Evitare una crisi alimentare sbloccando i porti ucraini

Draghi a Kiev: "C'è un uso politico del gas e del grano da parte della Russia"

Il Presidente del Consiglio ha ricordato: "Quando chiamai Putin per chiedergli della pace mi disse 'Non è il momento' e così per il cessate il fuoco"

Draghi a Kiev: "C'è un uso politico del gas e del grano da parte della Russia"
(GettyImages)
Mario Draghi con Volodymyr Zelensky oggi a Kiev

"Devono essere gli ucraini a decidere cosa va bene per l'Ucraina. Una pace forzata, ammesso che sia possibile, è solo generatrice di nuovi conflitti. Non credo sia comunque possibile e realistica oggi". Lo ha detto il premier Mario Draghi, rispondendo a una domanda nel corso della conferenza stampa con i giornalisti italiani durante la sua visita di oggi a Kiev insieme ai presidenti francese, Macron, e tedesco, Scholz. “Quando chiamai Putin per chiedergli della pace mi disse ”Non è il momento" e così per il cessate il fuoco. Gli ho chiesto se si potesse incontrare con Zelensky, ma mi ribadì che il momento non era maturo". 

Draghi ha quindi parlato della riduzione di fornitura di gas dalla Russia: "Viene detto che i motivi del taglio delle forniture di gas siano tecnici e legati alle sanzioni. Per noi, come per la Germania, sono bugie. Da Mosca c'è un uso politico del gas e del grano. Noi siamo tranquilli, nell'immediato e per l'inverno, ma a questi prezzi gli stoccaggi diventano più difficili. Le forniture sono diminuite, l'Europa è in difficoltà e la Russia incassa come prima. E' una strategia che va combattuta. In questo contesto acquista più  forza la richiesta dell'Italia a un tetto al prezzo del gas", ha aggiunto.

Sulla richiesta di adesione dell’Ucraina all'Ue il Presidente del Consiglio è stato molto chiaro: “Io sono molto soddisfatto di come è andata questa riunione. Abbiamo dimostrato una tale unità nel sostegno all'Ucraina, siamo riusciti ad avere una posizione comune per avere l'Ucraina Paese candidato nell'immediato. Ma nel Consiglio europeo decidiamo all'unanimità e ci sono tanti paesi con opinioni diverse, vedremo. Non siamo in condizione di promettere che questo sarà l'esito, abbiamo detto Zelensky che questa sarà la nostra posizione e credetemi non è poco”.

Altri argomenti toccati nell’incontro con i giornalisti sono stati l’invio di armi e lo sblocco dei porti ucraini.

"Non ci sono state richieste di Zelensky di nuove armi, ha descritto la situazione qual è, situazione che sta diventando critica perché le vecchie armi munizioni iniziano a scarseggiare mentre per le nuove armi c'è bisogno di addestramento. I Paesi della Nato forniscono addestramento ma richiede tempo. Non ci sono state richieste di armi, ma siamo venuti insieme ed è stata una manifestazione di grande unità, per aiutare l'Ucraina nella guerra perché se non riesce a difendersi non c'è pace; siamo venuti qui per aiutarla per la pace ma non c'è pace durevole se non decide questo Paese quale pace vuole". 

Sullo sblocco dei porti ucraini, decisivo  per l'esportazione dei cereali, "Zelensky è pronto".  Ha il presidente del Consiglio, Mario Draghi: "Quello che occorre fare è molto complesso, assicurare  l'uscita delle navi dai porti ucraini, sminarli e custodire l'uscita di queste navi attraverso Paesi terzi", ha detto Draghi, ribadendo che "l'unica soluzione possibile è una risoluzione delle Nazioni Unite. L'Italia non può che avere un ruolo sotto l'egida delle Nazioni  Unite. Le capacità dell'Italia nello sminamento dei porti sono note",  ma non è il momento di azioni di un singolo Paese, ha osservato  Draghi, sottolineando che in questa situazione "è ora che si riscopra  il ruolo delle Nazioni Unite".

Il Presidente Draghi ha anche risposto  anche ad una domanda su inflazione, sulle misure della BCE e su quelle della Fed e ha spiegato:  "I tassi di interesse più alti colpiscono tutti i Paesi, non solo l'Italia. E quando la Bce ha annunciato dei programmi che sono mirati a contenere la frammentazione della politica monetaria in Europa ma non a rinunciare all'obiettivo di moderare l'inflazione questi spread sono scesi. Pronunce politiche sul comportamento della Bce fanno male a quelli che le fanno, sono controproducenti". E ha aggiunto “Ho passato 8 anni a difendere l'autonomia della Bce quindi non voglio commentare. Detto questo, inflazione c'è, in alcuni paesi 20%, o 12 o 15. Quindi una reazione in termini di aumento dei tassi d'interesse è inevitabile. La situazione in Europa al momento è diversa dagli Usa, dove c'è stato un aumento di 0,75% decisa dalla Fed che è il più grande aumento in una sola decisione nell'arco di 30 anni. Questo perché l'inflazione negli Usa è alta ma l'economia sta andando molto forte, è a pieno impiego. La situazione è diversa da noi, dove se uno riesce a definire l'inflazione senza considerare gli aumenti dell'energia e delle materie prime l'inflazione è molto più bassa degli Usa. Quindi ci si aspetta un ritmo di aggiustamento più graduale, quello che mi pare la Bce ha fatto”.