Guerra Russia-Ucraina

Dall'Ucraina a Varsavia: il viaggio dei profughi e la testimonianza della Comunità di Sant'Egidio

"Lavoriamo per accogliere i profughi pensando alla loro integrazione" racconta il coordinatore per la Polonia Massimiliano Signifredi. "Solidarietà e accoglienza sono i motori della pace"

Dall'Ucraina a Varsavia: il viaggio dei profughi e la testimonianza della Comunità di Sant'Egidio
Comunità di Sant'Egidio
Varsavia - Comunità di Sant'Egidio

Un luogo di arrivo e un punto di partenza. La stazione centrale di Varsavia, con le sue luci, le scale, marciapiedi e negozi, è diventata nelle ultime settimane uno dei principali hub di accoglienza e smistamento per le centinaia di migliaia di persone che stanno scappando dalla guerra in Ucraina. Profughi, rifugiati di guerra: donne e bambini - la maggior parte - che arrivano a ogni ora del giorno e della notte; si fermano lì per qualche ora o se non hanno altri posti dove trascorrere la notte anche per qualche giorno. Hanno facce stanche, stravolte ma nello sguardo la forza e la determinazione di chi sa da cosa è fuggito e cosa ha rischiato. In questo posto i volontari della Comunità di Sant'Egidio da giorni operano per accogliere chi ha attraversato il confine ucraino e dopo un faticoso e pericoloso viaggio arriva in Polonia. “La nostra comunità è presente da anni in questo paese e svolge molte attività per i senza fissa dimora, i poveri e i rifugiati tra cui alcune famiglie afghane fuggite nei mesi scorsi da Kabul - racconta Massimiliano Signifredi, coordinatore di Sant'Egidio in Polonia - io sono stato a Varsavia dai primi di marzo fino a qualche giorno fa e tornerò a breve. La stazione centrale è luogo di passaggio per migliaia di persone in attesa dell'assegnazione di un posto nel circuito dell'accoglienza. Molti dei profughi infatti sono in transito verso altre città della Polonia o verso altri paesi europei, e mostrano una grande dignità nell'affrontare una situazione tanto drammatica. I nostri volontari visitano la stazione ogni giorno per offrire gli aiuti necessari”. Preparano pasti, panini, distribuiscono beni di prima necessità. “Fino a due settimane fa queste persone andavano a giocare a tennis, andavano dal parrucchiere, a fare la spesa, a scuola, insomma facevano una vita come la nostra. La guerra ha travolto le loro vite. Questo spiega anche tanta simpatia e solidarietà, qui in Polonia, ma anche in Italia, dove il sito della comunità riceve numerose offerte di aiuto, che ci permettono di rispondere a questa situazione d’emergenza davvero inedita”.

 "Dal 2016 la Conferenza Episcopale polacca e la Caritas hanno proposto di realizzare, con Sant’Egidio, i corridoi umanitari - ricorda Signifredi - e noi eravamo convinti già allora che la popolazione polacca fosse più che disponibile ad accogliere le persone in fuga dalle guerre. Oggi quello che sta accadendo in tutta la Polonia lo dimostra: 2 milioni di ucraini hanno attraversato la frontiera e sono entrati nel paese e vengono accolti con quella che definisco una ‘ordinata confusione’. C'è una grande adesione nel mettere a disposizione strutture abitative e locali per un alloggio temporaneo.

Quello cui stiamo assistendo è “l'esodo di un popolo” conferma Signifredi “e purtroppo - dice - sappiamo che a partire prima sono le persone che hanno maggiori possibilità socioeconomiche. Ma ci attendiamo nuove ondate di persone con maggiori difficoltà, economiche, sanitarie, culturali. In generale tutti vanno verso un futuro molto incerto, lontano dalla propria terra”.

Varsavia - Comunità di Sant'Egidio Comunità di Sant'Egidio
Varsavia - Comunità di Sant'Egidio
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Varsavia - Comunità di Sant'Egidio

Una “scelta decisiva” sostiene il coordinatore “è stata quella fatta dall'Europa con l'introduzione della cosiddetta protezione temporanea per i rifugiati” per tutti i profughi della guerra in Ucraina. Una direttiva che però non tutti i paesi hanno recepito in modo pienamente inclusivo, tra questi la Polonia. E per questo “ci sono stati problemi con i profughi non ucraini ai quali non viene riconosciuta la protezione” ma solo lo status di richiedenti asilo, con tutto ciò che ne consegue dal punto di vista dell'iter burocratico, delle tutele e dei sussidi erogati.

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Varsavia - Comunità di Sant'Egidio

“Noi anche per questo continuiamo a lavorare - dice Signifredi - e a intensificare le nostre azioni umanitarie pensando alla prospettiva di medio e lungo termine, ovvero all'integrazione di queste persone e di queste famiglie. La loro speranza è poter tornare in Ucraina ma nel frattempo dobbiamo lavorare per consentire loro di stare bene dove si trovano. Con la solidarietà e l'accoglienza che sono i motori della pace”