Verso le presidenziali del 24 dicembre

Libia, a rischio il processo elettorale: l'allarme del ministro dell'interno

Accuse incrociate tra il figlio di Gheddafi e il generale Haftar dopo l'attacco di lunedì scorso al Tribunale di Sabha, nel sud del paese

Libia, a rischio il processo elettorale: l'allarme del ministro dell'interno
Il generale Khalifa Haftar, "uomo forte" della Cirenaica, candidato alle presidenziali

Il ministro dell'Interno della Libia, Jaled Mazen, lancia un avvertimento sullo svolgimento delle elezioni presidenziali, previste per il 24 dicembre, a causa della grande insicurezza in cui versa il paese nordafricano. "Il continuo ostruzionismo del programma di sicurezza e l'aumento di attacchi e violazioni minacciano tutti gli sforzi dispiegati e produrranno un impatto diretto sulla prosecuzione del processo elettorale e il nostro impegno per celebrarlo nel tempo previsto", ha dichiarato Mazen in una conferenza stampa congiunta con la titolare del dicastero della Giustizia, Halima Abdel Rahman, con cui indagherà sull'attacco al Tribunale di Sabha, nel sud del Paese.

Lunedì scorso, alcuni uomini armati hanno impedito che il Tribunale si riunisse per esaminare il ricorso presentato dal figlio di Muammar Gheddafi, Saif al Islam, contro la bocciatura della sua candidatura alle presidenziali. Gheddafi ha incolpato per l’azione le milizie del maresciallo Haftar, "uomo forte" della Cirenaica, che intenderebbe ostacolare il processo elettorale. Haftar, a sua volta, nei giorni scorsi è stato escluso dalla competizione elettorale, dal momento che su di lui grava una condanna a morte appena emessa da un tribunale del Paese per crimini di guerra.

La missione Onu in Libia ha espresso preoccupazione dopo gli ultimi avvenimenti, aggravati dalla presentazione dei ricorsi e dalle inaspettate dimissioni dell'inviato speciale delle Nazioni Unite, Jan Kubis. La Commissione elettorale libica ha ventilato l'ipotesi di un rinvio delle consultazioni a causa delle difficili circostanze.

Intanto, la Corte d'appello di Tripoli ha bocciato due ricorsi contro la candidatura alle elezioni presidenziali del capo del governo interinale di unità nazionale, Abdul Hamid Dbeibah. I ricorsi erano stati depositati domenica scorsa da altri candidati, tra cui l'ex ministro dell'Interno, Fathi Bachagha, secondo cui Dbeibah non si è dimesso tre mesi prima delle consultazioni, come dispone la legge elettorale. Originario di Misurata, Dbeibah, 62 anni, è stato designato primo ministro interinale a febbraio scorso, al termine del processo politico patrocinato dall'Onu.