delle misure organizzative per la gestione dell'attuale fase epidemica" definita "acuta e caratterizzata da una elevata velocità di trasmissione del virus".

Pregliasco: “Omicron più contagiosa, ogni contatto è un rischio”. Sulle possibili restrizioni per le feste natalizie, il virologo Fabrizio Pregliasco, direttore sanitario Irccs Galeazzi di Milano avverte che "non sarà facile perché le decisioni che dovranno essere prese potranno essere un po' spiacevoli, soprattutto per gli effetti che potranno avere sul capodanno. E' un qualcosa che in questo momento non è piacevole, verranno fuori le polemiche sul fatto che le filiere del turismo e dei servizi ci rimetteranno tanti soldi. Dunque saranno momenti difficili, perché c'è la stanchezza, c'è la voglia di uscire. Io non credo che riusciremo ad azzerare, ma a mitigare, a schiacciare la curva, per fare in modo che non sia un picco, ma una collina, che preveda quantomeno un arrivo scaglionato dei casi negli ospedali".

Italia sempre più in giallo Da oggi intanto sono in giallo Veneto, Marche, Liguria e la provincia autonoma di Trento. Si trovano già in zona gialla: il Friuli Venezia Giulia, Provincia autonoma di Bolzano e la Calabria. La differenza principale è che tornano obbligatorie le mascherine all'aperto. Restano sempre valide le regole del Green pass base (con tampone) e di quello rafforzato, il cosiddetto Super Green pass (vaccinati o guariti), che sono in vigore dal 6 dicembre scorso. Per avere il certificato rafforzato è necessario essersi sottoposto alla vaccinazione o essere guarito dal Covid, mentre si ottiene il Green pass base con il solo tampone. Ricordiamo che senza certificazione verde, in zona gialla così come in quella bianca, non si può salire sui mezzi di trasporto pubblico o privato, ma nemmeno utilizzare gli impianti nei comprensori sciistici. Non si può accedere ai luoghi di lavoro, nè all'università e alle strutture sanitarie, socio-sanitarie, residenziali. Inoltre, non si può alloggiare né mangiare negli alberghi, mangiare nei ristoranti al chiuso e andare nelle palestre, nei musei, nei cinema, nelle biblioteche, nelle discoteche, ai convegni, alle fiere, alle feste, alle terme e nei centri benessere.

A livello locale il presidente della Conferenza delle Regioni, Massimiliano Fedriga, invita a "non lanciare un allarme dopo l'altro" chiedendo a tutti di utilizzare "buonsenso". Nel Lazio intanto si prepara un'ordinanza per l'obbligo di mascherine all'aperto su tutto il territorio regionale mentre il governatore della Lombardia, Attilio Fontana, per ora, è attendista. "Non mi sembra che sia una misura così fondamentale, tenuto conto che molti sindaci di grossi capoluoghi l'hanno già adottata", spiega. Più nette le scelte di Vincenzo De Luca. Vista la crescita "abnorme" dei contagi nelle ultime tre settimane in Campania vengono vietate feste ed eventi in sale da ballo, discoteche e locali al chiuso. Rimarrà consentito svolgere eventi con posti a sedere preassegnati e con obbligo di indossare la mascherina. Il Governatore della Liguria, Giovanni Toti lancia un appello: "Per fronteggiare il Covid le Regioni hanno speso tantissimo e ricevuto meno dallo Stato: siamo sotto di due miliardi. Il governo dunque più che emanare circolari, deve aumentare i fondi nella legge di stabilità".