Il conflitto in Ucraina

"Io, paracadutista russo, 'disgustato' dalla guerra"

Il Guardian pubblica l'intervista a Pavel Filatyev: il militare ha raccontato la sua esperienza in prima linea in Ucraina in un lungo memoriale online

"Io, paracadutista russo, 'disgustato' dalla guerra"
Twitter / The Guardian
The Guardian, la prima pagina in cui viene riportato il racconto del miitare russo dissidente

"Non vedo giustizia in questa guerra. Non vedo la verità qui".

Con queste parole il quotidiano britannico The Guardian ha presentato in prima pagina l’intervista a Pavel Filatyev, ex parà russo, autore di un memoriale “bomba”: un racconto di 141 pagine in cui il militare ha riportato la sua esperienza di paracadutista impegnato al fronte del conflitto in Ucraina.

La notizia è stata ripresa dai giornali di tutto il mondo e accende i riflettori sulle attività dell'esercito russo, definite dallo stesso Filatyev “disgustose”.

“Ci hanno trasformato in selvaggi”

Due settimane fa Pavel Filatyev è uscito allo scoperto pubblicando online la descrizione quotidiana delle attività della sua unità russa e di come a Kherson la compagine abbia catturato il porto e scavato sotto il fuoco dell'artiglieria pesante per più di un mese vicino a Mykolaiv. Nel memoriale anche il racconto di come, alla fine, sia stato ferito e allontanato dal conflitto a causa di una infezione agli occhi.

“Pensavo: se sopravvivo, farò tutto il possibile per fermare la guerra”

Filatyev ha trascorso 45 giorni a scrivere la sua esperienza, rompendo un’omertà tale per cui persino la parola ‘guerra’ è stata bandita in pubblico. "Non riesco più a stare in silenzio, anche se so che probabilmente non cambierò nulla e forse ho agito stupidamente per mettermi in così tanti guai", ha raccontato al giornalista inglese che lo ha intervistato.

Le sue memorie, ZOV, pubblicate sul social VKontakte, prendono il nome dalle marcature tattiche dipinte sui veicoli dell'esercito russo che sono state adottate come simbolo pro-guerra in Russia. Fino ad ora non c'è stato un resoconto più dettagliato da parte di un soldato russo che ha partecipato all'invasione dell'Ucraina. Alcuni estratti sono stati pubblicati sulla stampa indipendente russa, mentre Filatyev è apparso anche in video per un'intervista televisiva su TV Rain.

“È il 21º secolo, abbiamo iniziato questa guerra idiota e, ancora una volta, stiamo chiamando i soldati a compiere azioni eroiche, a sacrificarsi”.

"È molto importante che qualcuno sia diventato il primo a parlare," ha detto Vladimir Osechkin, il capo della rete per i diritti umani Gulagu.net, che ha aiutato Filatyev a lasciare la Russia all'inizio di questa settimana. Questo ha anche reso l’uomo il primo soldato noto per aver lasciato la Russia a causa dell'opposizione alla guerra: "Sta aprendo un vaso di Pandora."

Dopo la conquista del porto di Kherson Pavel ha raccontato del saccheggio di computer, beni preziosi e cibo: "Come selvaggi, abbiamo mangiato tutto lì: avena, porridge, marmellata, miele, caffè ... Non ci importava nulla, eravamo già stati spinti al limite. La maggior parte aveva trascorso un mese nei campi senza alcun accenno di comfort, una doccia o cibo normale”.

“Come miserabili stavamo solo cercando di sopravvivere”.

Nell'intervista Pavel specifica di non aver visto personalmente atti di abuso, ma descrive “una cultura di rabbia e risentimento nell'esercito che abbatte la facciata di sostegno totale alla guerra ritratta nella propaganda russa”.

Il giornale inglese non è stato in grado di verificare in modo indipendente tutti i dettagli della storia di Filatyev, ma ha fornito documenti e fotografie che mostrano che era un paracadutista con il 56º reggimento aviotrasportato di stanza in Crimea, che è stato ricoverato in ospedale con una lesione oculare subita mentre "svolgere compiti speciali in Ucraina" nel mese di aprile e che aveva scritto direttamente al Cremlino con le sue lamentele sulla guerra prima di rendere tutto pubblico.

"La maggior parte delle persone nell'esercito è infelice per quello che sta succedendo lì, per il governo e i loro comandanti, per Putin e la sua politica, con il ministro della difesa, che non ha mai servito nell'esercito", ha scritto. "Quindi me ne vado, vado in America, e chi sono io? Cosa dovrei fare?" . E ha aggiunto: "Se non sono nemmeno necessario nel mio Paese, allora chi ha bisogno di me lì?".

Dalla pubblicazione del memoriale e per due settimane Filatyev ha alloggiato in un hotel diverso ogni notte, portando con sé solo un pesante zaino nero, cercando di stare un passo avanti alla polizia, con il timore di essere braccato e trovato. Pavel ha perso ogni contatto con la sua vecchia unità, ha abbandonato il proprio Paese e ha paura: "Sono terrorizzato da quello che succederà… cosa siamo diventati? E come può peggiorare?".