La convocazione alla vigilia delle comunicazioni del premier Draghi

La resa dei conti all’interno del Movimento 5 Stelle

Enrica Sabatini, socia della piattaforma Rousseau e moglie di Davide Casaleggio, è definitiva: “Il M5s è un’esperienza finita"

La resa dei conti all’interno del Movimento 5 Stelle
Ansa
Giuseppe Conte e Luigi Di Maio

È in corso il Consiglio nazionale del Movimento 5 Stelle, convocato dal leader Giuseppe Conte per fare il punto sulla risoluzione di maggioranza che sarà presentata in occasione delle comunicazioni in Aula del premier Mario Draghi del 21 giugno sul conflitto in Ucraina. Nella riunione c'è spazio anche per affrontare anche il caso Di Maio, dopo le dichiarazioni contro i vertici rilasciate dal ministro degli Esteri pentastellato.

All'ordine del giorno della riunione del Consiglio nazionale del M5S, a quanto si apprende da varie fonti, la discussione sulla linea politica da tenere sulla risoluzione di maggioranza in vista delle comunicazioni del premier Mario Draghi in Parlamento alla vigilia del Consiglio europeo del 23-24 giugno e sulle dichiarazioni del ministro degli Esteri Luigi Di Maio. Sulle decisioni prese dal Consiglio può essere chiamata ad esprimersi la base del Movimento.

Sono giorni roventi non solo per la morsa del caldo che stringe la nostra penisola, ma anche per la battaglia interna ai pentastellati che vede un continuo susseguirsi scambio di accuse e veleni come nella migliore tradizione in una famiglia che sta, forse, per affrontare una “separazione”.

Da una parte Giuseppe Conte, accusato dal ministro degli Esteri di “mettere a repentaglio la sicurezza del Paese”; dall’altra Luigi di Maio, che ora, secondo alcuni, rischierebbe la definitiva espulsione dal gruppo.

Il ministro degli Esteri, in una nota, ha spiegato: "La prossima settimana in Parlamento si voterà la risoluzione sulla posizione che il Governo porterà avanti ai tavoli europei. Da Ministro degli Esteri della Repubblica Italiana ho ribadito e continuerò a ribadire che l'Italia non può permettersi di prendere posizioni contrarie ai valori Euro-Atlantici. Valori di democrazia, di libertà, di rispetto della persona e di difesa degli Stati. Tutti cerchiamo e vogliamo la pace. Intanto, però, Putin sta continuando a bombardare l'Ucraina, ignorando la richiesta della comunità internazionale di sedersi a un tavolo per i negoziati. Intanto l'esercito russo continua a uccidere civili innocenti e blocca i porti e l'export del grano, rischiando di causare una ulteriore guerra che, a sua volta, potrebbe generare l'aumento di nuovi flussi migratori incontrollati, anche verso il nostro Paese".  Il ministro sottolinea che:  "Davanti a uno scenario del genere, i dirigenti della prima forza politica in Parlamento, invece di fare autocritica, decidono di fare due cose: attaccare, con odio e livore, il Ministro degli Esteri e portare avanti posizioni che mettono in difficoltà il Governo in sede Ue"

Il punto è la risoluzione  del Movimento in cui Giuseppe Conte vorrebbe fosse messo in chiaro che l’obiettivo è il cessate il fuoco e che un ulteriore invio di armi dovrebbe essere ratificato dal Parlamento. Una risoluzione che di fatto chiederebbe lo stop all’invio delle armi a Kiev, ma che il ministro degli Esteri Luigi Di Maio ha bollato come “pericolosa per la sicurezza nazionale”.

Nelle varie interviste che appaiono sui media il gruppo dirigente vicino a Giuseppe Conte, chiede un chiarimento e ipotizza l’espulsione di Luigi Di Maio. “Personalmente ritengo che occorra prendere provvedimenti, magari coinvolgendo la rete o comunque il consiglio nazionale. Vorrei ricordare che da capo politico Di Maio ha espulso persone per cose molto meno gravi” afferma a Repubblica Riccardo Ricciardi, vice presidente del Movimento cinque stelle, per il quale il Ministro ha rivolto “un attacco strumentale ed è grave che Di Maio utilizzi la sicurezza del Paese per attaccare i cinque stelle”. 

Anche un altro dei 5 vicepresidenti M5s, Michele Gubitosa, alla Stampa afferma: “Siamo a un punto di non ritorno: Luigi Di Maio ha pianificato la sua uscita dal Movimento Cinquestelle. È inaccettabile il fango che getta sul Movimento. Il M5s non è stato mai anti-atlantista”.  

Sul fronte opposto entra nel merito il senatore Primo De Nicola dalle pagine di Repubblica: “Se si vuole portare l’Italia fuori dalle posizioni storiche in politica estera, è chiaro che non si può convivere, in gioco c’è il destino del Paese. Su un tema così nobile ci può essere anche una scissione”. Sulla risoluzione che chiede di bloccare le forniture di armi all’Ucraina “nessuno di noi è stato coinvolto. Oggi scopriamo che era vero e che qualcuno sta ancora lavorando a una risoluzione che potrebbe spaccare la maggioranza, probabilmente far cadere il governo e disallineare l’Italia dalle sue alleanze storiche europee e atlantiche”.

Mentre Enrica Sabatini, socia della piattaforma Rousseau e moglie di Davide Casaleggio, al quotidiano Qn è definitiva: “Il M5s è un’esperienza finita. Varrebbe la pena che si prendesse atto serenamente di questa realtà. E inutile l’idea di poter risollevare qualcosa che ormai è rifiutato dall’elettorato”. “Insomma, sarebbe meglio prendere quel che resta del Movimento, metterlo in una bottiglia e buttarla nell’Oceano”. I risultati delle ultime elezioni amministrative “parlano da soli ed è emerso chiaramente che Conte non è il Movimento e gli elettori non lo votano – spiega – Sarebbe meglio che si facesse il suo partito, un partito personale anziché personalizzare il Movimento”. Mentre Luigi Di Maio “combatterà fino alla fine. Per come lo conosco, penso che difficilmente mollerà il Movimento, ma poi alla fine anche lui si dovrà rendere conto che il M5s è ormai una bad company e che sarà meglio mettere in naftalina questo soggetto politico per costruire qualcosa di nuovo, con un simbolo diverso e con una visione diversa da quella che ha contrassegnato i 5 stelle degli esordi – conclude – Non credo ci siano altre possibilità”.