Salute e diritti delle donne

Spagna, lavoro: arriva il congedo mestruale, 3 giorni al mese per le donne con ciclo doloroso

“Finalmente una legge di civiltà. Si tratta di un problema di salute, un’inabilità temporanea” commenta Ivana Veronese, segretaria confederale della Uil

Spagna, lavoro: arriva il congedo mestruale, 3 giorni al mese per le donne con ciclo doloroso
ArturVerkhovetskiy/depositphotos.com
Donna stanca in ufficio

Mentre in Italia non si spegne l’eco mediatico seguito alle dichiarazioni dell’imprenditrice e stilista Elisabetta Franchi, che ha ammesso di assumere come dirigenti solo donne sopra gli ‘anta’ più disponibili perchè non assorbite da maternità reali o future, in Spagna si cammina in senso opposto e si sta per varare una legge ‘apripista’ a tutela delle donne lavoratrici.

Tra i punti contenuti dal testo di legge quello su cui si dibatte di più, anche fuori dai confini iberici, è “il congedo mestruale di tre giorni al mese per le donne con un ciclo particolarmente doloroso”. 

L’accordo all’interno del governo di Madrid sarebbe stato già raggiunto e la misura potrebbe essere varata in tempi strettissimi, all’interno di un pacchetto di norme di supporto “ai diritti delle donne”, come ha spiegato la prima promotrice dell’iniziativa, la ministra spagnola,  delle Pari Opportunità, Irene Montero.

Il congedo riconosciuto solo se certificato dal medico

Il congedo verrebbe riconosciuto, fin dal primo giorno e per la durata necessaria, solo nel caso di una precisa sindrome certificata e accertata da un medico. Qualcosa di oggettivo, non qualcosa di legato al genere. Soltanto per le donne che vivono periodi invalidanti conseguenti a forti crampi e altri sintomi come nausea, vertigini e vomito.

 

le Cortes Generales, Parlamento Spagnolo wikimedia.org
le Cortes Generales, Parlamento Spagnolo

Una legge dalla parte delle donne

Il riconoscimento del congedo mestruale rientra in nuovo disegno di legge dal nome “Legge Organica per la Tutela dei Diritti Sessuali e Riproduttivi e la Garanzia dell’Interruzione Volontaria della Gravidanza” che introduce anche altre novità in materia di salute sessuale: da una garanzia più estesa del diritto all’interruzione di gravidanza, al finanziamento tramite il sistema pubblico di contraccettivi e della cosiddetta “pillola del giorno dopo”.

In Europa il congedo mestruale non è previsto dalla legge di nessuno Stato e in Italia è stata proposta e discussa nel 2016 in Parlamento una legge sul tema mai approvata.

Questa volta, però, la nuova normativa spagnola, così innovativa e ‘dalla parte delle donne’, ha acceso il dibattito anche in Italia e c’è chi afferma che il riconoscimento del permesso possa addirittura trasformarsi in un boomerang per le lavoratrici. Come reagirebbe il nostro Paese? Siamo pronti a un passo avanti di questa portata?

Abbiamo rivolto la domanda a Ivana Veronese, segretaria confederale della Uil.

“Finalmente una legge di civiltà” è il primo commento della dirigente sindacale, da sempre al fianco delle donne che lavorano.  

Ci sono cicli mestruali che possono essere invalidanti. Una delle segretarie che lavora con me quando ha il ciclo è a pezzi. Il doversi mettere al lavoro con dolori lancinanti è ingiusto. Alcune donne hanno questo problema ed è una questione di salute, un’inabilità temporanea. Non si capisce perché per alcune cose la salute vale e per altre no. Se c’è un certificato medico che avalla la sindrome mestruale va rispettato. Non è che le donne sono eroine e devono andare al lavoro per forza, anche piegate dal dolore”.

Su come verrebbe accolta in Italia una proposta di legge analoga Ivana Veronese non ha dubbi: ”Noi paghiamo il conto di un Paese ancora retrogrado e culturalmente arretrato. Manca l’apertura mentale. Già è molto che, con la Legge di bilancio 2022, è stata finalmente abbassata l’iva sugli assorbenti dal 22% al 10%; prima erano considerati beni di lusso.

Poi c’è da sottolineare anche la discussione discriminatoria di chi sostiene: date anche questo alle donne? A quel punto perché dovremmo assumerle”?