La brigata "Wagner" starebbe reclutando detenuti per combattere nel Donbas

Lo dicono media russi citando i parenti di alcune persone che stanno scontando la reclusione in due colonie penali

La brigata "Wagner" starebbe reclutando detenuti per combattere nel Donbas
(Screenshot tv bielorussa Belarus)
Wagner scudo confiscato a uno dei militari Wagner

Rappresentanti della Compagnia militare privata russa "Wagner" (contractors) starebbero reclutando criminali comuni nelle colonie penali di San Pietroburgo da inviare nel Donbas “per andare in prima linea, per scovare i nazisti”.

Per sei mesi di servizio vengono promessi 200 mila rubli (l’equivalente di 3,3 mila euro) e libertà ottenuta tramite l’amnistia. Ammesso che tornino vivi.

L’hanno comunicato all’edizione online russa di “Storie importanti" i parenti di alcuni detenuti che scontano condanne nelle colonie penali di Yablonevka e Obukhovo.

I "reclutatori" sono arrivati ​​​​a Yablonevka, - dice un parente di un detenuto - “hanno parlato con i detenuti e li hanno esortati a “difendere la Patria”. Poi, a tarda sera, hanno radunato i capisquadra (prigionieri che aiutano il personale della colonia a guidare squadre dei detenuti), li hanno messi al corrente delle proposte, dopodiché i capisquadra hanno avviato il processo di arruolamento nelle camerate.

Saranno formate le squadre per la tradotta fino al confine con il Donbas con la scorta sotto sorveglianza armata, come normali prigionieri e poi, una volta sul luogo, saranno liberati e sarà formalizzato il contratto sotto forma di un impegno sottoscritto dal detenuto.

In un primo momento, si è ipotizzato che sarebbe tornato soltanto il 20% dei “volontari”. Tuttavia, in caso di morte saranno equiparati ai militari caduti e ai parenti sarà pagata la somma di 5 milioni di rubli (l’equivalente di circa 84 mila euro).

All'inizio è stato detto loro che sarebbero stati presi in considerazione solo coloro che avevano servito o combattuto. Circa 200 persone volevano iscriversi, ma alla fine ne hanno prese circa 40.

Molti detenuti sono attratti dalla prospettiva dell’amnistia e dell’estinzione del reato.