Dal Divisionismo al Futurismo

"Bambina che corre sul balcone" di Giacomo Balla in mostra alla Galleria di Arte Moderna di Milano

Fino al 13 marzo, è possibile ammirare uno dei capolavori del pittore sperimentatore che ha caratterizzato l'arte italiana del '900. Alla GAM una mostra per capirne meglio il lavoro e lo studio sul movimento

In occasione dei 150 anni dalla nascita di Giacomo Balla, pittore di straordinaria importanza per l’arte italiana del ’900, tra i primi protagonisti del Divisionismo e poi esponente di spicco del Futurismo, la Galleria d’arte moderna di Milano dedica un approfondimento a una delle sue opere più note: “Bambina che corre sul balcone” (nota anche come “Bambina x balcone”), che segna proprio il passaggio del pittore tra le due correnti.

L’opera, normalmente esposta nella Collezione Grassi, ora al centro di uno spazio al primo piano del museo, è tra i capolavori assoluti del pittore sperimentatore. Già Umberto Boccioni, uno dei padri del Futurismo e allievo di Balla, vedendo questo quadro del 1912, avevo scritto all'amico Gino Severini di aver visto nello studio di Balla "quattro quadri del movimento (ancora divisionisti) ma incredibilmente avanzati e stranissimi a paragone di un anno fa. [...] Ci ammira e condivide le nostre idee in tutto [...] ha una volontà quasi vergine e intatta e lo spettacolo della sua coraggiosa evoluzione ha commosso me e Marinetti”.

Al centro di queste opere c’è infatti lo studio del movimento e del “moto organico”, ovvero di come rendere il movimento di un corpo, incluse le reazioni dell’ambiente che lo circonda e, per realizzare la “Bambina che corre sul balcone”, Balla aveva approfondito gli esperimenti condotti in fotografia a proposito di questo tema.

Eseguito sul retro di una tela che ritrae un luminoso paesaggio, il dipinto raffigura Luce, la figlia maggiore del pittore, che corre sul balcone di casa. La bambina è priva di particolari, ma rappresentata con pennellate a tacche di colore sovrapposte che accentuano l’eliminazione dei contorni e donano luminosità cromatica. Come in una serie di fotogrammi affiancati, la sensazione del movimento è data dalla precisa ripetizione della figura da sinistra verso destra e la compenetrazione con la ringhiera, unico riferimento ambientale, amplifica il ritmo della sequenza.

I colori sono vivaci e squillanti, eredità del periodo divisionista di Balla e delle sperimentazioni seguite al suo viaggio a Düsseldorf, dove il pittore poté osservare alcune opere del fauvismo: il movimento che usava il colore in modo puro ed emotivo.

Accanto a quest’opera, a Milano, fino al 13 marzo, sono esposti i disegni, gli schizzi preparativi e le bozze di Giacomo Balla sullo studio del movimento. Composizioni quasi astratte che consentono di capire l’intero processo alla base di quest’opera e le ricerche che l’artista stava facendo in quel periodo.

Il balcone del quadro in questione è quello della casa romana della famiglia, in via Paisiello e, a conferma di questo, è esposto anche un olio di Armando Spadini che ritrae la strada e una fotografia del pittore con la famiglia proprio sul balcone rappresentato. Infine, a simboleggiare l'importanza che il quadro ebbe nello sviluppo artistico italiano c’è anche l'acquerello/grafite di Mario Schifano “Gente che cammina” che è una citazione della “Bambina”, realizzata nel 1964.