Calcio e diritti

Mondiali Qatar 2022, Amnesty: riforme per i lavoratori a rilento. Domani incontro con la Fifa

Migliaia di morti tra gli operai. Ufficialmente "cause naturali"

Mondiali Qatar 2022, Amnesty: riforme per i lavoratori a rilento. Domani incontro con la Fifa
KARIM JAAFAR/AFP via Getty Images
Mondiali di calcio Qatar 2022

Mancano 8 mesi alla cerimonia inaugurale dei mondiali di calcio in Qatar. I preparativi proseguono a pieno ritmo. Ma con l'avvicinarsi del fischio di inizio, sale anche la voce di chi vuole che i riflettori - in attesa di essere puntati sui campi di giochi - vengano accesi sulle condizioni dei lavoratori, e in generale sul rispetto dei diritti umani.

Non esistono numeri ufficiali. Ma appare certo che migliaia di lavoratori hanno perso la vita in questi anni per la costruzione delle strutture che ospiteranno la manifestazione internazionale. 

Da tempo, Amnesty International ha avviato una campagna su questo. Ha avuto accesso ad alcuni certificati di morte, che però - per la gran parte - non hanno fornito informazioni sulle cause alla base del decesso limitandosi a espressioni quali “grave crisi cardiaca originata da cause naturali”, “non precisata crisi cardiaca” o “acuta crisi respiratoria originata da cause naturali”. Frasi simili erano anche nei documenti di 35 decessi per “motivi non collegati al lavoro” avvenuti dal 2015 all’interno degli impianti e delle infrastrutture dei mondiali di calcio del 2022.

La maggior parte delle morti di lavoratori migranti rimane senza spiegazione. Le statistiche ufficiali del Qatar mostrano che dal 2010 al 2019 sono morti 15.021 stranieri di ogni età e occupazione ma che le cause del decesso sono inattendibili.

Per queste ragioni, la Fifa domani incontrerà una delegazione di Amnesty. In un comunicato dell'organismo di governo del calcio mondiale, si specifica che l'incontro "offrirà l'opportunità ad Amnesty di consegnare una petizione che chiede alla Fifa di affrontare la questione e sarà seguito da una discussione con gli esperti della Fifa e il suo partner locale in Qatar per esaminare i progressi raggiunti finora e le sfide che ancora rimangono".

Ovviamente la Fifa rivendica i passi avanti: “Come ampiamente riconosciuto dalle organizzazioni internazionali di esperti, la Coppa del Mondo ha già contribuito in modo significativo al miglioramento delle condizioni di lavoro nella regione ed è chiaro che il Qatar è sulla strada giusta avendo introdotto radicali riforme del lavoro e compiuto progressi sostanziali, in quello che è stato un periodo di tempo molto breve”.

In realtà il Qatar si era impegnato a un programma di riforme. Ma la loro attuazione procede molto lentamente. Amnesty ha anche denunciato che il Consiglio della shura, un organo consultivo, ha presentato una serie di raccomandazioni che, se accettate dal governo, comprometterebbero gran parte dei passi avanti ottenuti grazie alle riforme, ad esempio reimponendo limitazioni al diritto dei lavoratori di cambiare lavoro e lasciare il Qatar.

“Questi mondiali non potrebbero svolgersi senza il lavoro migrante, che costituisce il 95 per cento della forza lavoro del Qatar", ricorda l'organizzazione internazionale per i diritti umani.