La crisi sanitaria nel conflitto

Oms, finora 18 attacchi contro strutture sanitarie in Ucraina

L'Organizzazione mondiale della sanità conferma i bombardamenti sugli ospedali ed al momento un bilancio di 10 morti e 16 feriti. Tedros: "profughi in ipotermia, congelamento, mancanza di cure"

Oms, finora 18 attacchi contro strutture sanitarie in Ucraina
oms
La sede dell'Organizzazione mondiale della sanità

L'Organizzazione mondiale della sanità ha verificato e confermato 18 attacchi contro strutture sanitarie in Ucraina, con 10 morti e 16 feriti. Così il direttore generale dell'Oms, Tedros Adhanom Ghebreyesus, che esprime preoccupazione per le condizioni sanitarie dei profughi e sottolinea l'enorme numero del flusso di migranti: "Oltre 2 milioni di persone hanno lasciato l'Ucraina e l'Oms sta aiutando i Paesi circostanti a fornire soccorso per rifugiati, molti dei quali sono donne e bambini". 

 

Ucraina, distruzione ospedale di Mariupol TWITTER ArmedForcesUkr
Ucraina, distruzione ospedale di Mariupol

I dati forniti da Ghebreyesus sono una prima conferma autorevole ed ufficiale, nella difficile decifratura quotidiana dei comunicati tra le due parti del conflitto, Ucraina e Russia, dove foto e video sono veicolati anche dalle piattaforme dei social network - oltre che le fonti governative - con notevoli differenze del numero degli attacchi e dei decessi tra civili e militari.

 

OMS - Tedros Adhanom Ghebreyesus Salvatore Di Nolfi/Keystone via AP
OMS - Tedros Adhanom Ghebreyesus

Linee del fronte troppo vicine agli ospedali

A conferma della preoccupazione dell'Organizzazione mondiale della sanità, l'intervento di Mike Ryan, esperto dell'Oms ed a capo del programma per le emergenze sanitarie, durante un breafing a Ginevra: "In Ucraina ci sono un migliaio di strutture sanitarie di diversa misura, policlinici, ospedali o altre entità - così Ryan - sulle linee del fronte, od entro 10 km da queste: il sistema sanitario viene inghiottito in questa crisi". Secondo l'esperto dell'Oms "Mandare scorte agli ospedali è grandioso ma è come mettere delle bende su delle ferite mortali"
 

reparto maternità in un ospedale a Kiev, Ucraina (GettyImages)
reparto maternità in un ospedale a Kiev, Ucraina

Queste strutture, continuano dall'Oms: "hanno bisogno di energia, acqua pulita, carburante per i generatori: nel mezzo di una guerra in cui si fa fuoco, quasi impossibili". "Questa crisi può solo peggiorare, a meno che non ci sia un immediato passo avanti verso lo stop alle ostilità".        

Gli attacchi agli ospedali, crimini di guerra
Quanto agli attacchi all'assistenza sanitaria, Mike Ryan sottolinea che l'Organizzazione mondiale della sanità "è incaricata  di svolgere la sorveglianza", rispondendo ad una domanda della stampa su un'eventuale configurazione di questi attacchi come crimini di guerra e sulla condivisione di informazioni al riguardo con chi potrebbe portare avanti indagini in questo senso: "Siamo attenti nel sistema di sorveglianza a mantenere un'azione di verifica, ed a non trasmettere informazioni direttamente a nessuna parte: fermo restando che ci siamo impegnati in precedenza con altre indagini delle Nazioni Unite, e pur rimanendo molto cauti, siamo preparati a cooperare con altre autorità".        

Onu, nessun ospedale dovrebbe mai essere un obiettivo 

E l'Oms, assieme all'Onu - alla notizia del bombardamento russo contro l'ospedale pediatrico di Mariupol - hanno chiesto "uno stop immediato degli attacchi a strutture sanitarie, ospedali, operatori e ambulanze". Così' il portavoce dell'Onu, Stephane Dujarric.

Profughi ucraini al confine con la Polonia (AP)
Profughi ucraini al confine con la Polonia

La situazione dei profughi è critica
Le principali criticità mostrate dai profughi, secondo il direttore generale dell'Oms, Tedros Adhanom Ghebreyesus, sono "ipotermia, congelamento, problemi respiratori, mancanza di cure per malattie cadiovascolari e cancro, oltre che problemi di salute mentale". L'Oms ha inviato 81 tonnellate di rifornimenti nella regione, e sta cercando di ristabilire una fornitura di materiali medici per le strutture sanitarie, ma - conclude Ghebreyesus - "l'unica soluzione reale per questa situazione è la pace".