I messaggi d'odio (sui social) dell'ex presidente della Federazione russa

Medvedev: "Odio chi è contro la Russia". Di Maio: "Parole contro la pace"

Il capo della Farnesina: "È doveroso smettere di alimentare tensioni con provocazioni e minacce: per arrivare alla pace non basta l'apertura dell'Ucraina e la spinta della comunità internazionale, ma serve la Russia e la volontà di dialogo di Putin"

Medvedev: "Odio chi è contro la Russia". Di Maio: "Parole contro la pace"
YULIA ZYRYANOVA/SPUTNIK/AFP via Getty Images
Dmitry Medvedev, vicepresidente del Consiglio di Sicurezza russo e consigliere di Vladimir Putin

"Mi viene spesso chiesto perché i miei post su Telegram siano così duri. La risposta è che li odio. Sono bastardi e imbranati. Vogliono la nostra morte, quella della Russia. E finché sono vivo, farò di tutto per farli sparire". Lo ha scritto su telegram il vicepresidente del consiglio di sicurezza russo ed ex presidente della Federazione russa, Dmitry Medvedev, riferendosi a chi è contro la Russia.

Ieri mattina, sempre con un post su Telegram, Medvedev si era scagliato contro la Commissione europea per l'adozione del sesto pacchetto di sanzioni, "sicuramente per fare a pezzi l'economia russa". Sull'embargo petrolifero graduale, l'ex presidente russo ha commentato che "non c'è modo di abbandonare immediatamente il nostro petrolio". E poi: "Ora gli europei dovranno setacciare il mondo alla ricerca di materie prime della stessa qualità. In tal modo, dovranno affrontare una carenza di alcuni tipi di carburante, come il diesel, necessario per i camion e le attrezzature agricole. E sanno che dovranno ancora trovare schemi grigi per ottenere le nostre materie prime, in qualche modo pagarle, aggirando le loro stesse idiote sanzioni. E questo nonostante i camionisti siano già in sciopero in Italia, Polonia e Ungheria e abbiano bloccato l'ingresso di auto straniere. Le autorità di Varsavia si sono rifiutate del tutto di fornire materie prime all'Ucraina". 

“Le sanzioni contro l'infrastruttura di regolamento russa” (il National Settlement Depository), ha proseguito Medvedev, sono state imposte "per il gusto di gridare a gran voce che  l'obiettivo è stato raggiunto, c'è un default in Russia. Questa è solo un'altra bugia. Non ci siamo mai rifiutati di pagare. E il settore degli investimenti subirà un duro colpo. Gli imbecilli europei nel loro zelo hanno dimostrato ancora una volta di considerare i propri cittadini, i propri affari, come nemici non meno dei russi". “Gli europei di talento possono introdurre il nuovo, come amano dire ora, 100.500esimo pacchetto di sanzioni. A giudicare da come funzionano le restrizioni e dove si sta dirigendo la situazione economica nell'Ue sullo sfondo di ridicole storie dell'orrore anti-russe, qualcosa è andato storto” ha concluso Medvedev.

La comunicazione, apparsa sul profilo di Dmitry Medvedev che è virale e sta suscitando polemiche, è priva di riferimenti. Ma è abbastanza chiaro che i destinatari impliciti del messaggio siano i Paesi occidentali, contro cui l'ex presidente si è già schierato più volte nel contesto del conflitto in Ucraina. Medvedev, come riporta l'agenzia russa Tass, già in passato aveva fatto presente che su Telegram aveva deliberatamente scelto di rinunciare a un linguaggio diplomatico. Parlando all'emittente panaraba Al Jazeera l'ex presidente aveva sottolineato che "lo stile di ciò che viene pubblicato lì indica chiaramente" il suo "coinvolgimento diretto" nell'offensiva militare russa in Ucraina, che ha provocato migliaia di vittime e milioni di sfollati e rifugiati. L'ex premier ha aperto un canale Telegram il 14 marzo, circa 20 giorni dopo l'inizio dell'intervento militare, lanciato lo scorso 24 febbraio, e a oggi è seguito da 340mila persone. Il messaggio odierno giunge sulla scia di numerose dichiarazioni dei vertici del Cremlino, in cui si contesta un atteggiamento da parte dei politici e dei media occidentali incline a seminare "russofobia".  

Di Maio: “Minacce gravi e pericolose”

"Gravissime e pericolose le affermazioni di Medvedev. Sono parole inaccettabili, che ci preoccupano fortemente anche perché arrivano dal vicepresidente del Consiglio di Sicurezza russo". Così il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, commentando quanto scritto oggi sul suo profilo Telegram dall'ex presidente russo. Secondo Di Maio "non è un segnale di dialogo, non è un'apertura verso un cessate il fuoco, non è un tentativo di ritrovare la pace, ma sono parole inequivocabili di minaccia verso chi sta cercando con insistenza la pace". 

"È doveroso smettere di alimentare tensioni con provocazioni e minacce, ribadisco: per arrivare alla pace non basta l'apertura dell'Ucraina e la spinta della comunità internazionale, ma serve la Russia e la volontà di dialogo di Putin", ha aggiunto il ministro degli Esteri. "Le affermazioni che arrivano oggi, invece, non lasciano dubbi e allontanano da parte russa la ricerca della pace. Piuttosto danno linfa a una campagna d'odio contro l'Occidente, contro quei Paesi che stanno cercando con insistenza la fine delle ostilità in Ucraina", ha insistito Di Maio.