8 marzo

Donne medico: dalla pandemia alla guerra in Ucraina, una festa che sa di resistenza

L’appello della presidente Associazione italiana donne medico a Rainews.it

Donne medico: dalla pandemia alla guerra in Ucraina, una festa che sa di resistenza
LaPresse

Medici, infermiere, operatrici sanitarie, biologhe, ricercatrici e contemporaneamente figlie, mogli e madri. E' questo e molto altro l’universo dei camici rosa del nostro Paese, professioniste che quotidianamente mettono la loro competenza e sensibilità a servizio del prossimo. Lo abbiamo visto chiaramente durante la pandemia ma anche in questi giorni martoriati dalla guerra in Ucraina.

Donne medico e pandemia

"Le donne, durante la pandemia, sono quelle che hanno lavorato a testa bassa per affrontare l'emergenza. E hanno dato il maggior contributo. Questo perché il 70% della forza lavoro in sanità è costituito dalle donne e con importanti risultati: basti pensare che a scoprire il 'paziente uno' è stata un'anestesista di Codogno e le prime a sequenziare il Sars-Cov-2 sono state le biologhe dello Spallanzani”. A tracciare il quadro con orgoglio è Antonella Vezzani, presidente dell'Associazione italiana donne medico (Aidm) già responsabile della Terapia intensiva cardiochirurgica dell'Azienda ospedaliera-universitaria di Parma, che però aggiunge: “A fronte di questo lavoro non sono state per niente coinvolte nei tavoli decisionali. E questo resta un problema da affrontare".

Conciliazione famiglia- lavoro

Antonella Vezzani sottolinea l’importanza e l’urgenza di "un confronto sulla riorganizzazione del lavoro. Nel tempo i medici hanno sacrificato molto della loro vita per la professione. Le nuove generazioni non hanno più intenzione di accettare un'organizzazione del lavoro basata tutta sul sacrificio dei professionisti ma cercano una maggiore e più giusta conciliazione tra vita familiare e professionale".

Parità di cura, la medicina di genere

Fino a poco tempo fa le donne sono state molto penalizzare anche sul piano della cura. A tal proposito la presidente dell'Associazione italiana donne medico sottolinea l’importanza e l’urgenza di "declinare sanità e assistenza anche rispetto alle differenze tra maschile e femminile. Fino ad ora le donne sono state penalizzate perché la maggior parte della ricerca si è svolta soprattutto sugli uomini, ci sono poche ricerche sulle donne che, inoltre, sono poco arruolate negli studi clinici. Abbiamo bisogno di una parità di genere anche per le nostre pazienti" e ha aggiunto “Lo scorso anno per celebrare il centenario dell’associazione è stato scelto il motto: ‘parità di genere, parità di cura’. Uno slogan che confermiamo anche oggi, perché nessuno resti indietro”. Nel 2018 è stata varata una legge per la medicina di genere ma nella pratica clinica c’è ancora molto da fare.

Guerra in Ucraina

Antonella Vezzani sottolinea la solidarietà nei confronti delle donne ucraine: "Siamo vicine alle colleghe ucraine, come a tutta la popolazione del Paese in un momento così drammatico. E siamo pronte, come tutti i medici, a dare il nostro contributo concreto, in termini di assistenza, nelle modalità in cui le autorità, che coordinano gli aiuti, decideranno”.

L’appello della presidente Vezzani in occasione dell’8 marzo