Lo scontro tra Figc e Lega Calcio finisce al Tar

Disputa sull'indice di liquidità. La Federazione fa ricorso. I club: stupiti, alimenta clima di litigiosità

Lo scontro tra Figc e Lega Calcio finisce al Tar
(Ansa)
Il presidente della Figc Gabriele Gravina

La disputa si gioca sull’indice di liquidità. Ma è evidente che si tratta di un campo di gioco sul quale si gioca però una partita più grande e che rivela le tensioni esistenti da tempo.
L’indice di liquidità è il rapporto tra le “attività correnti” e le “passività correnti”. Quindi il rapporto tra ciò l'incasso e le spese previste. In teoria quindi il rapporto “sano” dovrebbe essere l’1%: ovvero copertura totale delle spese previste.

Fino ad oggi l’indice per la Serie A era fissato allo 0,6%: in sostanza le squadre dovevano garantire la copertura del 60% delle spese. In caso di mancato rispetto c’erano sanzioni, come il blocco del mercato.

Nella riunione del Consiglio federale del 26 aprile scorso, la Figc ha deciso di aumentare i livelli di garanzia, e così ha abbassato l’indice allo 0,5%. E in più ha stabilito che, in caso di mancato rispetto, scatta il divieto di iscrizione al campionato di calcio di Serie A.

La Lega di Serie A ha deciso di fare ricorso al Collegio di Garanzia del Coni. Che ieri ha parzialmente accolto le obiezioni dei club, dicendo che la delibera Figc è bocciata “nella parte in cui si prevede che la verifica del possesso del requisito dell’indice di liquidità sia fissata in un termine antecedente alla chiusura dell’esercizio in corso”. In pratica stabiliscono che non sia possibile fissare un indicatore prima della chiusura dei bilanci al 30 giugno.

Ma la Figc non ci sta, e oggi ha presentato ricorso al Tar contro la sentenza del Collegio di Garanzia. Inoltre, il tribunale amministrativo di primo grado ha accolto la richiesta della Federazione di abbreviazione dei termini e fissato già al 21giugno prossimo la camera di consiglio collegiale.

La Lega Serie A si dice "molto stupita per la  scelta della Figc di ricorrere al TAR contro la decisione del massimo  organo di giustizia sportiva in merito al sistema di licenze  nazionali". 
Per la Lega si tratta di "una  scelta che dimostra totale indifferenza nei confronti dell'invito  giunto da Coni e Governo (oltre che dalla stessa Lega Serie A) di sedersi a un tavolo e trovare una soluzione condivisa, ma che altresì  contraddice quanto la stessa Figc aveva fino a ieri sostenuto, ovvero  di non appellarsi contro un dispositivo senza attendere la decisione con le relative motivazioni".     
Evidentemente alimentare un clima di litigiosità a scapito del dialogo è ritenuto più importante, per di più in una fase in cui, è sotto gli occhi di tutti, ben altre sarebbero le priorità su cui concentrarsi  tutti insieme per garantire un futuro sostenibile al calcio italiano  e, in particolare, alle nostre Nazionali".

Dal governo arriva un appello al dialogo. La sottosegretaria allo Sport Valentina Vezzali dice: "Non voglio entrare nel merito della questione, penso che il dissidio tra Federcalcio e Lega di Serie A vada risolto quanto prima. La giustizia farà il suo corso, sono convinta.