Dopo due anni di Covid torna a Napoli la storica processione

San Gennaro, il "miracolo di maggio" anticipa: il sangue nell'ampolla è già liquefatto

Le reliquie saranno comunque portate in processione dal duomo alla basilica di Santa Chiara, riprendendo così il corteo sacro che da secoli si svolge nel sabato precedente la prima domenica di maggio

San Gennaro, il "miracolo di maggio" anticipa: il sangue nell'ampolla è già liquefatto
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Napoli, sangue di San Gennaro, foto di repetorio

Erano tre anni che a Napoli non c'era la storica processione del Santo Protettore, San Gennaro - prima a causa del maltempo, e poi per i due anni di pandemia - ma quando sono estratte dalla cassaforte, come da rito, le ampolle contenenti il sangue del patrono: era già liquefatto, contrariamente al solito. 

La liquefazione, è un segno benaugurante per tutto l'anno, ed è un segno di ottimo auspicio per la città che - credenti o non credenti - ogni anno aspetta con rispetto e deferenza l'antico rito.
Nel miracolo, che si ripete ogni anno da quando è stata istituita la celebrazione molto sentita e partecipata, quello che è accaduto oggi è successo molto raramente durante i secoli dai quali è in vigore la festa. I fedeli presenti hanno comunque applaudito con gaudio: l'importante - per portare fortuna - è che sia liquido.

Ora le reliquie saranno comunque portate in processione dal duomo alla basilica di Santa Chiara, riprendendo così il corteo sacro che da secoli si svolge nel Sabato precedente la prima Domenica di Maggio.

Una tradizione centenaria

Nella tradizione, il corteo di fedeli parte dal Duomo con la Teca contenente il sangue, e con il busto del Santo Patrono di Napoli e della Campania, unitamente alle statue di alcuni santi compatroni. In tale occasione si verificava (quasi sempre) l'evento prodigioso della liquefazione del sangue del martire Gennaro. La processione è in ricordo della "traslazione delle reliquie del Santo dal cimitero", posto nell'agro marciano, nel territorio di Fuorigrotta, fino alle Catacombe di Capodimonte, poi denominate, per questa ragione, di San Gennaro.

Le curiosità del rito
La teca con il sangue del santo usualmente viene tirata fuori dalla cassaforte, nella cappella a lui dedicata, a cura dell'arcivescovo metropolitano, assistito da un alto prelato e dal sindaco della città - per statuto presidente della Deputazione - nonché dal governatore della Regione, Vincenzo De Luca. Durante la celebrazione eucaristica, se si verifica la liquefazione del sangue, l'arcivescovo lo annuncia all'assemblea mentre c'è lo storico sventolio del fazzoletto bianco, a cura di un rappresentante della Deputazione. Al termine, l'arcivescovo porta la teca sul sagrato della Cattedrale per mostrarla idealmente alla città e benedire tutti i napoletani e i campani.

Il miracolo che si ripete tre volte l'anno da secoli
Il miracolo di San Gennaro per fortuna, avviene tre volte durante l'anno: la prima volta a Maggio (appunto oggi), poi il 19 Settembre - la data in cui si ricorda il martirio del santo - ed infine il 16 Dicembre in occasione della "Festa del patrocinio di San Gennaro", che ricorda l'eruzione del Vesuvio del 1631 e la lava che secondo la leggenda, si fermò dal ricoprire Napoli proprio grazie all'invocazione del Santo.