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Il doodle per i 306 anni della stilista Francesca Sanna Sulis, la signora dei gelsi

Sfidando le tendenze dell'epoca, mise al bando abiti pesanti e corsetti rigidi e "dolorosi". Creò vestiti di seta eleganti ma comodi conquistando anche clienti "reali"

Il doodle per i 306 anni della stilista Francesca Sanna Sulis, la signora dei gelsi
Google
Un doodle per Francesca Sanna Sulis

Google celebra con un doodle i 306 anni dalla nascita dell'imprenditrice sarda Francesca Sanna Sulis, stilista e mente lungimirante capace di sfidare le tendenze di moda dell'epoca per aiutare le donne a emanciparsi. 

Nata nel 1716 a Muravera, in Sardegna, dove crebbe nell'azienda agricola di famiglia, e morta a Quartucciu (Cagliari) nel 1810, a 94 anni, la stilista ebbe fra le sue clienti le principesse di Casa Savoia, l'ultima famiglia reale d'Italia, e la zarina Caterina la Grande.    

Col conte lombardo Giorgio Giulini, l'imprenditrice allestì una delle prime sfilate di moda, una delle quali si tenne a Villa San Martino, ad Arcore.    

Conosciuta come la signora dei gelsi, Sanna Sulis usò la seta di gelso per disegnare modelli raffinati per le nobildonne di tutta Europa. Oggi i suoi abiti storici sono in mostra al museo 'Donna Francesca Sanna Sulis' di Muravera e all'Ermitage di San Pietroburgo, dove si trova anche un ritratto di Caterina la Grande che ne indossa uno.

Col marito Pietro Sanna Lecca, giureconsulto di Cagliari, sposato quando aveva 19 anni e col quale ebbe tre figli, la stilista si trasferì nell'azienda della famiglia di lui specializzata nella coltivazione dei gelsi. Investì in telai moderni, coi quali attrezzò i laboratori di Quartucciu e trasformò la tenuta in un sito di produzione della seta all'avanguardia per l'epoca. 

La sua attività avrebbe rivoluzionato l'intero settore della moda: Sanna Sulis sfidò le tendenze di allora, che imponevano alle donne soffocanti corsetti sotto abiti stretti e opprimenti, disegnando modelli confezionati di seta di gelso che erano sia eleganti sia comodi.    

Nel tempo libero l'imprenditrice dirigeva una scuola professionale per insegnare a centinaia di donne filatura, tessitura, sartoria e botanica. Dopo aver completato i corsi, le 'alunne' ricevevano un telaio gratuito e la possibilità di raggiungere l'indipendenza finanziaria.    

La vita e la straordinaria spinta innovatrice della stilista e imprenditrice sono raccontate in due libri, uno di Lucio Spiga ('Francesca Sanna Sulis' del 2006), l'altro di Ada Lai ('La straordinaria storia di Francesca Sanna Sulis. Donna di Sardegna'), uscito nel 2016.    

Alla sua morte, l'imprenditrice lasciò i suoi beni (terre, vigne, immobili) alla Chiesa e ai più poveri: i due figli maschi erano morti e la figlia era entrata a suo tempo in convento, contro il parere della famiglia.