Era evaso da Rebibbia nel 2002

Torna in Italia Gioacchino Gammino, boss mafioso della stidda, uno dei 20 latitanti più pericolosi

Pregiudicato per associazione mafiosa, omicidio e traffico di stupefacenti, è affiliato alla famiglia stiddara degli Incaglio di Campobello di Licata che negli anni ’90 aveva scatenato una lunga e sanguinosa guerra di mafia contro Cosa nostra

Torna in Italia Gioacchino Gammino, boss mafioso della stidda, uno dei 20 latitanti più pericolosi
(Ansa/Questura di Roma)
Il boss mafioso della Stidda, Gioacchino Gammino, in una foto distribuita dalla Questura di Roma

Domani, venerdì 11, rientrerà in Italia Gioacchino Gammino, boss mafioso della ''Stidda'', considerato uno dei venti latitanti più pericolosi ancora in circolazione. Rientrerà a bordo di un aereo di linea che atterrerà all'aeroporto di Fiumicino, ammanettato e scortato delle forze dell'ordine.

La Spagna ha dato il via libera all'esecuzione del mandato di arresto europeo, emesso il 29 maggio 2014 dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Agrigento. Lo comunica il ministero della Giustizia, sottolineando che "la consegna di Gammino, latitante da 20 anni, in seguito ad evasione dal carcere, è frutto di proficua e intensa cooperazione tra autorità giudiziarie e centrali, avvenuta in tempi celeri".

Gioacchino Gammino risulta essere affiliato alla famiglia "stiddara" degli Incaglio di Campobello di Licata, in provincia di Agrigento, che, alleatasi con la stidda nissena, negli anni '90 aveva scatenato una lunga e sanguinosa guerra di mafia contro Cosa nostra.

Pregiudicato per associazione di tipo mafioso, omicidio e associazione finalizzata al traffico illecito di stupefacenti, Gammino è stato arrestato per la prima volta nel 1984 nell’ambito di un procedimento poi sfociato nel primo maxi processo a Cosa Nostra a Palermo. Venne indagato allora dal giudice istruttore Giovanni Falcone per una vicenda legata a un traffico di droga. Nel 1995 venne colpito da un’ordinanza di arresto in carcere per associazione di tipo mafioso per omicidio aggravato. Si è poi reso latitante.

Era stato catturato a Barcellona a fine anni ‘90, ed era poi stato rinchiuso nel carcere romano di Bebibbia da dove era riuscito ad evadere nel 2002. La cattura è arrivata al termine di un’attività della Dia di Roma e Palermo durata oltre due anni. L’operazione è stata coordinata della Procura Distrettuale di Palermo, seguita dal procuratore Francesco Lo Voi e dall’aggiunto Paolo Guido, con la collaborazione del Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia del Dipartimento della Pubblica Sicurezza.