L'udienza

"Ho paura di quella bestia": ascoltati durante il processo i messaggi vocali della madre di Benno

I vocali furono inviati ad un'amica mesi prima che venisse uccisa assieme al marito. La donna raccontava di aver nascosto tutti i coltelli. Il figlio ha confessato il duplice omicidio

"Ho paura di quella bestia": ascoltati durante il processo i messaggi vocali della madre di Benno
ANSA/G.NEWS
Un momento dell'udienza del processo a Benno Neumair, incriminato per la morte dei genitori

"C'è questa bestia in lui. Ho paura di vivere con lui". E ancora: “Ho nascosto i coltelli in cucina e dormo con la camera chiusa a chiave”.

Parole forti. Parole che, ascoltate in un’aula di tribunale e a distanza di tempo da quando sono state pronunciate, squarciano un ulteriore velo su quello che deve essere successo nei mesi prima della morte di Laura Perselli e Peter Neumair: la coppia fu uccisa dal figlio Benno, reo confesso, il 4 gennaio del 2021

I messaggi ascoltati durante l’udienza di ieri, nel processo a carico di Benno, accusato del duplice omicidio, appartengono alla madre ed erano stati inviati pochi mesi prima che venisse trucidata dal figlio. Il corpo di lei fu trovato poi il 6 febbraio a Laghetti di Egna. Sull'uomo grava anche l'accusa di occultamento dei cadaveri.

"Benno è sempre stato pieno di buone intenzioni e poi c'è questa bestia in lui che lo fa andare così. Vediamo se si riesce con calma, per il suo bene, a metterlo in una comunità terapeutica": questo raccontava Laura Perselli all’amica che è stata ascoltata ieri dai giudici della corte d’Assise e che sono chiamati a esprimersi sull’imputabilità, o meno, di Benno. 

Laura Perselli aveva spiegato in altri vocali che Benno era stato ricoverato in un reparto psichiatrico in Germania dopo aver inscenato una finta aggressione contro di lui. All'amica aveva espresso una forte preoccupazione per le condizioni di salute mentale del figlio. "Ho paura a vivere con un ragazzo così. Abbiamo nascosto i coltelli in casa".

Durante l’udienza di ieri sono state ascoltate anche due testimonianze della scuola media in lingua tedesca di Bolzano dove Benno lavorava come insegnante supplente di matematica. 

Una dirigente scolastica ha ricordato vari fatti dai quali emerge come Benno fosse un insegnante poco affidabile, anche in termini di puntualità. Mentre una collega, insegnante di sostegno, ha invece raccontato di aver subito un'aggressione verbale durante una lezione da parte del 31enne.

Il Corriere del Veneto ha riportato anche un altro messaggio in cui la madre raccontava gli alti e bassi sulla salute psicofisica del figlio: “Ci sono momento in cui è difficile per noi, non si sa che pesci pigliare. Non si riesce spesso a gestire la situazione, c’è sempre qualche imprevisto. Indubbiamente sta meglio rispetto al mese di luglio però basta anche poco per destabilizzarlo: si arrabbia, si chiude in se stesso. Dice che vuole andarsene ma non si sa dove né a fare che cosa”. 

E ha quindi proseguito: “Vediamo in questi giorni, lavora intanto in una scuola media. Non ha ancora contattato la psichiatra che gli era stata assegnata. L’ha chiamata per disdire l’appuntamento dicendo che si sarebbe rifatto vivo. Ma poi non ha mai richiamato per fissarlo. Quando gli parliamo della psicoterapia, anzi, cerchiamo di non usare la parola terapia ma facciamo riferimento al coaching psicologico che potrebbe aiutarlo e Benno ci dice: “Sì lo so ma non adesso perché ho altre cose per la mente”.

Nel lungo messaggio la donna aveva poi concluso: "Lo avevamo fatto 5 o 6 anni fa quando Benno era in piena crisi. Ci vorrebbe un esperto che aiuti Benno perché noi appena spingiamo un po’ lui si chiude e quindi evitiamo di parlarne. E quando gliene parliamo troviamo un muro. Dopo il primo colloquio in ospedale lui poi non è più andato”.