Usa, probabile terzo caso di vaiolo delle scimmie, allo studio l'evoluzione del virus

Se confermato il contagio in Florida, anche gli Stati Uniti (come l'Italia) conterebbero tre pazienti coinvolti. Al momento risultano circa 200 casi in 16 paesi (non endemici)

Usa, probabile terzo caso di vaiolo delle scimmie, allo studio l'evoluzione del virus
Rainews
Un immagine al microscopio del virus responsabile della malattia del vaiolo delle scimmie

La autorità sanitarie della Florida stanno indagando su un caso sospetto di vaiolo delle scimmie che, se fosse confermato, sarebbe il terzo negli Stati Uniti. Lo riporta Abc news, citando il Dipartimento della Salute dello Stato americano. Il primo caso della malattia è un uomo del Massachusetts rientrato dal Canada, mentre il Dipartimento della Salute di New York ha annunciato che sta indagando su un altro possibile caso di vaiolo delle scimmie dopo che un paziente è risultato positivo all'orthopox virus, la famiglia virale a cui appartiene la malattia.

 

Il conto dei casi

A livello globale, sono più di 190 i casi confermati o sospetti in 17 paesi in cui la malattia non è endemica, Italia compresa. Salgono, infatti, in queste ore le segnalazioni di vari possibili contagi: riguardano Australia, Belgio, Canada, Francia, Germania, Italia, Olanda, Portogallo, Spagna, Svezia, Regno Unito, Stati Uniti d'America e Argentina. Da qui, infatti, proviene l'ultima segnalazione: un uomo della provincia di Buenos Aires che si è recato in Spagna da fine aprile a metà maggio e che presenta febbre e pustole sul corpo ma è in buone condizioni generali di salute. Finora non sono stati stabiliti collegamenti di viaggio con le aree dove la malattia è invece endemica.

 

Quello che si sa finora

“Sulla base delle informazioni attualmente disponibili, i casi sono stati identificati principalmente, ma non esclusivamente, tra uomini che hanno rapporti sessuali con uomini” scrive l'Oms in una nota. La situazione “si sta evolvendo” e la previsione è che “ci saranno più casi di vaiolo delle scimmie identificati man mano che la sorveglianza si espande nei paesi non endemici”.

Gli Stati Uniti intanto sono già al lavoro per capire quale vaccino possa essere utilizzato contro questa malattia, ha detto il presidente americano Joe Biden nel corso di una missione in Asia. Ora le azioni immediate, spiega l'Organizzazione mondiale della Sanità in una nota, “si concentrano sull'informare coloro che potrebbero essere più a rischio di infezione al fine di fermare un'ulteriore diffusione. Le attuali prove disponibili suggeriscono che coloro che sono più a rischio sono quelli che hanno avuto uno stretto contatto fisico con qualcuno con il vaiolo delle scimmie, da sintomatico”. L'Oms sta lavorando anche per fornire una guida per proteggere dal contagio gli operatori sanitari in prima linea e altri soggetti che potrebbero essere a rischio, come gli addetti alle pulizie. L'obiettivo è quello di riuscire a fornire raccomandazioni tecniche già nei prossimi giorni. Il consumo di carne e altri prodotti animali di animali infetti non adeguatamente cucinati è considerato un possibile fattore di rischio. Il vaiolo delle scimmie è solitamente “autolimitante”, non evolve cioè in modo grave ma lo può essere in alcuni individui, come bambini, donne in gravidanza o persone immunodepresse.

 

La situazione in Africa, dove il virus è endemico

I paesi endemici del vaiolo delle scimmie, riferisce sempre l'Oms, sono tutti in Africa: Benin, Camerun, Repubblica Centrafricana, Repubblica Democratica del Congo, Gabon, Ghana (identificato solo negli animali), Costa d'Avorio, Liberia, Nigeria, Repubblica del Congo e Sierra Leone. Il periodo di incubazione del vaiolo delle scimmie è generalmente compreso tra 6 e 13 giorni, ma può variare da 5 a 21 giorni. Varie specie animali, inoltre, sono state identificate come suscettibili al virus. Rimane incertezza sulla storia naturale di questo virus: l'Oms ricorda infatti che sono necessari ulteriori studi.