La guerra in Ucraina cambierà il volto di Internet?

“Splinternet”: l’uscita della Russia potrebbe chiudere l’epoca della globinformazione

Se la Russia uscisse dai corpi regolatori anziché una singola rete globale si avrebbero diverse reti regionali, ciascuna delle quali potrebbe sviluppare protocolli e tecnologie incapaci di comunicare oltre i confini

“Splinternet”: l’uscita della Russia potrebbe chiudere l’epoca della globinformazione
Pixabay
Internet

La guerra in Ucraina non sembra solo dividere nazioni e popoli, ma per la prima volta anche Internet, che si era finora contraddistinto come unico mezzo di comunicazione trasversale a qualsiasi posizione. Da settimane, le grandi corporazioni tecnologiche hanno avviato una diaspora parziale o totale dalla Russia, mentre il governo di Putin ha etichettato Facebook come “organizzazione estremista” ed elaborato il principio dell’autosufficienza digitale, il quale impone che i servizi strategici (ad esempio i cloud) siano fisicamente localizzati nel territorio nazionale.

Il mese scorso, l’Ucraina ha chiesto al ICANN (The Internet Corporation for Assigned Names and Numbers), un gruppo non profit che gestisce l’indirizzamento del Web, che i domini con estensione “.ru” venissero rimossi. Richiesta rigettata, per il momento, con la spiegazione che Internet è una rete decentralizzata nella quale nessuno può prendere tali decisioni. Ma questo potrebbe non bastare. Russia e Ucraina, infatti, non sono le uniche protagoniste di questo percorso divisivo. Nelle ultime settimane, l’Europa non solo ha chiuso diversi mezzi di informazione legati al governo di Putin – ad esempio RT (Russia Today) e Sputnik – ma ha anche imposto che i loro contenuti (eventualmente ripubblicati da altri) fossero rimossi dai motori di ricerca.

Ma quali possono essere le conseguenze di queste azioni? Secondo un recente articolo del MIT Technology Review a cura di James Ball, si potrebbe assistere ad un cambiamento radicale di Internet. Se la Russia uscisse dai corpi regolatori, infatti, anziché una singola rete globale si avrebbero diverse reti regionali, ciascuna delle quali potrebbe sviluppare protocolli e tecnologie incapaci di comunicare oltre i confini, ponendo fine all’epoca della globinformazione, che – seppur con deficienze – ha permesso per anni il dialogo tra popoli, favorendo comprensione, tolleranza e pace, come ha notato Evgeny Morozov in Foreign Policy. Si avvierebbe pertanto il fenomeno della pericolosa balcanizzazione virtuale, nel quale manca il contraddittorio e le posizioni si radicalizzano. Numerosi studi hanno infatti dimostrato come gli utenti di Internet tendano a confermare ed estremizzare le proprie convinzioni quando chiusi in bolle di informazione.

Il cambiamento sarebbe significativo tanto per la libertà e la decentralizzazione dell’informazione quanto per l’economia digitale. Se si arrivasse poi alla generazione di corpi regolamentatori regionali, la divisione sarebbe probabilmente definitiva e irreversibile, perché intorno ad essi si svilupperebbero interessi che ne reinforzerebbero l’isolamento. Una situazione molto più grave, insomma, di quella della Cina, dove – pur con la censura del Grande Firewall – la rete rimane connessa all’Internet globale, ampiamente contribuendo allo scambio di dati, allo sviluppo di tecnologie e, più in generale, all’economia digitale (si pensi ad Alibaba o TikTok).