Manifestazioni a Bologna e Milano

Studenti di nuovo in piazza: "Questa maturità non ci rispetta"

Alla base della protesta la richiesta di abolire la seconda prova e di modificare l' alternanza scuola-lavoro

Studenti di nuovo in piazza: "Questa maturità non ci rispetta"
Ansa
La protesta a Milano

Monta la protesta degli studenti, anche a Bologna dopo Milano, che chiedono una riforma del sistema scolastico e che, soprattutto, sono contrari alla decisione di ripristinare le prove scritte all’esame di maturità di quest’anno.

A dare il via alla manifestazione in piazza Maggiore circa 300 ragazze e ragazzi provenienti da una ventina di scuole superiori. Tra le richieste principali l'abolizione della seconda prova, una revisione dell'alternanza scuola lavoro e più investimenti per la sicurezza degli edifici scolastici.

"Sentivamo il bisogno di far sentire la voce di chi di solito non scende in piazza e gestisce le sue cose all'interno dell'istituto", ci tiene a precisare Rodolfo Rivolta, studente al quinto anno di liceo artistico, che racconta di aver fatto partire il 'passaparola' che ha portato alla manifestazione di oggi. "Negli anni scorsi abbiamo avuto l'opportunità di vedere un diverso esame di maturità, che ha sicuramente dato una nuova prospettiva a quello che può essere la fine del percorso delle superiori- sottolinea ancora Rivolta- e demonizzare tutto questo con la scusa di tornare alla normalità è anacronistico e scorretto".

"Noi che frequentiamo il quinto anno siamo i più colpiti dalla pandemia", dice Giuseppe Grande, 18 anni, iscritto al liceo scientifico dell'istituto 'Giordano Bruno' di Budrio, in provincia di Bologna. "Immaginate di fare una seconda prova che si basa su quattro materie sulle quali non hai avuto una preparazione sufficiente - aggiunge - non possono chiederci di tornare ora alla normalità dopo che per tre anni siamo stati penalizzati". Rispetto all’alternanza scuola lavoro la richiesta degli studenti non è quella di abolire completamente il Pcto (Percorsi per le competenze trasversali e l'orientamento), ma che sia modificato.

A Milano, dopo le occupazioni, si è passati alle piazza. Prima al liceo Carducci e al Vittorio Veneto, poi anche al Beccaria è scattata l’occupazione che, dopo una trattativa con la preside, si è trasformata in una co-gestione. “Quello che sta succedendo nelle scuole superiori è una manifestazione di disagio”, ha dichiarato al Corriere della Sera. “Si tratta di ascoltare questo disagio e riconoscerlo e anche di concedere spazi, che sono umani, più che fisici, spazi di comprensione”.