"Le condizioni per un cessate il fuoco non sono mature"

Draghi: per Putin ci sono "piccoli passi avanti" nei negoziati. È presto per l'incontro con Zelensky

Il premier Mario Draghi ha riferito della telefonata con Putin davanti ai giornalisti della Stampa estera a Roma, rivelando che: "L'Italia è stata richiesta come garante sia dall'Ucraina che dalla Russia"

L'incontro coi giornalisti della Stampa estera è stata l'occasione per Mario Draghi di portare a conoscenza dell'opinione pubblica internazionale la telefonata intercorsa fra il premier italiano e Vladimir Putin. Il primo argomento affrontato è stato quello della pace, dei negoziati e della strada della diplomazia. Draghi si è detto cautamente ottimista, chiarendo subito che un incontro diretto Putin-Zelensky è prematuro in questo momento, ma qualche spiraglio, qualche passo in avanti c'è stato. "Uno dei punti che Putin ha trattato è che a suo dire ci sono dei piccoli passi avanti nei negoziati e in effetti le posizioni delle due parti si sono un po' avvicinate. Sono cauto, c'è ancora molto scetticismo". Fatto è però che Putin abbia rispettato un cordone umanitario a Mariupol e si stia ritirando da Kiev per concentrarsi sul Donbass. L'Italia potrebbe svolgere un ruolo diplomatico come possibile intermediario e garante degli accordi tra i due paesi. 

Sulla questione degli armamenti Draghi ha detto che è importante attivarsi per la costruzione della difesa europea: "Difesa comune significa che tutti noi saremo alleati per sempre in futuro". Per raggiungere il 2% di spese militari "il vincolo del 2024 è un vincolo che è stato preso più come un'indicazione che come obiettivo, perché molti governi europei lo hanno disatteso. L'Italia ha un livello di spesa militare un po' inferiore alla Germania, molto inferiore a Francia e Regno Unito, ma più alto della Spagna. E' un obiettivo verso cui bisogna tendere con continuità e realismo. Non c'è alcuna sorpresa in questo obiettivo di tendenza". 

Molto presente anche il tema delle forniture energetiche tra Russia ed Europa: "I contratti esistenti rimangono in vigore, le aziende europee, e vale solo per le aziende europee, continueranno a pagare il gas in euro o in dollari. Per ridurre i finanziamenti alla Russia occorre abbassare il prezzo del gas, visto che non possiamo rinunciare subito al gas. Ne stiamo discutendo". "La Russia non può vendere il gas a nessun altro cliente se non all'Europa - spiega Draghi - perciò c'è lo spazio per fissare un tetto al prezzo del gas. Dobbiamo arrivare a una soluzione in cui si superano i timori di una risposta russa". Il premier ha rassicurato sul fatto che le esportazioni di gas dalla Russia non sono in pericolo. Per rendersi indipendente dal gas russo “il piano sta andando bene: Il governo si è mosso subito su vari piani, sulla diversificazione in due sensi: per i fornitori, cercandone diversi, e verso le rinnovabili”.