Il nostro patrimonio agroalimentare

La "Cerca e cavatura del Tartufo in Italia” verso il riconoscimento Patrimonio Immateriale Unesco

La conferma da parte del Comitato è attesa per domani

La "Cerca e cavatura del Tartufo in Italia” verso il riconoscimento Patrimonio Immateriale Unesco
Gettyimages
Tartufo

Il tartufo italiano sta per diventare patrimonio universale Unesco. È attesa per domani la conferma da parte del Comitato del patrimonio culturale immateriale sulla candidatura italiana “Cava e cerca del tartufo”.

Il tartufo italiano quest’anno ha dovuto combattere contro altre 60 richieste di candidature e, tra queste, ne sono già state bocciate 18. Le restanti 42 hanno ricevuto una prima valutazione positiva. Oltre a quella nostrana, nell’agroalimentare, anche il Ceebu Jen, il piatto nazionale del Senegal.

La cava e cerca italiana di questo speciale e prezioso fungo ha già ricevuto un primo via libera in quanto si tratta di “un insieme di conoscenze e pratiche trasmesse oralmente nel corso dei secoli, tutt'ora caratterizzante la vita rurale di diverse comunità diffuse in tutto il territorio nazionale. La tecnica della cava e cerca del tartufo attiene ad una serie di conoscenze e competenze relative al clima, all'ambiente, alla biodiversità, e che impongono una gestione sostenibile dell'ecosistema"

La cava e cerca del tartufo come patrimonio Unesco ha mosso i primi passi quasi dieci anni fa, quando prese forma la creazione della rete interregionale nazionale composta da singoli tartufai, libere associazioni, soggetti riuniti in gruppi associati nella Federazione Nazionale Associazioni Tartufai Italiana e Associazione Nazionale delle Città del Tartufo, come rete istituzionale che raggruppa i territori tartufigeni. Tra questi, le Langhe, dove nascono i tartufi bianchi più pregiati e ricercati al mondo, e San Giovanni d’Asso, nel cuore della Val d’Orcia e del Comune di Montalcino. 

Tra i beni italiani “immateriali” già definiti patrimonio dell’Umanità anche la dieta Mediterranea (dal 2013), la Vite ad alberello di Pantelleria (dal 2014), l’Arte del “pizzaiuolo” napoletano (dal 2017), l’Arte dei muretti a secco (dal 2018) e la Transumanza (dal 2019). La cava e cerca del tartufo si sta per aggiungere ad una lista nutrita e di grande rilevanza.