Palermo, trent'anni dopo la Strage di Capaci

Maria Falcone: "Gioiremo insieme quando sarà arrestato Matteo Messina Denaro"

L'intervento della sorella del giudice ucciso il 23 maggio 1992 sotto l'albero a lui dedicato. In mattinata il ricordo del presidente della Repubblica Sergio Mattarella: "Contro gli attacchi della mafia la reazione della società civile"

Maria Falcone: "Gioiremo insieme quando sarà arrestato Matteo Messina Denaro"
Ansa
Maria Falcone durante la cerimonia di commemorazione del trentennale della strage di Capaci, 23 maggio 2022

Con le note del silenzio e la lettura dei nomi delle vittime, allo scoccare delle 17.58, l'ora esatta della strage di Capaci, davanti al ficus di via Notarbatolo a Palermo, l'albero Falcone, si sono chiuse alla presenza di centinaia di persone, molte giovanissime, le manifestazioni nel trentesimo anniversario dell'assassinio del giudice, della moglie, il magistrato Francesca Morvillo, e degli agenti di scorta Vito Schifani, Antonio Montinaro e Rocco Dicillo

 

Centinaia di persone nel pomeriggio sotto l'albero Falcone nel trentennale della strage di Capaci Rainews
Centinaia di persone nel pomeriggio sotto l'albero Falcone nel trentennale della strage di Capaci

"Quest'albero è il simbolo della rinascita della società civile. In questi anni siamo riusciti a mettere in carcere quasi tutti i latitanti. Ne rimane soltanto uno: Matteo Messina Denaro. E quando lo arresteranno vi prego quel giorno veniamo tutti qui sotto quest'albero a gioire di questo". Sono le parole pronunciate dal palco da Maria Falcone, sorella di Giovanni . "In questi anni - ha proseguito - siamo andati nelle scuole per continuare la sua memoria e per fare camminare sulle vostre gambe le sue idee", ha proseguito: "Lui ci aveva lasciato questo famoso testamento morale, diceva che gli uomini passano e le idee restano, che ognuno di noi deve fare la sua parte. Essere qui oggi, fa sì che voi diventiate parte della storia". Sul palco si sono inoltre esibiti diversi noti musicisti, tra cui Gianni Morandi che ha intonato le sue celebri Un mondo d'amore e C'era un ragazzo.

Circa un'ora prima, la ministra dell'Interno Luciana Lamorgese, il capo della polizia Lamberto Giannini avevano deposto una corona di alloro in memoria dei martiri della polizia, davanti alla lapide che li ricorda. Presenti anche tanti familiari delle vittime e numerose autorità civili e militari, tra le quali il sindaco di Palermo Leoluca Orlando.

 

 

La ministra dell'Interno Luciana Lamorgese e il capo della Polizia Lamberto Giannini alla stele in memoria delle vittime di Capaci Ansa
La ministra dell'Interno Luciana Lamorgese e il capo della Polizia Lamberto Giannini alla stele in memoria delle vittime di Capaci

Mattarella ricorda Falcone: "Contro gli attacchi della mafia la reazione della società civile"

"Sono trascorsi trent'anni da quel terribile 23 maggio allorché la storia della nostra Repubblica sembrò fermarsi come annientata dal dolore e dalla paura. Il silenzio assordante dopo l'inaudito boato rappresenta in maniera efficace il disorientamento che provò il Paese di fronte a quell'agguato senza precedenti”.

È iniziato così l’intervento del Presidente Mattarella alla manifestazione di questa mattina al Foro Italico di Palermo per il 30esimo anniversario della strage di Capaci organizzato dalla Fondazione Falcone.

Di fronte a una platea gremita di personalità istituzionali, ma anche di migliaia di studenti e giovani, il Capo dello Stato ha ringraziato Maria Falcone per l’operato della Fondazione che presiede e ha proseguito dicendo: “Del tutto al contrario di quanto avevano immaginato gli autori del vile attentato, allo smarrimento iniziale seguì l'immediata reazione delle Istituzioni democratiche. Il dolore e lo sgomento di quei giorni divennero la drammatica occasione per reagire al violento attacco sferrato dalla mafia; a quella ferocia la nostra democrazia si oppose con la forza degli strumenti propri dello Stato di diritto. Altrettanto significativa fu la risposta della società civile, che non accettò di subire in silenzio quella umiliazione e incoraggiò il lavoro degli investigatori contribuendo alla stagione di rinnovamento”.

