L'inchiesta di Associated Press

AP: ecco come Mosca cattura i bambini ucraini e li rende russi

La Russia concede aiuti economici alle famiglie che li adottano, solo in pochi casi le famiglie di origine riescono a riottenerne la tutela

AP: ecco come Mosca cattura i bambini ucraini e li rende russi
Associated Press
Minorenni ucraini con la famiglia di adozione a Mosca, 15 luglio 2022

Bambini deportati in Russia per crescerli come russi. Lo denuncia l'agenzia Associated Press, in una lunga e documentata inchiesta che parte dalla vicenda di Olga Lopatkina, madre ucraina di sei figli adottivi che, il giorno dell'invasione, erano in vacanza in colonia a Mariupol

Migliaia di bambini sono stati trovati, in assenza di adulti, negli scantinati delle città assediate. Alcuni avevano perso i genitori nei bombardamenti, altri vivevano già in orfanotrofio prima dell'invasione. Mosca afferma che quelli che sono stati condotti oltre confine non avessero genitori o tutori legali, o che questi non potessero essere raggiunti. Ma Ap, grazie a decine di interviste e documenti esclusivi, ha scoperto casi in cui sono stati portati via senza consenso e raccontando loro che i genitori non li volessero più. 

La legge russa vieta l'adozione di bambini stranieri. Ma a maggio Putin ha firmato un decreto che rende più facile per i russi adottare e dare la cittadinanza ai bambini ucraini senza cure parentali e più difficile per gli ucraini riottenerne la potestà. La Federazione paga fino a mille dollari ogni famiglia che adotta un bambino ucraino, organizza campi estivi, corsi di “educazione patriottica”. Mosca racconta queste adozioni come atti di generosità, i media statali mostrano funzionari locali che li abbracciano e li baciano e consegnano loro passaporti russi.

Mentre nella sua casa di Vuhledar, nella parte controllata da Kiev nella regione di Donetsk, Lopatkina, senza notizie dei figli da Mariupol, si tormentava sul da farsi, l'infanzia di suo figlio diciassettenne Timofey finiva di colpo. Improvvisamente, era diventato il padre di tutti i suoi fratelli. Tre avevano malattie croniche o disabilità e il più giovane aveva solo 7 anni. Sotto le bombe, si erano rifugiati in uno scantinato. Ogni giorno si svegliava alle 6 del mattino nel freddo pungente e tagliava la legna per un accendere un fuoco e cucinare qualcosa. 

Giorni dopo, un medico di Mariupol organizzò un'evacuazione verso l'Ucraina libera. Ma a un checkpoint i separatisti si rifiutarono di riconoscere i documenti fotocopiati dei bambini, li trattennero e portarono in un ospedale in territorio occupato, nella regione di Donetsk. A Timofey mancavano pochi mesi per la maggiore età: al compimento dei 18, sarebbe stato arruolato a forza per combattere con gli occupanti. Riuscì a contattare la madre, ma andò su tutte le furie quando apprese che era già all'estero con Rada, la figlia biologica diciottenne. Con il marito Denys, Olga Lopatkina aveva atteso a lungo i figli adottivi a Zaporozhzhia, ma quando era stata ordinata l'evacuazione della città, aveva deciso di partire per la Francia. 

Timofey la accusò di averli abbandonati, lei ne fu ferita ma non sorpresa: “Non riesco nemmeno a immaginare, se fossi stata in lui avrei reagito allo stesso modo, e forse anche peggio”. Lopatkina continuò a fare pressione sui funzionari russi e ucraini, mandando copie dei documenti che attestavano la sua tutela. I figli apparvero alla televisione russa, dicevano che la loro madre non li amava. Le si spezzò il cuore.

Intanto nell'ospedale controllato dai filorussi i bambini scoprivano che non sarebbe stato permesso loro di tornare a casa. Un tribunale dell'autoproclamata Repubblica popolare di Donetsk avrebbe privato Lopatkina e suo marito della tutela. I più piccoli sarebbero andati prima in un orfanotrofio, poi in nuove famiglie in Russia. Timofey sarebbe andato a scuola a Donetsk.

Questa storia ha un lieto fine. Grazie all'intermediazione di un'ong, SOS Children's Villages, dopo due mesi di trattative i ragazzi poterono partire su un autobus che, attraverso Russia e Lettonia, li avrebbe condotti a Berlino. Al confine russo furono interrogati a lungo e temettero di essere rimandati indietro, ma infine fu loro permesso di proseguire. A Berlino loro padre li attendeva a una fermata dell'autobus, li portò in auto fino a Francia dove si ricongiunsero alla madre e alla sorella. Timofey riuscì a perdonare i genitori da cui si era sentito abbandonato.

La famiglia ricongiunta a Loue, Francia occidentale, sabato 2 luglio 2022 AP Photo/Jeremias Gonzalez
La famiglia ricongiunta a Loue, Francia occidentale, sabato 2 luglio 2022

Ma le vicende simili a quelle di questa famiglia sono molte. A partire dal 2014, dopo l'autoproclamazione della Repubblica popolare di Luhansk, dove 80 bambini furono fermati e portati in Russia. Kiev fece ricorso alla Corte europea dei diritti dell'uomo e i piccoli fono riportati in Ucraina. Potrebbero invece essere tra i soldati che combattono contro le forze ucraine circa 30 bambini della Crimea che furono forzatamente adottati dai russi nel 2015

Quest'anno, a fronte di 96 minorenni rimpatriati in Ucraina, ce ne sarebbero migliaia deportati in Russia. Ottomila, secondo fonti ucraine. Kira, una ragazza di 12 anni che ha visto il padre venire ucciso a colpi di arma da fuoco, è stata evacuata da Mariupol a Donetsk con ferite da schegge su orecchio, gamba, collo e braccio. Kira si è riunita con i suoi nonni solo grazie all'intervento dell'ufficio del vice primo ministro ucraino.

Di contro, Associated Press ha anche raccolto storie di minori che hanno accettato di buon grado il trasferimento e l'adozione in Russia. Tre bambini accusavano i genitori biologici di averli abbondonati in un bunker a Mariupol. Furono trovati dai soldati russi, ora sono stati adottati da una famiglia russa e sono diventati cittadini della Federazione. Hanno una nuova casa con con cortile e piscina gonfiabile, dicono di essersi sentiti ben accolti e accettati. La ragazza di 15 anni non vede l'ora di iniziare una nuova vita in Russia, anche perché tornare a quella vecchia è impossibile. La sua scuola è stata bombardata, una delle sue compagne è morta e quasi tutti se ne sono andati.