Intervista del ministro degli Esteri di Mosca

Lavrov alla tv francese: "La Russia non crede che le porte del dialogo con l'Europa siano chiuse"

Il capo della diplomazia russa, tra gli uomini più vicini a Putin, apre uno spiraglio alla soluzione diplomatica in Donbas, dove - chiarisce - i cittadini dovranno decidere del loro futuro, mostrando scetticismo sulla creazione di un esercito Ue

Lavrov alla tv francese: "La Russia non crede che le porte del dialogo con l'Europa siano chiuse"
(EPA/MAXIM SHIPENKOV via Ansa Foto)
Sergei Lavrov, ministro degli Esteri della Federazione Russa dal 2004

“La Russia non crede che le porte per la ripresa del dialogo con l'Occidente siano chiuse”: lo dice forte e chiaro il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov in un'intervista alla tv francese TF1, poi ripresa dalla Tass (l’agenzia di stampa del Cremlino). “Il presidente Vladimir Putin”, precisa Lavrov, “non rifiuta mai contatti con colleghi stranieri”. Nell’ennesima uscita pubblica sui media occidentali, il titolare della diplomazia di Mosca affronta tutti i temi legati al conflitto in corso in Ucraina, dalla situazione sul campo nel Donbass all’influenza della Nato, dal ruolo dell’Unione europea e dal suo sviluppo in ambito strategico-militare alle possibilità di dialogo con le istituzioni di Bruxelles.

 

Il futuro dell’Ucraina e i progressi verso la creazione di un “esercito europeo”

Il futuro dei territori dell'Ucraina dove la Russia sta conducendo la sua operazione militare speciale dovrebbe essere deciso dai loro cittadini” chiarisce subito Lavrov, aggiungendo di non credere “che saranno felici di essere di nuovo governati dal regime neonazista che ha rivelato la sua natura totalmente russofoba. Tocca ai cittadini stessi decidere”. In un passaggio sul peso dell’Alleanza atlantica nell’Europa orientale, il ministro degli Esteri russo precisa: “La Nato non consentirà all'Unione europea di decidere dove e come utilizzare le sue forze armate. Hanno inventato una 'bussola strategica' per dare una dimensione militare all'Unione europea” ha spiegato ancora Lavrov, aggiungendo che “è improbabile che risulti utile perché, in ogni caso, l'Unione europea militarizzata è già considerata dall'Alleanza atlantica come un supplemento della Nato più che un'entità indipendente che decida da sé quando e come utilizzare le sue forze armate. Sono convinto che all'Unione europea non verrà consentito di farlo”.

 

Ciò che vuole la Russia e il dialogo con l’Europa

“Chiediamo solo ciò che il presidente Putin ha già annunciato dall'inizio dell'operazione speciale. Vale a dire, che il regime di Kiev smetta di uccidere civili nel Donbass come ha fatto per otto lunghi anni, dal colpo di stato in Ucraina nel 2014. Ecco perché i nostri obiettivi sono proteggere i civili del Donbass e smilitarizzare l'Ucraina. Cioè, non devono più esserci armi sul suo territorio che rappresentino una minaccia per la Federazione Russa” spiega Sergei Lavrov nell’intervista alla televisione francese. E continua: “Vogliamo anche ripristinare i diritti della lingua russa, in conformità con la Costituzione dell'Ucraina, che il regime di Kiev ha violato adottando leggi anti-russe. Ma dobbiamo anche denazificare l'Ucraina, perché le idee e gli atti neonazisti ora fanno parte della vita in Ucraina”, dice ancora Lavrov, tornando alle vecchie espressioni che la propaganda russa ha utilizzato all’inizio della guerra scoppiata il 24 febbraio. “Non vogliamo dire che la via per rinnovare un certo dialogo sia interrotta. Ma ora giudicheremo le intenzioni europee solo sulla base di azioni concrete” ha proseguito il titolare del ministero degli Esteri russo, mettendo in guardia: “Abbiamo imparato la lezione. In questo senso la situazione è cambiata rispetto alla fine della Guerra Fredda. All'epoca - continua - si parlava molto di valori umani universali, del futuro condiviso dell'Europa dall'Atlantico all'Oceano Pacifico. Erano parole nobili. Ma non appena si è trattato di fare dei passi concreti e di tradurre quegli slogan in azioni, l'Europa ha dimostrato riluttanza”.

 

E chiarisce: “Putin sta bene”

Lavrov ha anche smentito in un comunicato che il presidente Vladimir Putin sia malato, assicurando che non presenta alcun sintomo, anche perché appare in pubblico quotidianamente. Il ministro degli Esteri ha poi aggiunto: “Non credo che qualcuno che sia sano di mente possa vedere in questa persona dei segni di malattia o di un disturbo qualsiasi”.