Infuria la polemica

Brasile, undicenne incinta dopo stupro: la giudice vieta l'aborto e sottrae la piccola alla famiglia

Mentre la campagna per le presidenziali entra nel vivo, l'opinione pubblica brasiliana si spacca sul caso di aggressione sessuale a una bimba: i genitori chiedono di interrompere la gravidanza, la magistratura si oppone

Brasile, undicenne incinta dopo stupro: la giudice vieta l'aborto e sottrae la piccola alla famiglia
(Ansa)
palloncini e cartelli a favore dell'aborto legalizzato al di fuori del Centro Integrado de Salud Amaury de Medeiros (CISAM), una clinica materna pubblica nel paese nota per l'esecuzione di procedure di aborto, a Recife, Brasile

Il Consiglio nazionale di giustizia brasiliano, organo di vigilanza sulla magistratura, ha annunciato un'indagine sulla giudice che ha impedito l'aborto a una bambina di 11 anni, sopravvissuta a uno stupro e rimasta incinta a seguito della violenza.  Accade a Florianopolis, nello Stato di Santa Catarina, nel sud del Brasile, regione più abbiente rispetto al nord, e dove la popolazione è composta da molti immigrati europei. 

La notizia, diffusa da The Intercept Brasil, ha spaccato l'opinione pubblica del Paese, dove l'aborto è legalmente vietato salvo rarissimi casi come la gravidanza a seguito di violenza sessuale.  Associazioni di avvocati e organizzazioni per i diritti umani chiedono all'osservatorio governativo di intervenire e rimuovere la giudice dello Stato di Santa Catarina, Joana Ribeiro Zimmer, che ha non ha accolto la richiesta della famiglia di procedere all'interruzione di gravidanza della bimba.

La giudice Zimmer è stata filmata mentre, in un'udienza del 9 maggio, chiedeva alla bambina se comprendesse l'origine della gravidanza, riferendosi allo stupratore come al "padre del bambino" e invitandola a "resistere ancora un po'" per salvare il bambino, suggerendole anche di sceglierne un nome. La bambina ha ripetuto più volte di non voler portare a termine la gravidanza. 

 

 

Daniela Felix, legale che rappresenta la famiglia, ha dichiarato ad Associated Press che la bambina, che aveva 10 anni quando è stata stuprata, si è accorta di essere incinta alla 22esima settimana. La madre l'ha portata in ospedale a Florianopolis perché la gravidanza fosse interrotta, ma i medici hanno risposto di non poterlo fare dopo la ventesima settimana. 

La famiglia ha portato il caso in tribunale nel giro di pochi giorni, dove la giudice Zimmer non solo ha rifiutato di consentire l'Ivg, ma ha anche tolto la bambina alla famiglia, isolandola in una casa d'accoglienza. Mentre alcuni attivisti anti-abortisti affermano che il ministero della Salute non consente l'interruzione oltre la ventesima settimana, l'avvocato della famiglia e altri suoi colleghi sottolineano che la legge non impone un limite nei casi di stupro o quando la vita della donna è in pericolo. 

La polizia locale e la procura hanno riferito che ad essere sospettato dello stupro è una persona della famiglia della bambina, la cui gravidanza è ora alla 29esima settimana. Intanto, la piccola ha potuto tornare a casa grazie alla sentenza di un altro giudice dello stesso tribunale, senza tuttavia ottenere l'autorizzazione ad abortire.

Anche il Ministero pubblico federale del Brasile ha emesso una raccomandazione affinché l'ospedale universitario Polydoro Ernani de São Thiago, dell'Università federale di Santa Catarina, esegua l'aborto richiesto dalla famiglia della bambina ma il personale medico dell'ospedale si è però rifiutato di eseguire la procedura, sostenendo che la gravidanza aveva già superato la ventiduesima settimana.

Il caso ha riacceso il dibattito sul diritto all'aborto, fortemente limitato in Brasile, in vista delle presidenziali di ottobre dove si prevede che sarà un tema centrale.