 

Il ricordo di Giovanni Falcone

Dopo una pausa dovuta a un lungo applauso dei ragazzi che affollano il prato del Foro Italico alle sue parole, il Presidente Mattarella ha proseguito ricordando Giovanni Falcone: "Era un grande magistrato e un uomo con forte senso delle istituzioni. Non ebbe mai la tentazione di distinguere le due identità perché aveva ben chiaro che la funzione del magistrato rappresenta una delle maggiori espressioni della nostra democrazia e, in qualunque ruolo, ha sempre inteso contribuire, con competenza e serietà, all'affermazione dello Stato di diritto. La portata della sua eredità -ha sottolineato Mattarella- è resa evidente anche dalle modalità della celebrazione di oggi, attraverso la quale viene rinnovato l'impegno contro la mafia".

"Le visioni d'avanguardia, lucidamente 'profetiche', di Falcone non furono sempre comprese -ha sottolineato Mattarella- anzi in taluni  casi vennero osteggiate anche da atteggiamenti diffusi nella stessa magistratura, che col tempo, superando errori, ha saputo farne  patrimonio comune e valorizzarle".

"Le esperienze innovative di quegli anni si sono tradotte, all'indomani dei drammatici attentati, in leggi che hanno fatto assumere alla lotta alla mafia un livello di incisività ed efficacia mai raggiunto fino ad allora. Con la determinazione di fare giustizia, facendo prevalere il diritto, ripristinandolo. Per consentire alle persone pienezza di libertà e maggiori opportunità di futuro contro la presenza delle mafie che ne ostacola e talvolta ne impedisce l'effettiva libertà".

Il Capo dello stato ha poi aggiunto: "Poco meno di tre settimane fa, proprio a Palermo, presso l'aula-bunker, ha avuto luogo la sessione conclusiva della Conferenza dei Procuratori europei, dedicata alla commemorazione di Giovanni Falcone. È stato un omaggio di alto significato perché egli fu il primo ad intuire e a credere nel coordinamento investigativo sia nazionale sia internazionale, quale strumento per far emergere i traffici illeciti che sostenevano economicamente la mafia. Insieme a Paolo Borsellino avviarono un nuovo metodo d'indagine, fondato sulla condivisione delle informazioni, sul lavoro di gruppo, sulla specializzazione dei ruoli; ciò consentì di raggiungere risultati giudiziari inediti, ancorati ad attività istruttorie che poggiavano su una piena solidità probatoria".

Onorare la memoria per rinnovare l'impegno contro la mafia

"Onorare oggi la memoria di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino- ha detto ancora il Presidente della Repubblica- vuol dire rinnovare quell'impegno, riproponendone il coraggio e la determinazione. L'impegno contro la criminalità non consente pause né distrazioni. Giovanni Falcone diceva che 'l'importante non è stabilire se uno ha paura o meno, è saper convivere con la propria paura e non farsi condizionare dalla stessa. Ecco, il coraggio è questo, altrimenti non è più coraggio ma incoscienza'. Agiva non in spregio del pericolo, non alla ricerca di ostentate forme di eroismo bensì nella consapevolezza che l'unico percorso possibile fosse quello che offre il tenace perseguimento della legalità, attraverso cui si realizza il riscatto morale della società civile".

"Compito delle istituzioni -ha continuato il Capo dello Stato- è prevedere e agire per tempo senza dover attendere il verificarsi di eventi drammatici per essere costretti ad intervenire. Questa consapevolezza dovrebbe guidare costantemente l'azione delle istituzioni per rendere onore ai servitori dello stato che hanno pagato con la vita". 

Le parole sulla situazione internazionale

A conclusione del suo intervento Mattarella ha dedicato un pensiero all’attuale e difficile situazione di conflitto in Ucraina. "La violenza della prevaricazione pretende nella nostra Europa di sostituirsi alla forza del diritto, con tragiche sofferenze per le popolazioni coinvolte, e per quelle che patiranno le conseguenze del conflitto, con grave pregiudizio per il sistema e delle relazioni internazionali e per le prospettive di sviluppo delle condizioni dell'umanità", ha detto il presidente della Repubblica.

"Il ripristino degli ordinamenti internazionali, anche in questo caso, è fare giustizia, porre la vita e la dignità delle persone al centro dell'azione della comunità internazionale", ha aggiunto.